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Notiziario Marketpress di Mercoledì 31 Ottobre 2012
 
   
  AGRICOLTURA. VENETO: LA RICETTA AL CURARO DEI PROFESSORI RISCHIA DI PARALIZZARCI

 
   
  Venezia - “Temo che il preannunciato record storico dell’export agroalimentare Made in Italy, previsto quest’anno in 31 miliardi di euro, con una crescita del 50 per cento delle vendite di riso italiano in Cina e del 35 per cento degli spumanti nazionali in Francia, abbia fatto ritenere al Governo dei Professori che quello agricolo sia un settore produttivo da spremere di più. Di certo è questo l’effetto che avrà l’attuale testo della Legge di Stabilità, che deprimerà e probabilmente spingerà alla chiusura molte aziende agricole, la loro concorrenzialità e la loro capacità di costruire valore per tutti”. Franco Manzato guarda con preoccupazione alle conseguenze di questa “che è una vera e propria manovra finanziaria, finalizzata in maniera univoca a dare respiro ai circa 2 mila miliardi di deficit costruito negli anni dallo Stato, rispetto ai quali la politica e gli apparati statale non sembrano dare segni di ravvedimento, preferendo scaricare il debito sui cittadini, sugli enti locali e sulle imprese. E’ una freccia al curaro che rischia di paralizzare tutta l’economia italiana, o ciò che ne resta”. “Rivalutare il reddito domenicale e il reddito agrario del 15 per cento non solo aggraverà la fiscalità aziendale, ma si porterà via tutta la residua redditività delle aziende che sono finora riuscite a non indebitarsi. Del medesimo segno – aggiunge Manzato – è anche la rivalutazione al 5 per cento dei terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (iscritti quindi alla previdenza sociale). A questo si aggiungono la riduzione del 5 per cento del gasolio agevolato alle aziende agricole e un più impattante incremento dell’Iva sugli acquisti. Tutto questo è un disegno sulla carta che non considera quali sono i veri margini di guadagno dell’agricoltura, per gran parte già inesistenti e comunque risucchiati da altri segmenti delle filiere. Non è così che si cresce – conclude Manzato – e senza crescita le entrate dello Stato diminuiranno a fronte di una spesa per interessi che non cala, mentre semmai bisogna avere il coraggio di detassare i comparti produttivi per renderli concorrenziali con i mercati internazionali e comunque sostenere quei segmenti, come l’agricoltura, che oggi sembrano i soli a creare valore e occupazione”.  
   
 

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