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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Febbraio 2007
 
   
  DIRITTO D’AUTORE: DICHIARAZIONE DI AIE ED EDITORI DEL SETTORE STM ITALIANI CONTRO L’OBBLIGATORIETÀ DELL’OPEN ACCESS DEGLI ARTICOLI SCIENTIFICI DA PUBBLICARE

 
   
  L’associazione Italiana Editori e gli editori del settore Stm italiani (editoria scientifica, tecnica e medica) sostengono la posizione della Federazione degli editori europei (Fep) contro l’obbligatorietà dell’open access in materia di pubblicazioni scientifiche. Per questo hanno sottoscritto un documento preparato dalla Federazione europea, che è stato il 15 febbraio, alla Commissione Europa nel corso di un convegno a Bruxelles sul tema. Un modo per rispondere pubblicamente alla petizione presentata da molte università, istituti di ricerca e da singoli ricercatori con la quale si chiede che gli articoli scientifici e in genere i prodotti editoriali scientifici ed accademici siano resi per legge liberamente accessibili ai professori e ai ricercatori, quando le ricerche da cui gli articoli derivano sono finanziate con fondi pubblici. E con la quale si vorrebbe impedire di fatto alle università e agli istituti di ricerca di scegliere liberamente le modalità di pubblicazione dei lavori di ricerca realizzati nel loro ambito. Per questo gli editori - in primis l´Associazione internazionale degli editori scientifici (Stm) e la Fep - hanno preso posizione, ribadendo la necessità che ogni ricercatore, professore, università decida liberamente se mettere i risultati in open access o meno, scegliendo di pubblicarli in riviste scientifiche. Un modo per garantire la libertà di azione di tutti e per ribadire la funzione dell’editore come garante indipendente della crescita dello sviluppo della conoscenza, in quanto responsabile di organizzare, dirigere e finanziare i sistemi di peer review, il processo di verifica all’attendibilità e dell’interesse scientifico dell’articolo stesso. Ciò, in altre parole, che determina l’autorevolezza della pubblicazione. Gli editori non chiedono la fine delle iniziative open access: chiedono semplicemente che questa modalità di pubblicazione – in cui a sostenere i costi sono gli autori (o meglio, in ambito scientifico, gli istituti di ricerca cui questi afferiscono) invece che gli acquirenti – non sia resa obbligatoria per legge. Non si capisce infatti la ragione per cui, se la formula dell’accesso libero è effettivamente più efficace, sia necessario imporre ai singoli ricercatori vincoli alla libertà di pubblicazione, imponendo una formula a detrimento di altre. Non occorre quindi una soluzione valida per tutto – concludono - ma modulabile in base alle diverse circostanze, modelli, aree disciplinari e da pubblicazione a pubblicazione. . . . .  
   
 

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