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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Febbraio 2007
 
   
  “INVENTATO DI SANA PIANTA” DAL 5 MARZO AL 5 APRILE AL PICCOLO TEATRO GRASSI ANALISI DI UNA SOCIETÀ IN CRISI ECCO BROCH SECONDO RONCONI

 
   
  Milano, 19 febbraio 2007 - Dopo Professor Bernhardi di Arthur Schnitzler, Luca Ronconi prosegue la propria indagine del mondo letterario mitteleuropeo proponendo al pubblico milanese, dal 5 marzo al 5 aprile al Teatro Grassi, una spassosa commedia di Hermann Broch, Inventato di sana pianta ovvero gli affari del barone Laborde, scritta nel 1934, anche se rappresentata per la prima volta solo negli anni Ottanta in Germania. Vi si raccontano le tragicomiche vicende di una famiglia di banchieri, i Seidler, implicati in traffici poco chiari e del loro incontro con un imbroglione, il Laborde del titolo, che vive di espedienti, millantando fortune mai possedute. Elegante, ben educato e affascinante, Laborde riesce a mettersi in buona luce con Seidler e a scalzare Walther Ruthart, direttore della banca di Seidler, nel cuore della bella Agnes, che di Seidler è la figlia. Obiettivo di tutta la manovra è, naturalmente, la fortuna del banchiere, compromessa però da alcune azzardate speculazioni finanziarie, come l’acquisto di azioni di una società dall’inquietante nome di Teheran Oil Syndacat. Ambientata in un albergo, tra porte di camere da letto che si aprono e si chiudono - e conseguenti scambi di letti e intrecci di coppie - suicidi continuamente annunciati (ma mai messi in pratica), direttori e portieri d’hotel che parlano con saggezza da filosofi, fughe precipitose e conti non pagati, Inventato di sana pianta è una satira sottile e spietata di una società in crisi. Amore, matrimonio, rapporti d’affari, politica: niente e nessuno si salva in una guerra senza esclusione di colpi. E se nella Vienna di Bernhardi si poteva ancora combattere una battaglia in nome dell’etica, nell’albergo di Broch si può solo cercare di adeguarsi nel modo migliore al vaudeville di un’epoca in declino. Hermann Broch Di famiglia ebraica della ricca borghesia industriale viennese, Hermann Broch (Vienna, 1886-New Haven, Connecticut, 1951) dopo una prima parte della vita spesa alla guida dell’industria del padre, nel 1927, due anni prima della grande crisi del ’29, vende tutto per dedicarsi unicamente alla letteratura. Elegante e raffinato, animatore dei caffè e dei salotti, Broch scrive romanzi e testi teatrali che non riscuotono il consenso sperato. Fuggito fortunosamente negli Usa nel ’38, all’indomani dell’ascesa del nazismo, grazie all’interessamento di Thomas Mann e Albert Einstein, Broch è tra gli animatori del milieu culturale formato dagli esuli e sopravvive insegnando nelle grandi università americane. Tra le sue opere più note, I sonnambuli (1931-32), La morte di Virgilio (1945), Il tentatore (1953, postumo) e l’indagine sociologica, rimasta incompiuta, Psicologia delle masse (1959, postuma). Www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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