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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Novembre 2012
 
   
  INVERUNO (CENTRO SERVIZI PER LA CULTURA E L’IMPRESA, SALA FRANCESCO VIRGA, LARGO SANDRO PERTINI 2): UN CAMMINO NEL SACRO - STAMPE DI CULTO E DI DEVOZIONE DAL CINQUECENTO ALL’OTTOCENTO A CURA DI ALBERTO MILANO E ELISABETTA GULLI GRIGIONI - FINO AL 6 GENNAIO 2013

 
   
  In occasione dell’Antica Fiera di S. Martino, il Comune di Inveruno ha presentato l’ormai consueto appuntamento espositivo autunnale. Si consolida anche quest’anno la collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta che negli ultimi 5 anni ha portato ad Inveruno altrettante mostre di grande successo di pubblico e critica. La mostra Un cammino nel sacro Stampe di culto e di devozione dal Cinquecento all’Ottocento, curata da Alberto Milano e Elisabetta Gulli Grigioni, presenta circa un centinaio di stampe di soggetto religioso destinate alla devozione popolare provenienti dalla collezione della Fondazione Antonio Mazzotta. La scelta di un “cammino nel Sacro”, non è fine a se stessa, ai suoi contenuti religiosi, ma come per il precedente Viaggio fantastico nel ‘ 700 attraverso le Vedute Ottiche, vuole mostrare la forza evocativa dell’arte popolare, non in contrapposizione all’arte dei “grandi maestri” gli Chagall, Dalì, Piranesi o del concittadino Colli, già esposti a Inveruno. Si tratta piuttosto di un mondo parallelo, il cui sintetismo lirico, attraverso la semplificazione di linee, di colori, di volumi, può dare allo spettatore emozioni a volte ancor più profonde, dovute a impulsi emotivi più diretti, dotati di un certo contenuto affettivo: simboli visivi nell’inconscio popolare che potrebbero a loro volta autodefinirsi come un valore etico-sociale (Jung). L’attrazione per la fama di un artista (soprattutto oggi) porta a un consenso di gruppo, spesso non accompagnato da un sincero godimento estetico e spirituale. “L’ arte per il popolo”, realizzata a stampa per la grande diffusione, da straordinari incisori ed artisti, ha parlato per secoli un linguaggio, che ancora oggi comunica più direttamente all’anima. Un cammino nel sacro è la proposta contenuta nel titolo della mostra dove il sacro, da intendersi in accezione ampia e flessibile, è affidato a rappresentazioni figurative di cultura religiosa, con l’esemplificazione di circa cento immagini partecipi di produzioni a stampa europee, selezionate da un’unica collezione in modo da consentire un approccio globale a un mondo di fede e di devozione che per alcuni secoli, dispensando soccorso, protezione, indicazioni per destini soprannaturali, ha contemporaneamente nutrito l’immaginario cristiano della cattolicità. La selezione, operata su un numero assai più ampio di esemplari, ha molti meriti oltre a quello di poggiare su una solida competenza e sulla conoscenza del genere per quanto riguarda i modi, i luoghi, la storia delle produzioni. Un primo merito è quello di avere operato la scelta soffermandosi sui personaggi sacri per offrirne rappresentazioni diverse e perfino contrastanti, come per introduzione e invito a non sottovalutare la complessità dei materiali proposti. Il Bambino Gesù, all’inizio, appare quasi idolo incoronato e ricoperto di gioielli, nella settecentesca incisione romana del Miracoloso Bambino d’Araceli e, subito dopo, con modesto camicino e aria un po’ imbronciata, condotto per mano da Maria e Giuseppe in veste di solerti e umanissimi genitori, in una stampa remondiniana prodotta a Bassano ancora nel Xviii secolo. La distanza delle due concezioni non potrebbe essere più grande e invita l’osservatore attento anche se non necessariamente preparato, a porsi delle domande. Un secondo merito della selezione è quello di aver condotto l’esemplificazione espositiva, rispettando esigenze storiche e filologiche a un tempo, fino all’estrema parcellizzazione del foglio di stampa dando luogo a quel fenomeno che verrà detto produzione di immaginette devozionali o, con tardo e fortunatissimo termine popolare italiano, di santini. Le immagini che la mostra propone hanno svolto nel corso del tempo varie funzioni che facilmente svelano. L’intento di coinvolgimento emotivo appare chiaro dalle immagini mariane, sia nella maternale dedizione che nell’inconsolabile compianto della Crocifissione, della Deposizione e della Pietà. Più difficile per l’osservatore contemporaneo la comprensione di immagini in cui l’intenzione didattica e il contenuto teologico si avvicinano a uno dei fulcri della tensione misterica cristiana, il sacramento dell’Eucaristia. L’immagine del Cristo sorgente dal calice nel sanguigno rossore della coloritura manuale troverebbe oggi difficoltà ad essere usato nello svolgimento di una funzione catechistica sia pure rivolta a persone adulte. L’associazione alla sottostante raffigurazione dell’Ultima Cena secondo schema leonardesco, teatralmente proposta in drappeggi barocchi, riconduce l’osservatore a più familiare iconografia prediletta e popolarizzata, tra Ottocento e Novecento, nei i ricordi a stampa di Prima Comunione e di Comunione Pasquale, ma non dissipa il forte impatto prodotto dal sanguinoso calice che sembra unire secoli di miracoli eucaristici a visioni mistiche drammatiche come quelle di santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Il mistero del volto di Cristo e della Madonna, eccezionale modella per san Luca, è bene rappresentato e non mancherà la soddisfazione di qualche riconoscimento personale nel percorrere la galleria dei Santi e delle Sante in cui la Chiesa cattolica, dopo i sussulti antichi dell’iconoclastia e i più recenti della Riforma protestante sembra iconograficamente rasserenarsi. San Giuseppe con giglio, san Michele Arcangelo con spada perennemente sguainata contro il Demonio, san Giovanni Battista con l’agnello, san Pietro con il galletto simbolo del triplice ripudio appollaiato sul braccio come uccelletto inseparabile, san Giacomo maggiore con la celebre conchiglia appuntata sulla pellegrina e le bellissime sante, vergini e martiri: Barbara con a lato la torre in cui la rinchiuse il padre, santa Caterina d’Alessandria con la ruota dentata ridotta in pezzi dalla sua purezza, santa Liberata crocifissa…. Ma forse, nella piena soddisfazione estetica e iconografica dello spirituale percorso non si dissolverà lo stupore per quelle lune e quei soli antropomorfi ai lati del Cristo crocifisso o per quel dotto ‘pargoletto’ sulle rive del mare, munito di un cucchiaio che sembra appena sottratto a una mensa scolastica, ammaestrante sant’Agostino che gli è accanto sul fatto che cercare di spiegare il mistero della Trinità è come voler travasare l’acqua del mare in una piccola buca servendosi, appunto, di un cucchiaio. Anche quest’anno la mostra si arricchisce della presenza di Luigi Maio, il noto musicattore che in questi anni ha rielaborato alcuni suoi spettacoli in relazione alle mostre presentate a Inveruno. In occasione della mostra “Un cammino nel Sacro”, offrirà all’affezionato pubblico la sua magica interpretazione delle terzine dantesche portando in scena lo spettacolo “Inferno da Camera, Dante tridimensionale!”. Coniugando ironia e omaggio artistico, il genovese Maio propone un gioco divertito e didattico sull’Inferno dell’Alighieri, attraverso un’inedita interpretazione dei passi più suggestivi del Sommo Poeta. Date e Orari spettacolo: Giovedì 6 Dicembre 2012, ore 21,00 (Ingresso gratuito), Centro Servizi per la Cultura e l´Impresa del Comune di Inveruno, Largo Sandro Pertini n°2; Venerdì 7 Dicembre 2012, Scuola Primaria “Don Bosco” Inveruno Catalogo Edizioni Mazzotta con testi di Alberto Milano e Elisabetta Gulli Grigioni. Info: Un Cammino nel Sacro - stampe di culto e devozione dal Cinquecento all’Ottocento a cura di Alberto Milano e Elisabetta Gulli Grigioni - ingresso gratuito - tel. 029788121 - biblioteca@comune.Inveruno.mi.it  - www.Comune.inveruno.mi.it    
   
 

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