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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
 
   
  ORO: IN FONDO, NON COSÌ «NOBILE»

 
   
   Bruxelles, 20 febbraio 2007 - Secondo un´équipe di ricercatori di Germania, Francia e Svezia, l´oro non è così resistente alle reazioni chimiche come si credeva un tempo. L´équipe ha tratto tale conclusione dopo aver testato il metallo a una pressione molto elevata presso il laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (Esrf) a Grenoble (Francia). L´oro è conosciuto e considerato molto prezioso sin dalla preistoria. Il ruolo straordinario assunto dal metallo nel mondo è riconducibile in parte al fatto che è il meno reattivo (nobile) di tutti i metalli. Benché possa formare legami con altre sostanze chimiche, presenta una resistenza eccezionale all´ossidazione, anche a temperature elevate. Grazie alla sua capacità di resistere a pressioni e temperature elevate, nonché alla sua alta compressibilità isotermica, l´oro è stato diffusamente utilizzato quale marcatore di pressione per esperimenti con livelli di pressione superiori a 100 Gpa (1 milione di atmosfere). Tuttavia, i ricercatori hanno appena scoperto che questo metallo reagisce se soggetto a pressioni superiori a 240 Gpa (due milioni quattrocento atmosfere). La scoperta è avvenuta semplicemente posizionandone un campione all´interno di una cella ad incudine di diamante che è stata poi riscaldata elettricamente all´esterno, consentendo ai ricercatori di studiare l´oro a pressioni simili a quelle che si rilevano nel nucleo terrestre. «Questi nuovi risultati sperimentali e teorici ci ricordano che non esiste un materiale "assoluto" immodificabile, e il metallo più nobile di tutti, l´oro, non costituisce un´eccezione alla regola», ha spiegato Leonid Dubrovinsky, il ricercatore principale dell´esperimento. Gli studiosi ritengono che la loro scoperta contribuirà a fissare standard per gli esperimenti ad alta pressione. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Esrf. Eu/ .  
   
 

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