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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Febbraio 2007
 
   
  I RISULTATI DEL MONITORAGGIO DELL´OSSERVATORIO REGIONALE TOSCANO SUL COMMERCIO IL MERCATO FATICA A RIPARTIRE, MA IL 2006 SEGNA +0,5%

 
   
  Firenze, 20 febbraio 2007 - Una Toscana con tante piccole e medie imprese, circa 250. 000, dedite al commercio, dove la crisi del settore si sente ma non mancano gli strumenti e le capacità per affrontarla, tanto che il 2006 fa finalmente registrare un risultato positivo: +0,5%. Queste alcune anticipazioni sulla fotografia del mondo del commercio toscano che verrà tratteggiata domani, a partire dalle ore 15 presso l´auditorium di Promofirenze (Palazzo della Borsa Merci in via Por Santa Maria a Firenze), durante la presentazione del Ii° Rapporto sul commercio, il monitoraggio biennale realizzato da Irpet e Unioncamere nell´ambito del piano di lavoro dell´Osservatorio regionale sul commercio. Il Rapporto prende in analisi il periodo 2005-2006 (anche se in alcuni casi si ha come riferimento un arco temporale più lungo) e, nonostante i segnali di ripresa arrivati nel 2006 (+0,5%), descrive una situazione di sofferenza dove la crisi (-0,6% di vendite nel 2005) si è fatta sentire in molte realtà imprenditoriali specializzate sia del comparto alimentare (registrato un calo del -13,2% del numero totale tra il giugno 2006 ed il giugno 2001), sia del non-alimentare (-3,7%). Nello stesso quinquennio crescono, invece, il tessuto delle imprese non specializzate (+11,7%) e la grande distribuzione (+13,6% nel periodo 2001-2005), che si discosta di un punto percentuale dalla media nazionale del +14,9%. Il numero delle imprese di commercio al dettaglio con sede fissa si mantiene elevato rispetto al numero degli abitanti (il rapporto è di 10,2 per 1000 abitanti) ed è in linea con il dato nazionale (10,1). I costi dell´energia, quelli dell´intermediazione monetaria e finanziaria e quelli per i servizi alle imprese (pulizie, contabilità e amministrazione, sicurezza, pubblicità, ecc) rappresentano un pesante onere e nel complesso pesano per il 50% sui bilanci aziendali. "Il quadro congiunturale che abbiamo di fronte - ha detto l´assessore regionale al commercio Anna Rita Bramerini - non è certo positivo e le difficoltà maggiori vengono vissute soprattutto dalle imprese più piccole. La Regione Toscana da tempo promuove sistemi di rete, come ad esempio i Centri commerciali naturali. L´obiettivo è quello di abbattere i costi e migliorare la competitività con azioni associate ed una governace comune. Ma sono molti anche i fondi che abbiamo destinato al sostegno delle piccole e medie imprese che operano nel commercio: tra il 2005 e il 2006 abbiamo assegnato 20 milioni di euro a piccole aziende, per interventi di investimento, rinnovo locali, acquisto di attrezzature. A questi finanziamenti vanno aggiunti altri 25 milioni di euro investiti da Regione e Comuni in circa 100 progetti per riqualificare le aree urbane destinate al commercio: vie commerciali, piazze per mercati di ambulanti, centri storici". "Non dobbiamo dimenticare - ha infine aggiunto l´assessore - che presto sarà approvato il Codice regionale del commercio adeguato al ´Bersani bis´ e che in questo modo si apriranno ulteriori possibilità nel settore, dinamizzando le attività e semplificando ulteriormente le procedure per le iniziative imprenditoriali". Il Rapporto, oltre a fotografare lo stato di salute del settore commercio, ha anche scavato nelle abitudini dei consumatori, mostrando come le famiglie toscane si concentrino sulle spese per la casa (29,2%), l´alimentazione (18,3%), i trasporti (13%), anche se fattori apparentemente meno influenti, come ad esempio i costi per l´istruzione, risultano in proporzione in forte crescita (il valore rappresenta in termini assoluti lo 0,5% nel totale delle spese, ma ha visto un aumento dei prezzi del 3%, il doppio della media regionale complessiva del 2005 che è dell´1,5%). Dallo studio dei dati emerge come in Toscana sia in corso un processo di ristrutturazione del settore commerciale e che tra le diverse conseguenze che questo ha avuto ci sia stato anche un contenimento dell´inflazione, tanto che nel 2005 l´aumento dei prezzi al consumo (+1,5%) è stato, non solo basso in assoluto, ma anche inferiore alla media nazionale (+1,9%). .  
   
 

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