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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Ottobre 2012
 
   
  ENSEMBLE MUSIKFABRIK PRIMO APPUNTAMENTO CON LA MUSICA CONTEMPORANEA AL FESTIVAL VERDI

 
   
  Parma, 3 ottobre 2012 - Con il celebre Ensemble musikFabrik si inaugura al Ridotto del Teatro Regio di Parma mercoledì 3 ottobre 2012 alle ore 20.30 il ciclo di concerti del Festival Verdi dedicati alla musica contemporanea e realizzati in collaborazione con la Xxii rassegna internazionale Traiettorie – Fondazione Prometeo. Quattro preziosi appuntamenti che il Festival, in sintonia con la sensibilità per il moderno nella musica verdiana, accoglie dal cartellone della rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea punto di riferimento mondiale della musica dei nostri giorni. Con un programma che affianca due capolavori di Anton Webern, due di György Kurtág e due pezzi di Kaija Saariaho e Wolfgang Rihm, l’Ensemble musikFabrik di Colonia torna dopo quattro anni a Traiettorie offrendo una significativa esemplificazione di due modi diversi di ascoltare musica contemporanea. Da una parte infatti la linea Webern-kurtág, cioè la linea dell’estrema concentrazione, dell’aforisma musicale; dall’altra un’esperienza sonora più propensa a far leva sull’energia prodotta dall’incontro strumentale, sui rapporti di causa ed effetto a cui è sempre stato abituato l’ascoltatore. La prima linea ha orientato musikFabrik su una scelta esemplare e consequenziale, poiché i «Pezzi op. 5» e le «Bagatelle op. 9» di Webern, oltre ad essere un caposaldo della musica del Novecento, furono studiati a lungo da Kurtág e decisivi per la sua vocazione al miniaturismo. Nella loro splendida ed evidente miracolosità di forza e concentrazione i «Pezzi op. 5» e le «Bagatelle op. 9» di Webern appaiono oggi pienamente comprensibili a qualsiasi ascolto e sempre più limpido appare il loro ruolo nella formazione della cultura novecentesca. Affiancarvi qui due miniature di Kurtág come i «12 Microludes» e «Signs, Games and Messages» significa esaltare all’orecchio cosa possa diventare una formidabile capacità aforistica a contatto con le inquietudini e le malinconie di un musicista nato nella terra di Bartók, e che di quella terra non riesce a togliersi di dosso la profonda espressività popolare. In opposizione a questa linea d’ascolto, musikFabrik propone due pezzi del tutto differenti. Uno è «Je sens un deuxième cœur» della finlandese Kaija Saariaho, cinque studi del 2003 per trio di viola, violoncello e pianoforte nel quale lo scontro di energia dei singoli strumenti, che suonano così vicini tra loro, richiama quello di due cuori che battono vicini, come quelli di una donna incinta, e obbligano l’ascoltatore a concentrarsi su quelle tensioni per cogliere il senso del pezzo. L’altro è il quarto «Quartetto per archi» di Rihm, un pezzo singolarissimo con il quale nel 1980 il compositore di Karlsruhe reagiva al ripiegamento su se stessa di molta musica contemporanea con un pezzo passionale e chiaroscurato, ricco di suoni nuovi e di suoni che sembrano già sentiti, un pezzo che guarda al passato e al futuro e che, a trent’anni di distanza, ci fa sentire quanto sia cambiata la nostra capacità di ascolto.  
   
 

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