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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Ottobre 2012
 
   
  RIORDINO PROVINCE: IN BASILICATA LA CLASSE DIRIGENTE È CHIAMATA A DARE UNA MIGLIORE PROVA DI SÉ, ACCANTONANDO CONDIZIONAMENTI LOCALISTICI, E PRODURSI IN UNO SLANCIO DI LUNGIMIRANZA POLITICA, DI COESIONE TERRITORIALE E UNITÀ

 
   
   Potenza, 17 ottobre 2012 - “Tenere unito il territorio, tenere unita la Regione, tenere coesa la Regione, significa valorizzare le città capoluogo, pensare al protagonismo dei territori, aprire una relazione proficua con lo Stato per concordare come riorganizzare la presenza dello Stato in Basilicata”. E’ quanto ha affermato il presidente della prima Commissione consiliare (Affari Istituzionali), Vincenzo Santochirico illustrando all’Assemblea il documento relativo al riordino delle Province e loro funzioni, approvato a maggioranza, ieri mattina, in Commissione. “La città di Potenza - ha aggiunto - è il capoluogo della regione, qui ha sede l’ente Regione, la maggior parte degli enti regionali, già attualmente è sede delle articolazioni regionali dello Stato e delle articolazioni delle principali istituzioni pubbliche nazionali. Questo ruolo va conservato, così come non v’è dubbio che per tali caratteristiche non può che essere, anche nella malaugurata ipotesi di Provincia unica, non può essere che la città di Potenza, candidata ad essere il principale interlocutore dello Stato, a cominciare dalla sua rappresentanza unitaria, di cui all’articolo 10 della legge 135. La città di Matera deve essere associata a questo riassetto delle istituzioni locali, conservando, una capacità, un punto di rappresentanza istituzionale ed è per questo che viene indicato nel documento la sede del capoluogo provinciale. La conservazione di una rappresentanza istituzionale e sovracomunale consente, a quella città, di evitare un declassamento, una mortificazione che genererebbe, o alimenterebbe, perché già ce ne sono in corso, spinte centrifughe. Le due città, coprotagoniste del progetto unitario lucano, motore di un processo di rafforzamento delle ragioni e delle relazioni connettive, sigilli della inscindibilità di un’unica storia e di un unico destino. Le due città artefici di un rinnovato patto che parte dall’accordo, richiesto dal comma 4 bis dell’articolo 17, che non possiamo qui che semplicemente auspicare e raccomandare. Generosità, comprensione, convergenza, simbiosi sono attributi, qualità, propensioni che le città e le sue classi dirigenti possono e devono virtuosamente profondere e inverare in un impegno congiunto”. “E’ positivo – ha proseguito ancora Santochirico - che sia stata prevista una Conferenza dei Capigruppo congiunta delle due città perché è un modo per lavorare insieme e per trovare soluzioni decisive. Un contributo decisivo importante per cementare questo processo può e deve venire anche dal Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, che si è fatto spesso carico delle ansie e dei problemi delle due città, chiede loro un contributo decisivo alla conservazione e consolidamento della casa comune regionale e provinciale. Ma la nuova dimensione provinciale obbliga necessariamente ad una ormai inevitabile ed irrinunciabile riedizione dei protagonisti del territorio. E’ impensabile che vi sia un vuoto, che sarebbe in questo caso ancora più ampio, abissale, fra singolo Comune, fra ognuno dei singoli 131 Comuni, e la Regione e la Provincia, che in questo caso coinciderebbero. E’ indispensabile un raccordo di area vasta, non solo come facilitatore di attività e servizi che già sono propri dei Comuni, ma come destinatario ed assuntore di competenze ed attribuzioni degli enti sovracomunali che ad essi possono essere assegnati, in particolare dalla Regione”. “Terzo ed ultimo capitolo – ha detto - è la riorganizzazione dello Stato sul territorio regionale/ provinciale. Vi è una forte laison fra capoluogo regionale e rappresentanza unitaria dello Stato, ex articolo 10. Sul resto vanno aperte una fase ed una sede concertativa fra Stato e Regioni. Sul regolamento che dovrà emettere il governo ai sensi dell’articolo 10 è già previsto il parere della Conferenza Unificata. A noi non basta che ci sia un parere sul regolamento, noi dobbiamo esigere che nel regolamento vi sia la previsione di una relazione positiva e puntuale fra Stato e Regioni, quale sede appunto perché lo Stato prima di decidere come si riorganizza senta e recepisca il parere, l’opinione e la volontà delle Regioni. Vi è una disponibilità dichiarata dal Ministro delle Riforme. Il Presidente della Regione avrà il compito, questo lo prevede espressamente il documento approvato in Commissione, di sondare e raccogliere immediatamente, anche dal punto di vista formale, la disponibilità del governo a concertare e concordare l’articolazione dello Stato nella nostra regione. Questo, sostanzialmente, dice il documento della I Commissione, che al punto primo fa proprio il documento della Conferenza delle Autonomie locali di Basilicata, con la riproposizione sostanzialmente delle due Provincie; secondo, prevede una valorizzazione delle due città capoluogo di provincia, Potenza come capoluogo regionale e come punto di riferimento principale delle articolazioni dello Stato e la città di Matera come sede dell’eventuale provincia unica ,che viene definita anche nel documento Provincia di Lucania e nel documento stesso si chiede di aprire questa fase concertativa con il Governo, affidandone l’iniziativa al Presidente della Regione. C’è una raccomandazione, un invito, una sollecitazione che viene rivolta alle due città capoluogo, per trovare un accordo per fissare la sede capoluogo di provincia in un comune diverso da quello più popoloso , essendo questo previsto dalla legge, e questo è l’auspicio che noi facciamo. Perché il riconoscimento e il consolidamento di una casa comune, regionale e provinciale, sia anche nello spirito e nell’azione delle due città già capoluogo di provincia. Infine, ultimo punto qualificante del nostro documento è la riaffermata necessità di dare ulteriore impulso al coinvolgimento dei territori nel sistema di governance regionale”. “Siamo nel pieno di un ridisegno dell’ossatura istituzionale pubblica nella nostra regione – ha concluso il presidente della prima Commissione. Lo facciamo consapevoli che andremo a completare questo disegno con lo Statuto. Siamo consapevoli come siamo che ogni forza politica, ogni gruppo, presente qui, è composta da varie sensibilità, da varie appartenenza, da vari insediamenti territoriali, ma io credo che in un momento difficile e aspro della vita democratica, anche di quella regionale come è questa, la sua classe dirigente è chiamata a dare una migliore prova di sé, accantonando convenienze, calcoli di opportunità, condizionamenti localistici, e prodursi in uno slancio di onestà intellettuale, di lungimiranza politica, di coesione territoriale, di immedesimazione e unità. Deve fare questo oggi la classe dirigente lucana. E a questo è chiamato il Consiglio regionale, per rinnovare la sua missione che è quella di custodire il passato, di interpretare e governare il presente, di preparare e assicurare un futuro di coesione, autonomia ed unità a questa comunità regionale”.  
   
 

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