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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
 
   
  STRAORDINARIO SUCCESSO DEL CONVEGNO DI TIRANO SULLA FERROVIA RETICA UNA CANDIDATURA ANCORA PIU’ FORTE

 
   
  Sondrio - Duecento persone sedute e tantissime in piedi in una sala riunione della Banca Popolare di Sondrio gremita: mai come in questo caso, sono stati gli assenti ad avere torto. Chi dunque aveva dubbi sulla riuscita del convegno “Il paesaggio culturale di Tirano e la Valtellina nel Patrimonio Mondiale Unesco” è stato servito, perché all’invito della Fondazione Provinea “Vita alla Vite di Valtellina” Onlus ha risposto, oltre alle tante autorità ed agli addetti lavori, anche la gente comune: molti, moltissimi i tiranesi, oltremodo interessati, ma non sono mancati - e gli interventi del pubblico lo testimoniano - anche i residenti di altri centri della Valtellina. Ad animare la serata interventi snelli e precisi e un dibattito finale quasi inaspettato per intensità e interessi. Dal tavolo dei relatori, la parte istituzionale prima e quella più operativa poi hanno sottolineato l’importanza strategica, economica e culturale di un progetto trasnazionale unico nel suo caso e proprio per questo già vincente dalla sue origini. L’unione d’intenti tra Svizzera e Italia, favorita da febbrili trattative e dall’immane lavoro di Ferrovia Retica su un fronte e Fondazione Provinea dall’altra, sta già portando a risultati tangibili, una condizione fondamentale nell’iter per diventare Patrimonio Mondiale dell’Unesco e quindi territorio sotto i riflettori di tutti e cinque i continenti. Un concetto forte, questo, che non è sfuggito agli interventi di Pietro Del Simone, sindaco di Tirano, Claudio Lardi, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e della protezione dell’ambiente del Cantone dei Grigioni, Tino Zanetti, Podestà di Tirano, Silvio Briccola, vicedirettore e responsabile delle Finanze della Ferrovia retica, Adele Cesi, dell’Ufficio Lista del Patrimonio Mondiale Unesco al Ministero per i beni e le attività culturali, e Sandro Faccinelli, direttore di Provinea. Considerevoli, in tutti i termini, gli investimenti iniziati e quelli già programmati della Ferrovia retica da qui al 2010, anno del centenario. Non certo minori quelli fatti da Provinea in questo periodo. Anni di dedizione sottolineati dal presidente Domenico Triacca nel suo saluto prima dell’inizio dei lavori: “Stiamo facendo qualcosa di molto importante e con connotati unici, visto che, nel nome di un territorio che ha tantissimo da valorizzare, siamo riusciti a far combaciare gli intenti e le ambizioni di due popoli, divisi sì da una barriera - la frontiera di Campocologno - ma uniti da tradizioni e qualità che affondano le radici nella notte dei tempi. A congiungere i due poli un immenso e favoloso cordone ombelicale che si chiama Ferrovia retica, un’occasione per tutti. Per gli amici oltreconfine che avranno così finalmente la possibilità di vedere i loro sforzi premiati dall’Unesco e diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per quelli italiani, specie coloro che abitano queste zone, che potranno in un solo colpo farle brillare di luce propria e non più considerarle solo come un cuscinetto tra le attrattive turistiche dell’Alta Valle e quelle economiche e logistiche del Sondriese e del morbegnese. E nessuno più di me, che rappresento le due anime (cittadino svizzero che opero da anni sul territorio italiano), può essere felice e stimolato da quel che è stato fatto. Non è stato facile, ma entusiasmante e averlo vissuto in prima persona è stato per me un vero e proprio privilegio”. Concetti forti, confermati anche dal direttore di Provinea, Sandro Faccinelli: “Se oggi siamo qui a parlare di Tirano e Unesco però è anche perchè Provinea, con testardaggine, ha deciso, a suo rischio e pericolo, di fare tutto quanto in suo potere per convincere tutti gli enti interessati, in Svizzera e in Italia, a darle la possibilità di dimostrare le sue buone intenzioni e soprattutto le sue capacità operative e competenze. Questa operazione finora è stata frutto esclusivamente delle nostre risorse economiche, organizzative ed intellettuali e della nostra buona volontà e come tali le rivendichiamo. Insomma oneri ed onori. Riguardo agli impegni che derivano dalla candidatura non spetta a me o a Provinea approfondire il tema, lasciatemi solo dire che quando un’azienda straniera investe sul suolo italiano delle cifre come quelle apparse precedentemente, come cittadino mi piacerebbe che lo stato, attraverso le sue organizzazioni sul territorio nazionale, degnasse di maggiore considerazione tali investitori perchè, qui la battuta viene facile, certi treni non passano molto spesso”. .  
   
 

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