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Notiziario Marketpress di Giovedì 01 Giugno 2006
 
   
  ITALIANI POLIGLOTTI PER VIAGGIARE

 
   
  Gli italiani sostengono di sapere le lingue (66,2%) anche se si tratta prevalentemente di una conoscenza scolastica. Al Centro (66,9%) il dato è allineato con quello nazionale, al Sud e nelle Isole scende sotto la media nazionale (63%), per confermarsi invece a livelli più alti nelle regioni del Nord-ovest (67,5%) e del Nord-est (69,3%). La conoscenza delle lingue è concentrata sull’inglese (53,5%), in particolare al Centro (57,2%) e al Sud (54,7%), seguito dal francese (37,1%), molto apprezzato nelle regioni del Nord-ovest (43%), dal tedesco (4%) e dallo spagnolo (2,8%), in misura molto esigua. Una curiosità, l’italiano è la quinta lingua “straniera” parlata in Italia (2,1%) poiché utilizzata dai cittadini stranieri che risiedono nel nostro paese o dalle persone appartenenti a minoranze linguistiche. Il 33,8% delle persone intervistate che non sa parlare alcuna lingua straniera (nel Sud e nelle Isole è il 37% mentre nel Nord-est è il 30,7%). Per quanto riguarda il numero di lingue conosciute, in Italia, il 42,1% ne parla solo una; il 18,9% degli abitanti parla due lingue, nel Nord-est è il 24,2% e nel Nord-ovest il 19%. E a fronte di un 4,2% nazionale di persone che parlano tre lingue, nel Nord-ovest sono il 6%. Ciò nondimeno è il Centro a detenere lo scettro dei poliglotti, con l’1,7% di persone che conoscono quattro lingue, oltre alla lingua madre, contro l’1% della media nazionale. In generale è nelle fasce della popolazione più giovane e istruita che si registra la quota più elevata di persone (91,4%) che dichiarano di conoscere almeno una lingua, mentre più si sale con l’età, maggiore è l’analfabetismo linguistico: il 56,5% dei pensionati e il 52,3% delle casalinghe, infatti, non conosce nessuna lingua. La preparazione fornita dalla scuola pubblica, che rappresenta il principale e spesso unico canale di formazione linguistica, secondo l’opinione del 55,9% della popolazione italiana è ritenuta scarsa o gravemente insufficiente, mentre è adeguata secondo il 32,6% del campione. Tuttavia, anche se circa i due terzi della popolazione italiana sostiene di saper parlare una lingua straniera, quando si tratta di dover valutare il proprio livello di conoscenza, almeno della prima lingua straniera, la situazione cambia decisamente. Ben il 50,1% degli intervistati infatti ritiene “scolastico” il suo grado di preparazione linguistica, soprattutto al Sud e nelle Isole (53%), e il 19% lo valuta “di base”, in particolare nel Nord-est (21,8%). Solo il 23,9% giudica il proprio livello “buono” e il 7,1% “molto buono”. L’utilizzo delle lingue straniere risulta prevalentemente “sporadico” e legato ad una dimensione “ricreativo-affettiva”: il 56,9% di coloro che parlano una lingua straniera sfrutta tale conoscenza per “fare viaggi all’estero”, e il 35,4% per “relazionarsi con amici e parenti”. Infatti, viaggi e vacanze rappresentano le circostanze più frequenti di uso delle lingue per gli abitanti di Nord-ovest (66,9%) e Nord-est (62,7%), mentre al Sud e nelle Isole il valore è decisamente inferiore alla media nazionale (43,6%). In Italia solo il 28,5% sfrutta la conoscenza delle lingue per leggere libri/quotidiani/riviste o guardare dei film (26,5%); mentre il 25,9% è facilitato nell’uso di internet. L’ambito lavorativo non sembra conciliarsi con l’utilizzo delle lingue, poichè riguarda solo una minoranza di persone (28,6%); ben il 60,7% di coloro che lavorano non ha mai avuto modo di esercitare le proprie competenze linguistiche, soprattutto al Centro (66%) e al Sud (69,7%). In generale, in tutto il Paese, a prescindere da eventuali competenze linguistiche possedute, nonostante il 68% degli intervistati sia convinto dell’importanza delle lingue per migliorare il proprio successo lavorativo, sia in termini di ricerca del lavoro che di possibilità di carriera, non c’è una forte motivazione a imparare una lingua straniera in futuro. Oltre la metà (52,9%) della popolazione infatti non ha nessuna intenzione di farlo, il 25,2% probabilmente non lo farà, mentre solo il 4% è spinto da una forte motivazione e il 17,9% forse lo farà. Questi sono alcuni dei dati di un’indagine realizzata nell’ambito del progetto Let it Fly (finanziato dal Fondo Sociale Europeo - Programma Operativo Nazionale Obiettivo 3 - "Azioni di sistema" a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per le Politiche per l´Orientamento e la Formazione, e affidato al Raggruppamento Temporaneo d´Impresa costituito da Sinform, Fondazione Censis, Enaip Emilia Romagna, Consorzio Editoriale Fridericiana, Grandi Numeri) che sono stati presentati o a Roma presso il Censis Le analisi sulla domanda di formazione linguistica da parte della popolazione sono state realizzate dal Censis e da Grandi Numeri. .  
   
 

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