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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Novembre 2012
 
   
  CRISI: I CASI PIÙ GRAVI, AZIENDA PER AZIENDA ILLUSTRATO LO STATO DEI TAVOLI DI CRISI AZIENDALI CHE LA REGIONE TOSCANA STA SEGUENDO

 
   
  Firenze, 8 novembre 2012 - vQuesto il quadro delle principali crisi aziendali che l’assessore Simoncini ha illustrato all’aula ad integrazione dell’analisi generale della situazione economica. Polo siderurgico di Piombino, quasi 3mila lavoratori a rischio. La Regione, attraverso uno specifico protocollo, ha garantito e dato futuro alla presenza di Dalmine Lucchini, 2200 lavoratori. La società ha avviato la ricerca di possibili acquirenti ma il ritardo accumulato rischia un punto di non ritorno. L’azienda perde milioni al mese e negli ultimi tavoli nazionali, di fronte a questa situazione e all’assenza di prospettive certe sul piano industriale e di possibili acquirenti, si era anche ipotizzato l’utilizzo di normative nazionali per una gestione che guardasse al futuro del secondo polo siderurgico italiano. Solo nei giorni scorsi si è affacciata una proposta del gruppo Klesch. Ad oggi, però, non sono ben noti i contenuti e sembrerebbe presentare un forte ridimensionamento delle attività produttive e degli occupati. La Regione ha presentato da tempo al Ministero dello Sviluppo l’istanza per il riconoscimento di Piombino come “area di crisi industriale complessa”. Magona, 540 lavoratori. Appena ieri (lunedì 5 novembre, ndr) si è tenuto l’incontro al Ministero dello Sviluppo durante il quale si è appreso che l’azienda è ferma nel voler mantenere l’attività produttiva, pur in un quadro di difficoltà crescenti che portano a considerare l’ipotesi della cessione. La Regione spinge per un Accordo di Programma, primo e principale atto da perseguire per l’azienda e per l’intero polo piombinese. Menarini, 1500 lavoratori. A seguito dell’entrata in vigore del decreto con cui si introduce l’obbligo, per i medici, di prescrivere farmaci in base al solo principio attivo, l’azienda ha annunciato di dover procedere a 1000 esuberi. La Regione ha promosso un tavolo nazionale sul settore farmaceutico. La Menarini di Firenze ha accettato di congelare gli esuberi per un mese. Si attende la disponibilità manifestata dal governo nazionale e in particolare dal sottosegretario De Vicenti che è stato direttamente interessato della vicenda. Isi (354 lavoratori). A gennaio 2013 si terrà la terza asta per la cessione dell’azienda di Scandicci (Fi). Nei prossimi giorni, intanto, l’assessore incontrerà i soggetti dell’ex cordata Easy Green per capire se ci sono nuove ipotesi di intervento dopo il fallimento della prima proposta. Già fissata anche la riunione con la Eneco, che ha intenzione di procedere all’assunzione di circa 70 lavoratori ex Isi. Infine, non dovrebbero esserci difficoltà a confermare per il 2013 gli ammortizzatori sociali in essere. De Tomaso Spa (142 lavoratori). La Regione si sta muovendo con il Governo in due direzioni: cercare nuovi investitori in vista del bando di vendita che il tribunale fallimentare intende emanare, e sostenere un progetto di ricollocazione del personale con un pacchetto di politiche attive, già predisposto e finanziato ricorrendo anche al fondo europeo Feg. La vicenda della De Tomaso di Livorno, come quella Eaton di Massa e quelle Magna, Trw e Mpn di Livorno, è legata alla crisi della componentistica auto, settore per il quale la Regione ha chiesto al Governo il riconoscimento di “area di crisi industriale complessa”. Nca (140 lavoratori). Invitalia ha fissato al 31 dicembre la scadenza per cedere o mettere in liquidazione l’azienda di Massa Carrara. Ministero dello sviluppo economico e Invitalia sono al lavoro per trovare acquirenti. Ad oggi, tre sono i soggetti ancora in corsa per l’acquisto: Ocean, Antonini-corsi e Admiral-tecnomar. Invitalia sta aspettando una proposta definitiva con la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali. La Regione sostiene il lavoro di Invitalia e ha messo a disposizione strumenti di supporto verso i lavoratori e le aziende. Inoltre, anche a sostegno della vertenza Eaton, la Regione ha richiesto la ripresa del confronto ministeriale per l’accordo di programma di Massa. (f.Cio/lm) – Segue - Buitoni (340 lavoratori). La Regione, con la Provincia di Arezzo, si è attivata per chiedere soluzioni alternative alla riduzione di personale a livello nazionale, che prevede la perdita di 32 posti di lavoro nello stabilimento di San Sepolcro. L’azienda ha accettato di prolungare i termini delle procedure per la mobilità e si è impegnata a presentare un nuovo piano industriale. Floramiata (Piancastagnaio, 250 lavoratori). La nomina del nuovo amministratore delegato ha sbloccato il reperimento di liquidità, ha permesso di pagare parte degli stipendi e quindi determinato la fine dello sciopero dei lavoratori. Nel frattempo si è manifestato l’interesse di un investitore argentino. Molte, comunque, sono ancora le incertezze che gravano sull’azienda. Richard Ginori Spa (Sesto Fiorentino, 325 lavoratori). Sono pervenute due proposte di acquisto da parte di Lenox/apulum e di Sambonet. Le procedure per la scelta dell’acquirente dovrebbero concludersi fra dieci giorni. Altro tassello per la salvezza dell’azienda, il conferimento allo Stato del Museo della porcellana di Sesto a compensazione degli ingenti debiti fiscali. Eaton (300 lavoratori). La Regione è impegnata per individuare e incentivare la localizzazione di nuovi insediamenti in grado di assorbire la manodopera ex Eaton. Serve però sbloccare l’accordo di programma per Massa, che contiene alcuni incentivi e che però si è bloccato per la mancanza di alcuni decreti attuativi sulle aree di crisi. Positiva, invece, la nuova riperimetrazione dei Sin (le aree da bonificare, ndr). La Regione è pronta a intervenire con il Fondo per la reindustrializzazione. Intanto è in fase avanzata la candidatura dell’azienda Marcolini per la ricollocazione dei circa 70 lavoratori. Per gli altri, anche nel 2013 dovrebbero essere possibile la conferma degli ammortizzatori sociali. Abbigliamento Grosseto (234 lavoratori). Ci sarà proprio in serata un incontro con i vertici della ex Mabro e i sindacati per fare il punto della situazione. È un’azienda con grandi potenzialità di mercato, ma bloccata da una crisi di liquidità che rischia di compromettere la situazione. La regione chiederà l’immissione di nuove risorse di liquidità e la messa a punto di un nuovo piano industriale. Ansaldo Breda (Pistoia, 880 lavoratori). È una delle vertenze dalle quali verificare la volontà del paese di mantenere una seria politica industriale. La regione ha chiesto per questo, a Governo e gruppo Finmeccanica, di chiarire quali siano le prospettive industriali che intende perseguire per il comparto e per la Breda, e a convocare un tavolo nazionale di confronto. La Regione ritiene che vada mantenuto integro il perimetro della Breda, anche in caso di cessione. Selex Elsag, Selex Galileo e Amtec (Firenze, 1360 lavoratori). Sono le altre presenze del gruppo Finmeccanica in Toscana, tutte avviate ad entrare nella “grande Selex” a partire dal 2013. Un percorso complesso, che la Regione intende seguire da vicino vista la collocazione al massimo livello della frontiera tecnologica di queste aziende. Su Elsag pesa il mancato rifinanziamento del progetto Tetra, mentre per Galileo risulta incomprensibile l’esclusione dal bando di gara per una commessa per l’Agenzia spaziale italiana. La Regione chiede al Governo chiarezza sul futuro del settore, in particolare del settore spazio, dove la Toscana ha punte di eccellenza. Beltrame (78 Lavoratori). L’azienda ha ribadito l’intenzione di chiudere lo stabilimento di San Giovanni Valdarno, ma la Regione ha invitato l’azienda a cambiare linea sulla base di nuove controproposte ottenendo un ulteriore momento di valutazione da parte della proprietà. Camperistica. È un settore di grande importanza per l’area senese e fiorentina, per il quale è stato aperto un tavolo nazionale ed è in vista la firma di un protocollo d’intesa che attualizzi quello firmato nel 2007. Altri tavoli di crisi. Si stanno aprendo in questi giorni i tavoli per la Sacci, la cooperativa La Rondine, il Monte dei Paschi. L’assessore Simoncini, infine, ha affermato di essere “preoccupato a seguito del decreto del governo sulle province, perché da gennaio tutti i tavoli di crisi aperti a livello provinciale resteranno senza referenti, rischiando un ingolfamento del lavoro in carico alla Regione. Servirà perciò valutare le nuove modalità e i nuovi strumenti di intervento regionali”. (lm) Il dibattito sulla comunicazione di Simoncini Nel corso del dibattito Nicola Nascosti (Pdl) ha rilevato che la crisi “comincia a colpire fortemente la piccola e media impresa, la cui maggiore difficoltà è quella dell’accesso al credito”. A questo proposito ha chiesto perché non sia ancora stato nominato il direttore di Fidi Toscana, “l’unico strumento di assistenza e garanzia al credito che possiamo mettere in campo”. E sempre in relazione alla recente trasformazione di Fidi, Nascosti ha chiesto se sia stato attivato l’ufficio per la reindustrializzazione, “senza il quale è difficile immaginare di risolvere la crisi di alcuni settori e delle aree complesse in particolare”. Nascosti, in particolare per le Acciaierie, Breda e Selex, ha chiesto un impegno più forte “perché il Governo si decida ad aprire tavoli di confronto nazionale, cosa che fuori Toscana fa senza problemi”. Infine, ha condiviso la preoccupazione di Simoncini per l’azzeramento delle giunte provinciali. Paolo Marini (Fds-verdi) ha giudicato che gran parte della responsabilità delle crisi “è da attribuirsi alla mancanza di una politica industriale nazionale ormai da quasi vent’anni”. Marini ha sollecitato la Regione a chiedere al Governo di sbloccare l’accordo di programma per Massa, per dare risposte alle crisi Eaton e Nca e alle altre crisi minori del territorio. Rispetto alla situazione generale, Marini ha condiviso le preoccupazioni di Simoncini rispetto a quanto avverrà con la riforma delle Province e ha affermato che “si è caricato la Regione di compiti non suoi e per questo serve ottenere risposte chiare e impegni a livello nazionale”. Secondo Giuseppe Del Carlo (Udc), “siamo davanti a un quadro allarmante, che non tiene oltretutto conto di una crisi grave come quella della cantieristica o di situazioni che potrebbero sfociare in crisi come quella delle cartiere, strangolate dai costi dell’energia e da norme assai vincolanti in materia di smaltimento dei rifiuti”. Del Carlo ha inoltre lamentato che la Regione “vuole attrarre investimenti, ma è uno dei casi eclatanti in cui si accumulano ritardi nelle risposte a chi vuole investire”. Infine, ha sollecitato risposte sul Pit e sull’aeroporto, che potrebbero “ridare slancio agli investimenti nelle opere strategiche”. “Il lavoro svolto dalla Giunta regionale è positivo, ma è necessario che si apra una nuova fase nella politica industriale del paese, supportata da risorse pubbliche adeguate”. Lo ha dichiarato Ivan Ferrucci (Pd), preoccupato da un lato degli effetti della legge Fornero sugli ammortizzatori sociali, dall’altro dalle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese. A queste difficoltà, a suo parere, si aggiunge un quadro istituzionale profondamente cambiato, che assegna alle province un ruolo di programmazione, che rischia di mettere in discussione il ruolo della Regione. In questo quadro, secondo Ferrucci, anche il ricorso alle agevolazioni previste per le aree a crisi complessa rischia di non produrre gli effetti desiderati, se non supportate dai finanziamenti necessari. “Un toscano su cinque ricorre oggi ai centri per l’impiego, o perché disoccupato o perché sottoccupato. E’ un dato drammatico”, ha affermato Marina Staccioli (Gruppo misto), sottolineando che la crisi sta investendo anche settori come l’alberghiero, il turismo, la ristorazione. Da qui la necessità di garantire l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. “Quasi tutti i comuni hanno innalzato l’Imu ai livelli massimi – ha osservato – Speriamo che la Giunta regionale ne tenga conto”. Staccioli ha inoltre espresso qualche perplessità sulla capacità delle Province o dei Comuni di sostituirsi alla Regione sul tema del lavoro, mentre resta ancora l’incognita sulla fine dei dipendenti delle amministrazioni provinciali, che potrebbero essere dichiarati in esubero. La vicenda della Lucchini è stata al centro dell’intervento di Matteo Tortolini (Pd). “C’è in corso un braccio di ferro – ha affermato – Da una parte il consiglio di amministrazione dell’azienda, con il suo progetto di sostituire l’area a caldo con un forno elettrico, e dall’altro l’ipotesi di un commissariamento per un piano industriale unitario che intervenga su tutta l’area. Non possiamo che stare a fianco del territorio e delle istituzioni locali”. L’assessore Gianfranco Simoncini, nella replica, ha ribadito che le crisi aziendali non possono essere affrontate se non nel contesto più complessivo delle strategie di sviluppo. “Abbiamo punte di eccellenza che hanno retto alla crisi – ha rilevato – Occorre sostenerle e aggregare il nostro sistema di impresa con l’innovazione ed interventi per la tenuta sociale. Il tema del lavoro sarà centrale anche nel prossimo bilancio 2013”. In questo quadro, secondo l’assessore, sarà usata attentamente anche la leva fiscale, salvaguardando il manifatturiero e favorendo la ricollocazione dei lavoratori. In particola Simoncini ha precisato che sulla vicenda Eaton gli uffici regionali stanno lavorando con scadenze precise per utilizzare i 5 milioni previsti dalla legge, mentre l’assessore all’ambiente sta rivedendo la normativa che rischia di frenare lo sviluppo delle aree. “Quella di Piombino è una questione nazionale – ha concluso –. Il nostro interlocutore non può essere chi vuole soltanto avere un ritorno dagli investimenti fatti. Il consiglio di amministrazione ci illustri comunque le sue posizioni, sulle quali diremo la nostra”.  
   
 

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