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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Ottobre 2012
 
   
  AOSTA, INCONTRO ESPERIENZE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IN AREE ALPINE

 
   
   Aosta, 2 ottobre 2012 - Nella giornata di, giovedì 27 settembre 2012, nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, si è svolto un incontro sul tema Esperienze di gestione dei rifiuti urbani in aree alpine, al quale sono intervenuti amministratori e tecnici per portare l’esempio del proprio territorio e confrontarsi su una tematica di così grande interesse e rilevanza. L’intervento di Jérémie Robyr, direttore dell’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti della regione Svizzera del Valais Central, ha illustrato una gestione fondata sull’attenzione alla raccolta differenziata e sullo smaltimento dell’indifferenziato tramite termovalorizzazione dei rifiuti. L’assessore all’ambiente della Provincia di Torino, Roberto Ronco, ha evidenziato che raccolta differenziata e termovalorizzazione sono complementari e ha presentato la scelta della propria Amministrazione, basata su questa consapevolezza, di smaltire i rifiuti indifferenziati attraverso un trattamento a caldo. «Molto interessante il moderno approccio gestionale dell’impianto – ha dichiarato -, che vedrà il coinvolgimento di comitati di cittadini, inclusa una rappresentanza delle associazioni ambientaliste, soprattutto nelle fasi di costruzione e della successiva gestione una volta che l’impianto entrerà a regime. Una gestione dunque “a porte aperte” che garantisce trasparenza alla cittadinanza». Claudio Zatelli ha illustrato la scelta della Provincia Autonoma di Trento per un impianto di trattamento a caldo dei rifiuti indifferenziati, per il quale è stata formalizzata una gara nel 2010 che non si è ancora concretizzata. Ha evidenziato il forte impegno dell’Amministrazione provinciale che ha portato al raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, con una media del 68 per cento, un dato importante che tuttavia nasconde criticità. E ha aggiunto: «Un elevato livello di impurezza, che porta a scartare in una prima fase di applicazione il 40 per cento di quando viene raccolto in modo differenziato, e che quindi ritorna insieme ai rifiuti indifferenziati, chiaramente con un aumento di costi. E’ poi presente una elevata componente di rifiuto organico, il cui trattamento presenta grandi criticità anche legate alla difficoltà di realizzare un impianto di compostaggio nel territorio provinciale. Infine sono emersi costi di gestione dei rifiuti elevati: 250 euro a tonnellata in media, con punte fino a 350 euro a tonnellata, escludendo gli investimenti a carico dell’Amministrazione. Pertanto la Provincia ha dato corso all’inizio di una procedura di gara per un impianto a caldo». Giulio Angelucci, della Provincia Autonoma di Bolzano, ha portato l’esperienza di una gestione consolidata di un impianto di termovalorizzazione per i rifiuti urbani e di un pirogassificatore per i fanghi di depurazione, illustrando inoltre un piano provinciale di gestione dei rifiuti che prevede la realizzazione di un nuovo impianto per i rifiuti indifferenziati. E ha spiegato: «È stato posto l’accento sull’attività di monitoraggio svolta dall’agenzia locale per la protezione del territorio, spinta nell’investigazione di diossine e nano particelle, che evidenzia come non sia percettibile la presenza dell’impianto di termovalorizzazione in quanto i livelli di inquinamento attuali sono legati essenzialmente al traffico veicolare». L’assessore regione all’Ambiente Manuela Zublena, in conclusione, ha espresso la propria «soddisfazione per la tavola rotonda che ha evidenziato problematiche comuni nella gestione dei rifiuti, che delineano anche gli obiettivi per il futuro: nelle aree alpine, caratterizzate da ridotta disponibilità di spazio. La sfida è sicuramente aumentare, ottimizzando, la qualità della raccolta differenziata ed evitare il ricorso alla discarica, per poter trovare una sostenibilità anche finanziaria, oltre che ambientale, delle azioni di gestione dei rifiuti. Un’unica differenza – ha aggiunto -, particolarmente evidente, riguarda invece l’accettazione sociale delle scelte che in Svizzera è totale e quasi incondizionata. L’approccio in Italia è più conflittuale. Ogni realtà, al contrario, ha dovuto confrontarsi con opposizioni più o meno aggressive che hanno imposto alle amministrazioni percorsi articolati per comunicare “le informazioni dei tecnici”, cioè i dati scientifici oggettivi, a fronte di posizioni più emotive e perlopiù fondate su dati inesatti».  
   
 

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