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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 07 Novembre 2012 |
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IL GRANDE FUTURO DEL CLOUD “DAGLI OPERATORI DI TELECOMUNICAZIONI AGLI OVER THE TOP. NUMERI E TREND NELLE ANALISI DELL’ANFOV.”
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Milano, 7 novembre 2012 - A partire dall’Unione europea che parla di un mercato di 250 miliardi di euro entro il 2018, tutte le ricerche di mercato pronosticano un grande futuro al cloud. Se ne è parlato anche a Smau in occasione dell’incontro organizzato da Anfov, l’associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione. In un mercato It che scende del 4,4% con un segno negativo per le Tlc dell’1,8% secondo i dati Assinform, il cloud computing mette a segno un risultato positivo del 37%. Si tratta di numeri piccoli visto che il fatturato di questo segmento si aggira sui 250 milioni di euro, ma la crescita è sicuramente significativa. Il mercato si muove. Da una parte c’è l’azione di Telecom che ha appena firmato un accordo con Unioncamere per portare il digitale nelle imprese italiane e dall’altra ci sono le banche pronte a lanciare offerte cloud per i loro clienti. Con il passare del tempo, inoltre, si sono visti gli effetti della decisione della Ue che un paio d’anni fa ha stabilito che i datacenter utilizzati dagli utenti europei devono essere situati nel Vecchio continente. Una decisione che ha spinto i big del mercato a piazzare le bandierine dei loro datacenter in Europa rassicurando la clientela che non prima non capiva dove finissero i suoi dati. Le case history di successo iniziano a essere numerose. Alla Polti (elettrodomestici) hanno iniziato tre anni fa a lavorare sulla nuvola e i risparmi sono tangibili. Autogrill ha scelto il cloud come strumento di comunicazione a livello mondiale per i suoi sessantamila dipendenti. E senza che gli utenti se ne accorgessero, di notte, negli ultimi mesi Ferrovie dello Stato hanno portato buona parte dei loro sistemi su server esterni. Analoga scelta è stata effettuata dal concorrente Italo che essendo una start up ha potuto scegliere subito l’ultima tecnologia disponibile. La crescita del mercato vede il fiore di nuovi operatori che sperimentano anche un nuovo approccio a una situazione che è in continuo divenire. E’ il caso di Clouditalia, la nuova società che in occasione dell’evento di Anfov ha spiegato la sua visione del mercato. Enrico Deluchi, Codirettore generale Cloud & Communications Factory di Clouditalia ha spiegato infatti perché “Tre persone che lavoravano nelle grandi multinazionali della tecnologia hanno deciso di investire in Italia nel cloud che consideriamo unna grande opportunità di crescita”. “Se guardiamo al mercato delle telecomunicazioni negli ultimi anni è un pianto – ha proseguito -. Tutte le frecce vanno verso il basso. E quella peggiore è la linea dei ricavi Quella che va più in basso è quella dei ricavi degli operatori mobili. Si tratta di circa 40 miliardi in calo”. L’analisi di Deluchi parte da lontano. Ripercorre gli ultimi 15 anni durante i quali l’industria delle Tlc “si è fatta una concorrenza prima fra mobile e fisso poi con Internet facendo continuamente calare i prezzi”. La conferma arriva dai dati Istat per il calcolo dell’inflazione. Se la benzina ha sempre contribuito ad aumentare l’inflazione la voce delle spese relative alle comunicazioni ha spesso contribuito a temperare gli aumenti dell’indice dei prezzi. Il risultato è che poco più di un mese fa, seguendo l’esempio francese di Free mobile, anche in Italia ha debuttato un operatore low cost come Bip Mobile. “Tutto questo ha fatto sì che il consumatore, privato o azienda, di fronte a un mercato che continuava ad abbassare i prezzi si è messo in testa che le tlc non costavano nulla”. La concorrenza feroce, è l’analisi di Deluchi, non ha permesso ai clienti di percepire il valore delle telecomunicazioni tanto che in questi anni si è assistito a una distruzione del valore percepito del valore delle tlc da parte dei clienti. “Poi sono arrivati i “barbari”, gli Over the top che mangiano banda a tradimento. E a questo punto si è innescata una guerra feroce tra loro e gli operatori classici del mondo delle telecomunicazioni”. Ma il mercato non può sostenersi in questo modo perché le reti oggi servono di più rispetto a 15 anni fa. “Ma se le regaliamo chi ha i soldi per la farle?” si è chiesto il manager di Clouditalia. Inoltre, prima si cercava di conquistare i clienti attaccandoli alla rete, cosa che oggi costa enormemente dal punto di vista degli investimenti e remunerazione del canale, e poi vendendo servizi a valore aggiunto. In più qualcuno ha cercato di affacciarsi al mondo dell’It cercando di catturare del budget. Una strada sempre più difficile visto che l’It è in crisi da anni ed è un mercato che vale circa 18 miliardi, di gran lunga inferiore alle Tlc. E l’hardware è un mercato in continuo calo con i server tradizionali che scendono di quasi il 30%. Senza contare che per un operatore di Tlc è difficile entrare in un mercato dove i nomi più importanti hanno rapporti stretti con i clienti. Questo è il modello che Deluchi definisce “telco 1.0” ormai arrivato alla fine. “Bisogna cambiare – è la sentenza -. Non ci sono più due mercati, Tlc e It, ma uno solo. Tutto è mixato. Oggi Skype è Ucc o cloud? Tutti e due”. Per questo Clouditalia propone un approccio differente. L’operatore invece di partire dalla rete e scalare la catena del valore, parte dall’applicazione e tira la rete. “Questo accade con i device. Compro l’iPhone e poi l’abbonamento. Noi siamo un operatore infrastrutturato con capacità di erogare servizi cloud. Vogliamo abilitare chi da un lato si occupa di It portando componenti di tlc. Se siete un system integrator non accedete e al budget di tlc noi vi mettiamo in condizioni di farlo. Diamo le tlc a chi si occupa di It e diamo alle tlc, i provider di piccola e media taglia che fanno fatica a entrare nell’It, di entrare sui loro clienti anche con una proposition It”. La sfida è lanciata. |
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