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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
 
   
  SECONDO IL CCR, GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SONO GIÀ VISIBILI NEI MARI EUROPEI

 
   
  Bruxelles, 20 febbraio 2007 - Sulla base di una nuova relazione del Centro comune di ricerca della Commissione europea, il cambiamento climatico sta già esercitando un impatto significativo sui mari e le coste d´Europa e le eventuali politiche elaborate per mitigare tale impatto dovranno anche tener conto dello sfruttamento generale di mari e coste da parte dell´uomo. La relazione, «Marine and Coastal Dimension of Climate Change in Europe: A report to the European Water Directors» (Dimensione marina e costiera dei cambiamenti climatici in Europa: rapporto per le Autorità europee delle acque), è stata presentata in occasione di un simposio sul cambiamento climatico e le acque organizzato dalla presidenza tedesca del Consiglio dell´Ue. La ricerca ha dimostrato che il cambiamento climatico non sta intervenendo in modo uniforme su tutte le acque europee; se le temperature attorno alla Scozia sono salite di circa 1 °C negli ultimi 20 anni, quelle del Mediterraneo sono aumentate solo di 0,5 °C. Analogamente, i tassi di innalzamento del livello del mare attorno all´Europa vanno da 0,8 a 3 mm l´anno. Per contro, fenomeni meteorologici catastrofici quali acquazzoni, mareggiate e inondazioni sembrano essere più frequenti. I cambiamenti del livello del mare esercitano gravi effetti a catena su altri aspetti dell´ambiente costiero, in quanto interferiscono con il comportamento delle maree, le condizioni del ghiaccio marino e l´evaporazione. Tra gli altri aspetti dell´ambiente marino che stanno già mostrando gli effetti del cambiamento climatico figurano i regimi di circolazione e il ciclo del carbonio, in quanto i mari si stanno acidificando per effetto dell´anidride carbonica assorbita. I cambiamenti di temperatura hanno anche costretto le specie di acqua calda a migrare a nord e hanno determinato un calo delle specie di acqua fredda. La drastica flessione dei livelli delle specie dominanti di zooplancton osservata a partire dagli anni sessanta ha modificato la struttura della composizione ittica del Mare del Nord. Tale fattore, unito alla pesca eccessiva, ha portato alla scomparsa quasi completa della popolazione di merluzzi, economicamente molto importante. Come si evince da quest´ultimo punto, le attività umane quali la pesca, la produzione di energia, il commercio e il turismo possono ingigantire gli effetti del cambiamento climatico. Sul fronte della ricerca, la relazione ha rilevato che «occorrono finanziamenti cospicui per consentire la raccolta e l´analisi dei dati a lungo termine e la dissociazione tra l´impatto causato dal cambiamento climatico e altri tipi di variabilità antropogenica e naturale negli oceani e nei mari, e per creare capacità sostenibili di monitoraggio e valutazione». Occorre anche una maggiore ricerca di base sugli impatti del riscaldamento globale sull´acidità dell´acqua, sulle interazioni della rete alimentare e sul ciclo del carbonio; è inoltre necessaria una rete per l´osservazione marina e costiera europea che fornisca accesso illimitato a dati in tempo reale. Su scala globale, è essenziale la cooperazione con i paesi terzi per evitare situazioni di conflitto al momento dell´attuazione di piani di mitigazione o adattamento relativi alle risorse marine. La relazione ribadisce inoltre l´esigenza di un meccanismo che assicuri che i dati e le informazioni provenienti dalla ricerca raggiungano i responsabili delle decisioni e gli utenti dell´ecosistema marino. Gli autori fanno notare che tutte le politiche europee in materia di risorse idriche, ad esempio la direttiva quadro sulle acque, devono essere attuate appieno in Europa. «Ma l´aspetto più importante è che la strategia marina europea, quale pilastro ambientale del Libro verde sulla politica marittima europea, rappresenterebbe uno strumento integrato straordinario per proteggere l´ambiente marino in Europa, in quanto esamina le questioni in maniera olistica e comprende le ripercussioni del cambiamento climatico attuale e futuro», afferma la relazione. Per maggiori informazioni consultare: http://ies. Jrc. Ec. Europa. Eu/ Ricerca su ambiente e cambiamento climatico nel 7Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/cooperation/environment_en. Html .  
   
 

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