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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Giugno 2006
 
   
  UE: SÌ ALL´ACCORDO SULLE PROSPETTIVE FINANZIARIE 2007-2013

 
   
  Bruxelles, 5 giugno 2006 - Il Parlamento europeo ha approvato il bilancio comunitario per i prossimi sette anni. I deputati hanno tuttavia indicato talune lacune che intendono correggere nel corso della revisione del 2009. Pur accogliendo con favore i 4 miliardi di euro aggiuntivi destinati ai programmi considerati come prioritari, hanno anche ricordato che quanto proposto dal Parlamento nel 2005 avrebbe permesso un finanziamento migliore delle politiche Ue. E´ poi ribadito che ogni futuro quadro finanziario dovrà durare 5 anni. Dopo l´adozione a larga maggioranza dell´accordo definito il 4 aprile scorso con il Consiglio sulle prospettive finanziarie 2007-2013, il Presidente del Consiglio Wolfgang Schüssel ha voluto ringraziare il Parlamento per il lavoro svolto. Ha anche sottolineato che la proposta della Presidenza lussemburghese non era tanto diversa dal quadro di bilancio siglato quest´oggi e, per tale ragione, ha voluto rendere omaggio a Jean-claude Juncker che «avrebbe meritato di vivere questa giornata». Ha poi affermato che, comunque, la crisi sul bilancio è stata risolta dal Consiglio e dal Parlamento assieme e che ora l´Ue, per i prossimi sette anni, si è dotata di maggiori risorse per attuare la Strategia di Lisbona e per l´adesione di Romania e Bulgaria. Il Presidente Josep Borrell ha dichiarato che quest´accordo riafferma il ruolo del Parlamento in quanto autorità di bilancio che ha voce in capitolo in merito alle prospettive finanziarie. Ha poi ricordato che l´accordo raggiunto rappresenta il massimo che il Parlamento poteva concedere ma anche il minimo per poter far funzionare l´Ue. Rivolgendosi al Cancelliere austriaco, ha poi affermato che il Parlamento accoglie con favore l´iniziativa di rivedere il sistema delle risorse proprie dell´Ue, anche perché le prossime prospettive finanziarie «non potranno certamente essere negoziate con il metodo finora utilizzato». Assieme alla commissaria responsabile del bilancio, Dalia GrybauskaitĖ, i due Presidenti hanno quindi firmato l´accordo. Adottata con 440 voti favorevoli, 190 contrari e 14 astensioni, la relazione di Reimer Böge (Ppe/de, De), riafferma anzitutto la determinazione del Parlamento a definire un quadro finanziario pluriennale sostenibile, «che preveda mezzi finanziari sufficienti per far fronte alle esigenze politiche negli anni a venire, nonché strumenti e riforme idonei al fine di migliorare l´esecuzione». Al riguardo, ricorda poi che il Parlamento europeo è stato l´unica istituzione che ha sviluppato una strategia globale e che - a differenza dell´approccio del Consiglio, «basato su massimali e percentuali» - ha effettuato un´analisi approfondita e completa dei fabbisogni al fine di individuare le priorità politiche. E´ poi rammentato che, per la prima volta dall´entrata in vigore delle prospettive finanziarie, il Parlamento ha deliberato per oltre otto mesi in seno a una commissione temporanea ad hoc e ha approvato una posizione negoziale globale basata su tre pilastri, intesa a conciliare priorità politiche ed esigenze finanziarie, ammodernare la struttura del bilancio e migliorare la qualità dell´esecuzione del bilancio dell´Unione europea. Le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2005, è anche precisato, sono state respinte poiché non permettevano all´Unione di dotarsi dei mezzi quantitativi e qualitativi necessari per far fronte alle sfide future. In proposito è anche sottolineato il disappunto sul modo in cui l´accordo era stato raggiunto in seno al Consiglio europeo, «dal momento che il punto centrale dei negoziati sono stati i singoli interessi nazionali, anziché gli obiettivi comuni europei». Per i deputati, d´altra parte, l´accordo raggiunto dalle tre istituzioni il 4 aprile 2006, «ha rappresentato l´unico compromesso per un bilancio pluriennale che il Parlamento poteva raggiungere», al fine di assicurare la continuità della legislazione dell´Unione europea, di garantire una sana gestione finanziaria dei fondi comunitari e di conservare i propri poteri legislativi e di bilancio nel corso del prossimo periodo. Con l´accordo, infatti, si sono realizzati dei progressi nel quadro dei tre pilastri della posizione negoziale del Parlamento. Tuttavia, il Parlamento sottolinea che alcuni problemi non sono stati risolti nell´ambito dei negoziati e dovranno quindi essere affrontati in occasione del riesame 2008-2009 e, se possibile, nel quadro delle procedure di bilancio annuali. Per i deputati, in particolare, è «urgentemente necessario» riformare il sistema delle risorse proprie e il versante della spesa, anche per evitare il ripetersi, in occasione delle prossime prospettive finanziarie, «della dolorosa esperienza di un mercanteggiamento all´insegna degli interessi nazionali». In ogni caso, rammenta che la posizione adottata dal Parlamento nel giugno 2005 «rimane l´obiettivo atto a garantire un livello ottimale di finanziamento e ulteriori riforme, al fine di realizzare le ambizioni dell´Unione europea». Inoltre, con la relazione di Sérgio Sousa Pinto (Pse, Pt) - adottata con 418 voti favorevoli, 187 contrari e 15 astensioni - i deputati accolgono con favore la decisione di procedere a una revisione ampia e completa di tutti gli aspetti delle spese e delle risorse dell´Ue. In proposito, ribadiscono che il Parlamento intende partecipare a questa revisione allo scopo di raggiungere un accordo su un nuovo sistema finanziario globale «che sia equo, generoso, progressivo e trasparente» e che fornisca all´Unione «la capacità di equilibrare le sue aspirazioni con le risorse proprie piuttosto che con i contributi da parte degli Stati membri». E´ infine confermata l´idea che ogni futuro quadro finanziario sia fissato per un periodo di cinque anni, compatibilmente coni mandati del Parlamento e della Commissione. Degli emendamenti volti a respingere l´accordo sono stati bocciati a larga maggioranza dall´Aula. I termini dell´Accordo In base ai tre pilastri della posizione del Parlamento, la prima relazione sottolinea i punti dell´accordo cui si è giunti con il Consiglio. Conciliare priorità politiche ed esigenze finanziarie: un incremento di 4 miliardi di euro per le politiche decise dal Consiglio europeo del dicembre 2005, da destinare direttamente ai programmi nell´ambito delle rubriche 1a, 1b, 2, 3b e 4, un aumento sostanziale della riserva della Bei di 2,5 miliardi di euro, importo che deve essere stanziato dagli Stati membri nel quadro di un nuovo sistema di cofinanziamento tra la Bei e il bilancio dell´Unione europea, al fine di potenziare l´effetto leva del bilancio comunitario nei settori della ricerca e dello sviluppo, delle Ten e delle Pmi, sino a un totale di 60 miliardi di euro, il finanziamento di fabbisogni non programmati, quali la riserva per gli aiuti di emergenza (1,5 miliardi di euro) e il Fondo di solidarietà dell´Unione europea (fino a 7 miliardi di euro) al di fuori del quadro finanziario, mediante risorse supplementari richieste eventualmente agli Stati membri, il finanziamento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (fino a 3,5 miliardi di euro) mediante il riutilizzo degli stanziamenti soppressi al di fuori del quadro finanziario. Migliorare la struttura del bilancio mediante una maggiore flessibilità: il mantenimento di un importo complessivo di 1,4 miliardi di euro destinato alla flessibilità nel corso del periodo, finanziato, in caso di utilizzo, mediante risorse supplementari richieste agli Stati membri con la possibilità di riportare l´importo annuale (200 milioni di euro) in caso di non utilizzo ai due esercizi successivi e l´introduzione della possibilità di ricorrere allo strumento di flessibilità per gli stessi fabbisogni per oltre un anno, la possibilità per il Parlamento neoeletto di valutare il funzionamento dell´Accordo interistituzionale e delle prospettive finanziarie entro la fine del 2009 sulla base di una relazione che la Commissione si è unilateralmente impegnata a presentare, accompagnata se necessario da proposte. Migliorare la qualità dell´esecuzione dei finanziamenti comunitari e preservare le prerogative del Parlamento: l´inclusione nel nuovo regolamento finanziario dei principi della proporzionalità e del ricorso a procedure di facile utilizzo, la responsabilità degli Stati membri nelle attività in gestione comune ai fini di un migliore controllo interno dei finanziamenti comunitari, la necessità di introdurre un meccanismo di cofinanziamento con la Bei per potenziare l´effetto leva delle politiche comunitarie, la partecipazione del Parlamento europeo alla programmazione finanziaria e il finanziamento di nuove agenzie senza pregiudicare i programmi operativi, la piena partecipazione del Parlamento a una revisione approfondita, una maggiore partecipazione del Parlamento al processo decisionale Pesc e un più forte controllo democratico delle azioni esterne. .  
   
 

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