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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Ottobre 2012
 
   
  TERME, TERRITORIO E TURISMO - AL CONVEGNO CHE HA CELEBRATO IL CENTENARIO DELLA SOCIETÀ TERME DI MIRADOLO (PV) SI DELINEA IL PROGETTO “THERMAE URBIS”, IN SINERGIA FRA STRUTTURE SANITARIE E TURISTICHE DEI TERRITORI LOCALI

 
   
  Cure mediche, ma anche legame col territorio e turismo. E’ l’insieme di questi tre fattori a contraddistinguere le cosiddette “terme urbane”, ovvero i centri termali distanti pochi chilometri dalle città. E’ il caso delle Terme di Miradolo, in provincia di Pavia, ma prossime anche a Lodi, Piacenza e a pochi chilometri da Milano, che compiono quest’anno 100 anni dalla loro nascita e che per l’occasione hanno ospitato, il 22 settembre scorso, il convegno “Thermae urbis. Una risposta alle esigenze di salute dei territorio urbani”. Il presidente di Miradolo Terme Luciano Fedeli, introducendo il convegno, ha sottolineato l’efficacia del termalismo nella cura di diverse patologie, limitando l’uso eccessivo di farmaci, e ha auspicato che la convenzione col Sistema sanitario nazionale “possa diventare bivalente, per poter permettere più di un trattamento termale l’anno per assistito, all’insegna del benessere personale ma anche per lo sviluppo del turismo”. Il professor Umberto Solimene, direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Termale dell’Università degli Studi di Milano, ha ricordato l’importanza dei “piccoli centri” in una realtà, come quella italiana, in cui oltre il 66% della popolazione vive in città piccole o medie, con meno di 50mila abitanti. “Le terme sono il petrolio italiano”, ha affermato, proponendo poi di stilare un “codex”, un codice delle terme urbane. I rappresentanti delle istituzioni presenti a Miradolo hanno convenuto nel proposito di lavorare insieme per sviluppare ulteriormente il settore termale, anche in senso locale. L’onorevole Daniele Bosone, presidente della Provincia di Pavia, ha manifestato l’intenzione di far percepire il contesto termale come parte dell’insieme delle proposte territoriali del pavese, mentre il consigliere della Regione Lombardia Angelo Ciocca ha ricordato che il termalismo, grazie alla volontà e all’impegno degli imprenditori termali, consente un notevole risparmio allo Stato e alle Regioni. Il senatore Roberto Mura, che, insieme al sen. Bosone, fa parte dell’intergruppo parlamentare Amici del termalismo, ha promesso di continuare a mantenere alta l’attenzione alle terme all’interno delle proposte legislative in ambito sanitario e turistico. Il presidente di Federterme Costanzo Jannotti Pecci da parte sua ha assicurato che gli imprenditori termali italiani “hanno fiducia nel futuro, nonostante la crisi” e ha ricordato che all’interno del provvedimento legislativo sulla spending review sono previste sinergie fra strutture ospedaliere ed extraospedaliere. “Gli stabilimenti termali”, ha concluso Jannotti Pecci, “possono offrire alcune prestazioni sanitarie di tipo ospedaliero, a costi competitivi. Le terme sono una componente identitaria della società e parte dell’eccellenza italiana. A questo settore va data una maggiore attenzione politica”. Un esempio di sinergia particolarmente significativo lo dimostra da anni l’Azienda sanitaria locale di Brescia, rappresentata al convegno dal direttore generale Carmelo Scarcella, che a breve pubblicherà sul sito Internet www.Saluteincomune.net la rete dei servizi territoriali sanitari, terme comprese. Lo storico Guido Peroni ha sottolineato l’importanza di tornare alla tradizione delle terme urbane romane, che erano un luogo di cura, ma anche di divertimento e cultura. Anche l’architetto Emilio Faroldi, docente presso il Politecnico di Milano, ha identificato le terme come “bene culturale non decontestualizzabile dal territorio” e “luogo di aggregazione” che, in un connubio fra architettura, medicina, benessere e attrattiva turistica, rappresentano una potenzialità ancora poco sfruttata nel nostro Paese. La medicina a favore del termalismo Dal punto di vista scientifico, Plinio Richelmi, farmacologo dell’Università degli Studi di Pavia, ha denunciato la scarsità di studi clinici e ricerche di alta qualità in medicina termale redatti secondo i criteri dell’ “evidence based medicine”. E Laura Lanza, docente della Scuola di specializzazione in Medicina termale dell’Università degli Studi di Milano, ha ricordato i risultati del progetto Najade, attuato già diversi anni fa su 5000 pazienti, che ha dimostrato l’efficacia dei trattamenti termali nella cura di tutte le forme patologiche delle prime vie aeree. Giancarlo Cassani, medico specialista in otorinolaringoiatria, ha presentato uno studio appena condotto proprio a Miradolo Terme su oltre 800 bambini con problemi audiometrici, che, trattati con acque termali, hanno evidenziato remissione complete o parziali della patologia nel 90% dei casi. Giampiero Merati, professore di fisiologia umana presso il Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, ha proposto di inserire l’attività motoria in ambito termale, come nelle palestre delle terme antiche: un’ulteriore modalità per portare le terme più vicino ai pazienti e proporre la pratica termale come attività integrata. L’architetto Lino Gilioli, presidente del Coter, Consorzio Terme Emilia Romagna, ha concluso la tavola rotonda sottolineando l’importanza di poter disporre di diverse competenze, nei centri termali, anche per entrare in maggior sinergia con i sistemi sanitari regionali: “Le terme urbane devono diventare punto di riferimento per la cura, la riabilitazione e la prevenzione sanitaria all’interno del sistema salutistico, così da essere sempre più vicine ai bisogni di salute del territorio”. “Dal convegno Thermae urbis”, ha dichiarato Umberto Solimene, direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Termale dell’Università degli Studi di Milano a margine del convegno, “emerge un forte desiderio di valorizzazione del territorio che spero si possa realizzare in un progetto di rete fra le diverse terme urbane italiane, nella costituzione di un’associazione specifica, per un’offerta di prestazioni termali sempre più vicine, soprattutto a livello territoriale, ai bisogni di cura e di benessere degli italiani”  
   
 

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