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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Ottobre 2012
 
   
  SICILIA: RISANAMENTO E RINEGOZIAZIONE PER USCIRE DALLA CRISI

 
   
  Palermo, 17 ottobre 2012 - "Grazie allŽazione di risanamento avviato dalla Regione e riconosciuta dallo Stato, abbiamo raggiunto lŽintesa sul patto di stabilitaŽ, che ha consentito di utilizzare alcuni spazi finanziari per evitare lŽinterruzione dei pagamenti ed il caos della Sicilia, e riaperto il confronto, dopo oltre quarantŽanni di tentativi andati a vuoto, sullŽattuazione delle norme finanziarie dello Statuto (artt. 36,37 e 38)". Lo ha detto ieri lŽassessore regionale per lŽEconomia, Gaetano Armao, alla presentazione del 23° Rapporto Sud della Fondazione Curella-diste Consulting questa mattina allŽAula Magna della FacoltaŽ di Economia dellŽUniversitaŽ di Palermo. "La Sicilia - ha detto - ha vissuto per oltre un decennio al di sopra delle proprie possibilitaŽ, ed a seguito delle manovre di contenimento della spesa ha riportato questŽanno la spesa corrente ai livelli raggiunti allŽinizio degli anni 2000, e cioŽ sia per stanziamenti (11.790 md per il 2012 a fronte di 11.015 md del 2000), che per pagamenti (9.129 md del 2011 contro 9.587 md del 2001). Anche se occorre tener presente che nel contesto di crisi recessiva di forte contrazione dellŽeconomia e del mercato del lavoro (Pil -3,4 nel 2012 e -1,6 nel 2103) le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dallŽattuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil piuŽ pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord (effetto depressivo sul Pil nel 2012 dellŽ1,1% di cui peroŽ: 8 decimi di punto nelle regioni centro settentrionali e 2,1 punti percentuali in quelle meridionali). LŽimpatto delle manovre al Sud ricade per il 75% sulla dinamica degli investimenti (causa i tagli operati al Fondo per le aree sottoutilizzate-Fas) e determina il calo del Pil di 1,7 punti percentuali sui complessivi 2,1 punti". "Pur senza metterne in dubbio la necessitaŽ - ha proseguito Armao - non possono essere tuttavia sottaciuti alcuni Žeffetti distorsiviŽ dellŽapplicazione aritmetica del patto di stabilitaŽ ad una Regione ad autonomia differenziata del Mezzogiorno con un diffuso disagio economico e gravi ritardi infrastrutturali. Per la Regione, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, con le ultime iniziative legislative del Governo Monti, nel triennio 2012-14 il Patto di stabilitaŽ pesa per oltre 1,3 md nel 2012 (limitando per lŽanno in corso a 5,2 md i pagamenti, soltanto lo scorso anno ammontanti a 6,7 md). Con questi saldi nel 2014, con esclusione della SanitaŽ, su un bilancio di 27 miliardi, si potranno effettuare pagamenti per 4,6 miliardi che, al netto di stipendi, pensioni e restituzione del debito, riduce a 1,8 miliardi le risorse disponibili per far tutto il resto, compresi investimenti e cofinanziamento della spesa europea (che dovrebbero crescere). Ricorrendo ad una metafora, eŽ come chiedere ad un pilota di pigiare contemporaneamente freno ed acceleratore: gli effetti di paralisi sulla trazione sono gli stessi di quelli ai quali assistiamo sulla finanza regionale e locale". Nella conclusione del suo intervento lŽassessore per lŽEconomia ha affermato che: "I tetti del patto di stabilitaŽ, determinati in modo aritmetico dallo Stato e senza la necessaria graduazione e considerazione dei diversi livelli di autonomia, penalizzano maggiormente le Regioni che hanno competenze piuŽ estese, i cui costi, spesso, sono solo in minima parte comprimibili, che hanno piuŽ investimenti da co-finanziare (fondi strutturali, fondo sviluppo e coesione, giaŽ Fas) ed hanno maggiori oneri per trasporti (che nonostante le richieste, non sono stati esclusi dal patto)". Armao ha sottolineato che "senza misure di riequilibrio della spesa nel Patto di StabilitaŽ europeo non solo si paralizzeraŽ la crescita e si renderaŽ impossibile il risanamento, ma cioŽ condurraŽ la Sicilia a consolidare il sottosviluppo nel quale ha allignato la mafia e la sua risposta criminale alla miseria ed al bisogno. Solo con i Žconti in regolaŽ e classi dirigenti capaci di far Žmassa criticaŽ la Regione potraŽ uscire da una grave crisi economica ed essere, cosiŽ, protagonista della ripresa del nostro Paese e pretendere le imprescindibili misure di sostegno alla crescita e gli interventi di perequazione infrastrutturale senza i quali rischia lŽulteriore impoverimento e consolidamento del divario". Infine, lŽassessore per lŽEconomia ha detto: "Insieme al futuro della Sicilia eŽ in gioco la sua stessa autonomia che potraŽ riaffermarsi solo trasformandola ed innovandola, senza offrire piuŽ spazio a privilegi, prebende, intermediazioni parassitarie che hanno costituito le cause del paradosso dellŽautonomia: conquistata per tutelare i siciliani e divenuta, e non solo per i costi e le inefficienze generate, remora per lo sviluppo e la crescita".  
   
 

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