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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Ottobre 2012
 
   
  TECNOLOGIA E INNOVAZIONE: IL MADE IN ITALY CHE CONQUISTA I MERCATI ESTERI

 
   
  Perugia, 17 Ottobre 2012 – Cambia il volto del Made in Italy all’estero: nell’ultimo triennio, sia in ambito europeo che nei mercati Extra-ue, aumentano le vendite di prodotti italiani, che si specializzano inoltre in settori a maggior contenuto tecnologico. Questo è quanto emerge da “L’atlante del Made in Italy. Le rotte dell’export italiano prima e durante la crisi”, un’Indagine sulle tendenze dell’export nei principali mercati di riferimento per l’Italia, condotta da Assocamerestero – l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (Ccie) – e presentata durante la Xxi Convention mondiale delle Ccie che si apre oggi a Perugia. Quali sono i settori in cui l’export presenta il maggior grado di specializzazione? Nel periodo 2009-2011, il peso della meccanica, se confrontato con la media mondo dell’export del settore, risulta strategico per le vendite nei Grandi Sistemi Paese che stanno attraversando importanti processi di industrializzazione, come Cina, Brasile e India, con un valore più di due volte superiore alla media, e Sudafrica, di una volta e mezzo superiore. Fortemente specializzato nel chimico-farmaceutico è invece l’export in Giappone e Svizzera, con un indice più di tre volte superiore alla media. Maggiormente focalizzate nei settori tradizionali, invece, le esportazioni nel mercato russo (con i prodotti del tessile-abbigliamento), in Francia (con il Sistema Casa), e in Germania, Regno Unito e Stati Uniti (con i prodotti alimentari). “Come risulta dall’Indagine, la crisi ha modificato il posizionamento del Made in Italy all’estero, dove il “saper fare” italiano è riuscito ad individuare nicchie di mercato a maggior valore aggiunto, soprattutto nei Paesi che stanno trainando la ripresa e mostrano maggiore dinamismo. – afferma Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero – Perché l’internazionalizzazione rappresenti realmente un’opportunità di crescita per le aziende, è sempre più necessario dar loro un supporto qualificato e affidabile. In questo, le Camere di Commercio Italiane all’Estero rappresentano una risorsa fondamentale. Il nostro vantaggio competitivo è proprio quello di essere una rete di imprenditori al servizio del mercato e delle istituzioni italiane, che parla il linguaggio delle imprese e per questo è in grado di coglierne, e spesso anticiparne, le esigenze”. “L’internazionalizzazione è più che mai al centro delle strategie del sistema camerale italiano” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “La nostra azione si svolge in una logica di rafforzamento dei legami con le comunità di business italiane nel mondo e di consolidamento della collaborazione istituzionale a livello centrale e sui territori. Con l’obiettivo di giungere, finalmente, ad una programmazione più ragionata e condivisa degli interventi promozionali con il sistema associativo nazionale e locale, con il Governo, le Regioni e con tutte le altre forze produttive. Perché è questo che il sistema imprenditoriale ci chiede di fare. Nei prossimi mesi questa azione si farà ancora più incisiva sui territori, perché è da lì che arriva la domanda più pressante di sostegno da parte delle Pmi. E’ in avanzato stato di realizzazione il progetto per la costituzione – presso ogni Camera di Commercio – di sportelli di assistenza e di informazione specializzata, rivolti non solo alle oltre 200mila imprese che già operano sui mercati esteri per consolidarne la presenza, ma anche ad altre 70mila aziende che sono pronte a farlo ma che finora hanno esitato ad espandere la propria attività fuori dai confini nazionali”. Anche se si guarda al contributo all’export dato dai singoli settori, la crisi non intacca il ruolo predominante della meccanica, che rappresenta oltre un quarto delle vendite di prodotti italiani nell’Unione Europea, quota superiore alla media mondiale del 20,0%. In particolare, è leader incontrastata nei mercati Extra-ue a più elevato tasso di sviluppo, con quote export che spaziano dal 19,3% della Russia al 48,7% della Cina. I metalli e prodotti in metallo, spesso utilizzati nella componentistica e nell’edilizia dalle industrie locali estere, sono invece il comparto più dinamico, con un incremento medio annuo dell’export del 22,4%. Nei Paesi Extra-ue buone performance per comparti a medio-alto contenuto tecnologico come i mezzi di trasporto, che mantengono il primato in Russia (export cresciuto in media del +97,3%) e in India (+37,1%), e lo conquistano in Cina (+49,5%). Settori innovativi trainano le vendite anche in Brasile, con un incremento di oltre il 50% per gli apparecchi elettrici, e in Giappone, con un aumento di circa un terzo dell’export di elettronica. “Alla crisi resiste chi ha scommesso in qualità e innovazione, come conferma l’indagine sulle tendenze del Made in Italy di Assocamerestero. – sottolinea Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio di Perugia – L’export umbro è alimentato dal dinamismo di settori innovativi che si sono affiancati a quelli più tradizionali, che hanno maggiormente avvertito gli effetti della crisi globale. E difatti oggi ci presentiamo alla Convention puntando su comparti quali l’Aerospazio, il Biomedicale, la Componentistica Automotive, le Energie Rinnovabili, la Filiera Agroalimentare d’eccellenza, la Meccanica Agricola, il Tessile e il Cachemire, il Turismo. Qui abbiamo “stoffa”, capacità e energie per competere con buone possibilità di successo sui mercati internazionali più interessanti e ricettivi”.
settore manifatturiero italiano più dinamico, più importante e più strategico nei principali partner commerciali dell’Italia (Valori percentuali; Quote percentuali; Numeri Indice; Media 2009-2011)
Paese settore più Dinamico settore più Importante settore più Strategico
nome Settore Valore Parametro A Nome Settore Valore Parametro B Nome Settore Valore Parametro C
francia metalli di base e prodotti in metallo 23,6 Metalli di base e prodotti in metallo 14,7 Legno e prodotti in legno 143,8
germania metalli di base e prodotti in metallo 31,2 Metalli di base e prodotti in metallo 16,2 Prodotti alimentari 133,1
regno Unito macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 15,4 Mezzi di trasporto 16,1 Prodotti alimentari 182,8
spagna computer, apparecchi elettronici e ottici 62,2 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 14,6 Computer, apparecchi elettronici e ottici 134,5
stati Uniti prodotti alimentari 10,9 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 27,6 Prodotti alimentari 160,4
russia mezzi di trasporto 97,3 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 19,3 Prodotti tessili, abbigliamento 184,2
brasile apparecchi elettrici 51,1 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 37,7 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 193,4
india mezzi di trasporto 37,1 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 44,2 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 188,5
cina mezzi di trasporto 49,5 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 48,7 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 243,5
giappone computer, apparecchi elettronici e ottici 33,1 Prodotti tessili, abbigliamento 29,9 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali 339,4
svizzera metalli di base e prodotti in metallo 58,5 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 33,3 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali 307,1
turchia macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 41,9 Metalli di base e prodotti in metallo 23,3 Sostanze e prodotti chimici 163,1
sudafrica legno e prodotti in legno 36,7 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 25,7 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 166,5
extra Ue a 27 Paesi metalli di base e prodotti in metallo 23,6 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 15,1 Legno e prodotti in legno 120,3
ue a 27 Paesi metalli di base e prodotti in metallo 20,4 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 26,5 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 132,7
mondo metalli di base e prodotti in metallo 22,4 Macchinari ed apparecchi meccanici n.C.a. 20,0 -
fonte: Elaborazioni Assocamerestero
L’atlante Del Made In Italy Le rotte dell’export italiano prima e durante la crisi - L’atlante del Made in Italy si propone di tracciare gli itinerari dell’export verso i principali mercati di riferimento per l’Italia nella fase immediatamente successiva allo scoppio della crisi nel periodo (triennio 2009-2011), facendo emergere dal confronto con il periodo di più forte incremento delle nostre vendite (triennio 2006-2008) come siano cambiate le rotte dei prodotti italiani. Tre chiavi di lettura: 1) Dinamicità = settore dell’export italiano nei diversi Paesi/aree che ha registrato maggior incremento medio annuo; 2) Importanza = settore che detiene la maggiore quota sull’export italiano nei diversi Paesi/aree; 3) Specializzazione = in quale settore è maggiormente specializzato l’export italiano nei diversi Paesi/aree, ricavata attraversato il confronto tra la quota export di quel settore nei diversi Paesi e la quota export di quel settore nel mondo (Media Mondo = 100) 1) Settori più dinamici Nel periodo 2009-2011 i metalli e prodotti in metallo sono il comparto che registra il maggior incremento medio annuo dell’export, a livello mondiale (+22,4%), al di fuori dell’Unione Europea (+23,6%), e, con un ritmo leggermente inferiore, nei Paesi Ue a 27 (+20,4%). Risultato attribuibile al suo impiego nell’edilizia, nella costruzione di impianti, imballaggi, etc. Da parte delle industrie locali estere. Nei Paesi Ue e in ambito Extra-ue cambia il volto del Made in Italy rispetto al triennio precedente: nel periodo 2006-2008, nell’Ue a 27 il settore più dinamico erano i mezzi di trasporto (che crescevano del 14,4%), mentre nei Paesi Extra-ue erano i prodotti alimentari a trainare la crescita dell’export (+9,6%). Migliora il contenuto innovativo dell’export: si passa, infatti, da prodotti a bassa intensità tecnologica a prodotti a medio o medio-alto contenuto tecnologico sia nei Paesi extra-Ue che all’interno dell’Ue a 27. Il Made in Italy tradizionale come l’agroalimentare segna il passo in Spagna, dove ad essi subentra l’elettronica (con un incremento medio del 62,2%) e nel Regno Unito, dove è invece la meccanica a fare la parte del leone, con un aumento in media del 15,4%. Restano roccaforti per i nostri tradizionali prodotti di eccellenza gli Stati Uniti (con i prodotti alimentari in crescita del 10,9%) e il Sudafrica (con un incremento medio del 36,7% per il Sistema Casa). Buone performance anche in ambito Extra-ue per comparti a medio-alto contenuto tecnologico come i mezzi di trasporto, che mantengono il loro primato in Russia(export cresciuto in media del +97,3%) e in India (+37,1%), e lo conquistano in Cina (+49,5%), a scapito dei prodotti farmaceutici, mentre in Turchia è la meccanica a farla da padrone (+42% circa). Settori innovativi trainano le vendite anche in Brasile, con un incremento di oltre il 50% per gli apparecchi elettrici, e in Giappone, con un aumento di circa un terzo dell’export di elettronica. 2) Settori più importanti Se si guarda, invece, al contributo all’export dato dai singoli settori nelle diverse Aree Paese, la crisi non intacca il ruolo predominante della meccanica, che rappresenta oltre un quarto delle vendite di prodotti italiani nell’Unione Europea, quota superiore alla media mondiale del 20,0%. In particolare, la meccanica è leader incontrastata nei mercati Extra-ue più dinamici, con quote export che spaziano dal 19,3% della Russia al 48,7% della Cina. In Europa la situazione è più variegata: mentre in Germania, infatti, il settore più importante dell’export è la metallurgia (con una quota del 16,2%), nel Regno Unito è quello dei Mezzi di Trasporto (16,1%). 3) Settori più strategici Ma quali sono nei diversi Paesi i settori in cui l’export presenta il maggior grado di specializzazione? Misurato in termini di incidenza del settore sul totale dell’export nel Paese rispetto all’analogo valore medio mondiale (Media Mondo=100), l’export della meccanica risulta strategico verso i Paesi dell’Ue a 27 (con un valore pari a 132,7). Il comparto si rivela strategico anche per le vendite nei Grandi Sistemi Paese che stanno attraversando importanti processi di industrializzazione, come Brasile (193,4), India (188,5), Cina (con un valore pari a 243,5, più di due volte superiore alla media) e Sudafrica (166,5). Ciò ben esemplifica il posizionamento del Made in Italy in queste realtà, dove il “saper fare” italiano si traduce in macchinari di qualità con cui vengono a loro volta realizzati prodotti finiti in loco. In Germania, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, invece, si conferma un’alta specializzazione nei prodotti alimentari, mentre in Giappone e in Svizzera è elevata rispetto alla media mondiale la quota dell’export del chimico-farmaceutico, settore fortemente export oriented e in cui l’Italia, anche a livello di ricerca, vanta una posizione d’avanguardia. Maggiormente specializzate nei settori tradizionali le esportazioni nel mercato russo (184,2 l’indice per i prodotti del tessile-abbigliamento) e in Francia con il Sistema Casa (143,8).
 
   
 

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