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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
 
   
  ACCENTURE E AGICI: VERSO UN NUOVO MODELLO ENERGETICO ITALIANO

 
   
   Milano, 20 febbraio 2007 —Accenture e Agici Finanza d´Impresa presentano il 14 febbraio i risultati dello studio "Verso un nuovo modello energetico: Azioni per l´efficienza e le rinnovabili", curato da Andrea Gilardoni dell´Università Bocconi e Claudio Arcudi di Accenture. Per il rinnovamento del modello energetico italiano, quest´anno lo studio evidenzia ventun proposte d´azione raggruppabili in sei aree: 1. Rilanciare con forza le fonti rinnovabili. 2. Focalizzare il Cip 6 sulla cogenerazione. 3. Incentivare l´efficienza nel consumo di energia. 4. Promuovere l´efficienza economico-ambientale della generazione termoelettrica. 5. Promuovere azioni di efficienza a livello di gestione aziendale. 6. Sostenere la termovalorizzazione con uno strumento specifico. Lo studio simula gli effetti quantitativi dell´applicazione delle proposte nel prossimo decennio. Rispetto al mix produttivo tendenziale, si ipotizza una flessione della generazione da fonti fossili dal 77% al 66%, con un aumento delle quote di rinnovabili (+8%) e di termovalorizzazione (+3%). In un´ottica di diversificazione delle fonti energetiche e contenimento dei costi di produzione lo studio propone un maggior utilizzo (+6%) del carbone "pulito" rispetto a gas e olio combustibile. Il mix produttivo risultante determinerebbe inoltre una riduzione delle emissioni di Co2 dell´8% circa rispetto ad oggi, pur in un contesto di crescita dei consumi di elettricità. Dal punto di vista propositivo, le tesi di fondo dello studio sono le seguenti: Gli incentivi pubblici andrebbero focalizzati su specifici obiettivi. Si dovrebbe disgiungere, per quanto possibile, il sostegno alle rinnovabili da quello all´efficienza nella produzione, e negli usi finali da quello alla termovalorizzazione. Andrebbero razionalizzate, ed eventualmente incrementate, le risorse complessivamente impiegate per: efficienza, rinnovabili, e abbattimento delle emissioni, definendo obiettivi di lungo termine compatibili con le disposizioni Ue. E´ importante che tali risorse si traducano in investimenti effettivi sul territorio nazionale. Va proseguito il percorso di efficientamento della normativa di incentivo. Al fine di ottimizzare il costo/beneficio degli attuali incentivi, vanno controllati ed eliminati gli ostacoli allo sviluppo di mercati concorrenziali dei certificati. Gli strumenti vanno poi coordinati al fine di evitare sovrapposizioni. "La transizione da un modello energetico basato sulle fonti fossili ad uno su quelle rinnovabili appare auspicabile da molti punti di vista ed ineludibile da altri. Ciò non significa dimenticare la rilevanza delle fonti oggi prevalenti, che rimarranno tali per un non breve arco temporale e sulle quali è importante investire per ridurne l´impatto ambientale e per aumentarne l´efficienza. Significa però che lo sforzo sullo sviluppo delle rinnovabili deve proseguire ed anzi accelerare, anche per fronteggiare l´esaurimento delle riserve italiane di idrocarburi e i nuovi obiettivi europei per il 2020" afferma Andrea Gilardoni, presidente di Agici Finanza d´Impresa e docente dell´Università Bocconi. Nonostante i progressi in corso, lo studio evidenzia alcuni elementi di criticità nella politica energetica nazionale, in particolare: L´attuale normativa non consente di conseguire gli obiettivi nazionali previsti per il 2010-12 dalle Direttive 2001/77 e 2003/87 su rinnovabili e gas serra. Gran parte degli incentivi pubblici in rinnovabili, efficienza e riduzione dei gas serra sono poco coordinati ed hanno obiettivi plurimi ed in parte contraddittori. I Certificati Verdi non hanno portato ad una riduzione apprezzabile dei costi del sostegno alle rinnovabili, né i Certificati Neri a significativi investimenti in tecnologie per abbattere i gas serra. Secondo Claudio Arcudi, responsabile del settore utilities di Accenture per I´igem (Italia, Grecia, Centro-est Europa e Medio Oriente), "Certamente, parte dei ritardi e delle criticità evidenziate sono ineliminabili; va anche ricordato il complesso passaggio da un mercato energetico monopolistico, in cui si faceva largamente uso di politiche di tipo command and control, ad un sistema liberalizzato, in cui sono necessari strumenti di più difficile applicazione. Ciò detto, il cambiamento verso un nuovo modello ecosostenibile non può essere improvvisato o gestito tramite strappi, ma richiede scelte di medio-lungo termine. Vi è, dunque, l´esigenza di definire e di attuare in Italia una più chiara e, soprattutto, più efficace strategia che consenta di realizzare la transizione in tempi e a costi ragionevoli. " .  
   
 

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