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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Ottobre 2012
 
   
  II FORUM ITALIANO SULLE BIOTECNOLOGIE INDUSTRIALI E LA BIOECONOMIA

 
   
  Milano, 25 ottobre 2012 - Sono 7 mila i ricercatori in Italia, secondo i dati Assobiotec, Bioinitalyreport 2012 sul settore delle biotecnologie, che conta nell’intero settore nazionale 394 imprese, 52 mila addetti e 7 miliardi di fatturato. La maggiore concentrazione in Lombardia. Ai grandi gruppi si affianca la ricerca delle pmi specializzate: sono circa 200 gli addetti delle imprese lombarde specializzate nel settore ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie, su un totale di circa 700 in Italia. 230 le pmi di ricerca nazionali del settore, circa una su cinque è in Lombardia. Tra le province lombarde prima Milano con 130 addetti, Brescia con 40. Tra le prime province in Italia per addetti nelle imprese del settore: Milano, Trento, Roma, Siena e Brescia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro imprese 2012 al terzo trimestre. A Milano La Seconda Edizione Del Forum Italiano Sulle Biotecnologie Industriali E La Bioeconomia Oltre 190 partecipanti, 30 presentazioni e 40 poster di aziende, università e centri di ricerche nel campo dell’applicazione industriale delle biotecnologie e della bioeconomia. Sono questi i numeri della seconda edizione di Ifib, il Forum italiano sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia, che si chiude oggi a Milano in Camera di commercio. Organizzato da Assobiotec, l’Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, Innovhub-stazioni Sperimentali per l’Industria (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano) e Italian Biocatalysis Center, Ifib è il primo evento italiano dedicato interamente alla bioeconomia, dove relatori di alto livello si confrontano sulle politiche da implementare per far sì che l’Italia possa favorire una crescita economica sostenibile rispondendo, grazie alle biotecnologie industriali, a tutte le sfide che pone il nuovo millennio: superamento della dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti energetiche fossili, aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici. Il forum è articolato in sessioni dedicate alla Chimica-farmaceutica, alla Biocatalisi, all’Ambiente, all’Agro-alimentare e all’Energia. “La bioeconomia – commenta Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec – è un settore su cui anche l’Italia deve puntare con forza, come stanno facendo gli altri Paesi europei, la Russia, gli Stati Uniti, ma anche molti Paesi asiatici e sudamericani, se davvero si vuole conciliare la crescita economica del Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro con la sostenibilità ambientale. Per raggiungere l’obiettivo serve però una strategia concreta per lo sviluppo della bioeconomia, che ci auguriamo il Governo voglia presto varare perché il Paese possa partecipare da protagonista a questa nuova rivoluzione industriale”. “Il riscontro positivo della prima edizione di Ifib e le conferme avute in occasione di quella attuale – dichiara Alessandro Spada, presidente di Innovhub Stazioni Sperimentali per l’industria, Azienda Speciale Cdc Milano - dimostrano come in Italia nel settore della bioeconomia ad una ricerca di eccellenza si associa una realtà industriale dinamica e competitiva. La nostra partecipazione all’organizzazione dell’evento – prosegue Spada – testimonia l’impegno di Innovhub Ssi e del sistema camerale milanese nel suo complesso volto a favorire l’avvio di processi innovativi attraverso l’offerta di servizi di eccellenza”. “La partecipazione a questa seconda edizione di Ifib – sostiene Giovanna Speranza, docente di Chimica organica all’Università di Milano e componente del Comitato scientifico – va al di là delle più ottimistiche previsioni. E’ il segno di un interesse crescente verso la bioeconomia in Italia e di una grande vitalità della nostra ricerca, che non ha nulla da invidiare al resto del mondo. C’è un’esigenza sempre maggiore di fare rete, di condividere le proprie conoscenze e di metterle al servizio dell’industria per contribuire alla crescita economica del nostro paese. Questo è un aspetto che ci auguriamo anche il Miur voglia sostenere concretamente".  
   
 

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