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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Ottobre 2012
 
   
  UE, PREMIO NOBEL: I LEADER POLITICI A CONFRONTO

 
   
  Bruxelles, 17 ottobre 2012 - Nella storia i premi Nobel hanno suscitato lunghi dibattiti e feroci critiche. Quello di quest´anno non è da meno. Nonostante molti deputati abbiano ricevuto la notizia come un ottimo modo per rinforzare l´Ue in tempo di crisi, altri deputati si sono rivelati più scettici. Abbiamo chiesto ai leader dei gruppi politici cosa significa per loro questo premio. Joseph Daul, leader del Partito popolare europeo - "L´europa si trova ad un crocevia, e questo premio arriva proprio al momento giusto. Ci ricorda che l´Europa funziona meglio quando rimane unita. Mi ricorda il coraggio dei nostri padri fondatori, che proprio a seguito di un conflitto globale, si sono riuniti per assicurare la pace e la prosperità. Mi ricorda ancora che l´Europa ha saputo ritrovarsi anche dopo la caduta del Muro di Berlino assicurando sessant´anni di pace". Hannes Swoboda, leader del gruppo di centro sinistra S&d - "In tempo di crisi, attribuire il Nobel per la Pace all´Unione europea significa fare un passo coraggioso. Oggi non abbiamo bisogno di meno Europa o un passo indietro verso gli stati nazionali, ma abbiamo bisogno di più Europa. Il premio Nobel per la Pace è sia un riconoscimento dei nostri traguardi, sia una nuova sfida". Guy Verhofstadt, leader del gruppo Alde - "Questo premio mette in evidenza che la visione dei padri fondatori di un´Europa che sorpassasse la divisioni storiche e riunisse tutti insieme, è stato un messaggio che risuona ancora oggi". "Per affrontare il ritorno del nazionalismo e degli atteggiamenti euroscettici, è necessario combattere con lo spirito dei padri fondatori dell´Unione europea". Gabriele Zimmer, leader del gruppo Gue - "Per rendere giustizia al premio ricevuto, l´Ue dovrebbe invertire le sue politiche attuali. Le politiche esterne dovrebbe essere basate sulla solidarietà e la cooperazione, non su accordi commerciali ingiusti e interventi militari. Abbiamo anche bisogno di maggiore giustizia sociale e uguaglianza. Più democrazia. E non un patto di bilancio che ci rende tutti più poveri. Il Pe, e non i parlamenti nazionali, deve essere l´attore principale per il futuro dell´Europa". Martin Callanan, leader del gruppo dei Conservatori e riformisti europei - "Non condivido il discorso che senza le istituzioni europee l´Europa avrebbe attraversato un periodo nero. Molte organizzazioni, persone e fattori hanno contribuito alla "pace" in Europa. Nella metà del Xx secolo, gli Stati Uniti, la Nato, l´Onu e la Comunità europea del carbone e dell´acciaio. Più tardi, la riconciliazione è stata portata avanti grazie al modello occidentale di mercato libero e dagli interventi di Reagan, Thatcher e dal Papa". Nigel Farage, leader del gruppo Europa per la libertà e la democrazia - "Ho riso quando ho sentito la notizia. È una barzelletta. L´ue ha contribuito alla povertà e alla disoccupazione di milioni di persone, che hanno portato a attivi di violenza nel Sud dell´Europa".  
   
 

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