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Notiziario Marketpress di
Martedì 30 Ottobre 2012 |
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A RIVA DEL GARDA ILLUSTRA POLITICHE REGIONE UMBRIA A FAVORE INVECCHIAMENTO ATTIVO
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Perugia, 30 ottobre 2012 - “In Umbria, nonostante si registri un elevato indice di vecchiaia, i dati sulla non autosufficienza dimostrano che il 46 per cento della popolazione over 65 è in piena autonomia o autosufficienza, mentre solo il 24 per cento degli anziani risulta essere non autosufficiente”. Lo ha riferito la vicepresidente della Regione Umbria, con delega al Welfare Carla Casciari, intervenendo al Festival della famiglia a Riva del Garda. La vicepresidente è stata invitata a illustrare le politiche adottate dalla Regione Umbria a favore della popolazione anziana, nonché la legge regionale del 27 settembre 2012, n. 14, “Norme a tutela della promozione e della valorizzazione dell’invecchiamento attivo”, che ha tra gli obiettivi quello di programmare interventi strategici, appropriati ed innovativi per limitare gli effetti negativi sul sistema sociale ed economico dell’irreversibile andamento demografico che prevede un costante aumento del numero degli anziani. “Malgrado allo stato attuale si registri nella popolazione anziana una maggioranza di soggetti autosufficienti – ha detto la vicepresidente - è evidente che negli anni questa forbice lentamente confluirà verso un aumento delle persone non autonome, ma ad oggi è quella quota di anziani ancora in grado di mantenersi ‘attivi’ che dovremmo valorizzare, promuovendo un invecchiamento in salute e tenendo in considerazione anche l’aumento della speranza di vita della popolazione”. Per la vicepresidente risulta quindi indispensabile porre in essere azioni indirizzate alla prevenzione di un ‘cattivo’ invecchiamento, non solo limitando quei fattori di rischio per malattie invalidanti con corretti stili di vita, ma più in generale contrastare quelle situazioni che generano un aumento della fragilità sociale a cui spesso gli anziani, seppur autonomi, sono inevitabilmente esposti e che diventano motivo di esclusione sociale, isolamento e depressione. La Regione Umbria ha raccolto la sfida lanciata dall’Europa ed ha voluto ridefinire la politica programmatoria rivolta agli anziani partendo dal presupposto che gli anziani umbri che si collocano nelle fasce di età 65-75 anni hanno un livello di autonomia alto che, realisticamente, può rimanere tale se supportato da politiche attive in grado di contrastare i rischi tipici connessi all’avanzare dell’età”. Diversi sono stati gli atti regionali a sostegno di questa politica: il Patto per il benessere degli anziani sottoscritto dalla Regione Umbria insieme allo Spi-cgil-uilp-uil-fnp-cisl, con il quale è stato istituito l’Osservatorio per la Salute degli anziani , la cui attività si integra con quella dell’Osservatorio Epidemiologico regionale, come strumento indispensabile per la valutazione del trend della non autosufficienza, per la valutazione della residenzialità e semiresidenzialità in termini di congruità e di esiti di salute, per un’analisi dei consumi sanitari e ospedalieri degli anziani e per l’implementazione dei un sistema di rilevazione, analisi e valutazione dell’assistenza domiciliare integrata. A questo si aggiungono le linee guida regionali per la pianificazione sociale di territorio nell’area anziani, nelle quali la Giunta Regionale ha individuato quali assi di intervento strategico, primo tra tutti quello di favorire la vita indipendente dell’anziano, sostenendo la scelta di continuare a vivere nella propria casa. “E’ evidente - ha aggiunto - come le politiche sociali vengano integrate e si misurino quotidianamente con quelle di carattere sanitario. Ma, se tra gli obiettivi che come amministratori pubblici dobbiamo porci c’è anche quello del contenimento dei costi per la spesa sanitaria, è inevitabile rivolgerci all’area anziani che, nei paesi industrializzati, impegna la maggior parte delle risorse del servizio sanitario nazionale, sia in termini di ricoveri che di spesa farmaceutica”. La vicepresidente ha quindi ricordato che la Regione Umbria coordina, con funzioni di capofila, il Progetto "Sviluppare a livello locale la promozione della salute, secondo i principi di Guadagnare Salute" finanziato dal Ministero della Salute al quale hanno aderito anche il Veneto, l’Emilia Romagna e la Calabria. Inoltre, a cavallo tra il 2008 e il 2010 ha aderito al Sistema di sorveglianza Passi d’argento, per il quale è stata incaricata dal Ministero della Salute con il Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ccm), di definire un modello di indagine periodica sulla qualità della vita nelle persone con 65 anni o più. “L’attività di prevenzione – ha detto - è quindi di primaria importanza e, come riportato dal Piano Regionale di Prevenzione 2010-2012 l’attività fisica e motoria sono componenti indispensabili al benessere e sono da anni azioni prioritarie di sanità pubblica inserite abitualmente nei piani e nella programmazione sanitaria”. Anche in questo contesto i dati relativi all’Umbria sono incoraggianti: nella regione circa il 34per cento degli ultra 64enni fa attività fisica in particolare all’aria aperta: “Una tendenza alla quale la Regione Umbria ha voluto dare appoggio e sostegno promuovendo ‘Il Parco Terapeutico’, un progetto unico nel suo genere, anche a livello europeo, che si propone un utilizzo innovativo dei Parchi dell’Umbria attraverso lo sviluppo di percorsi di attività eco-terapica, come strumento per il trattamento di varie patologie e disagi psichici e fisici. Infine, due proposte di legge, attualmente depositate in Consiglio Regionale, puntano a promuovere il turismo sociale”. Concludendo la vicepresidente in proposito alla legge regionale sull’invecchiamento attivo ha ricordato che l’Umbria è la seconda regione italiana che si è dotata di una normativa ad hoc. “Affinché la legge trovi concreta realizzazione nella programmazione degli interventi – ha precisato - la Giunta regionale approverà ogni anno d’intesa, con le Zone Sociali, un piano operativo che integri le diverse politiche e risorse regionali previste dalla legge. I piani operativi dovranno tener conto sia degli interventi di carattere regionale che quelli territoriali al fine di coordinare e armonizzare le diverse azioni”. |
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