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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Novembre 2012
 
   
  IL PATTO DI STABILITÀ COSTERÀ AI PICCOLI COMUNI TOSCANI 52 MILIONI DI EURO

 
   
  Firenze, 14 novembre 2012 - Se nel 2013 sarà confermata l´estensione del patto di stabilità anche ai piccoli comuni con una popolazione compresa tra 1000 e 5000 abitanti, l’impatto sulle casse degli enti minori della Toscana sarebbe catastrofico: quasi 52 milioni di euro, 51.888.756, per la precisione. Questa l´entità – se confermate le regole di calcolo stabilite dalla normativa vigente – del contributo richiesto. A cui si deve aggiungere quanto già subito dai comuni per il 2012, a causa dei tagli strutturali al fondo sperimentale di riequilibrio (tra spending review e Salva Italia), cifra che si conferma pari a 13 milioni – più di 13,6 milioni se si considerano tutti i comuni al di sotto dei 5000 abitanti della nostra regione. Le elaborazioni fatte dall’Ufficio Studi di Anci Toscana sulla situazione economico-finanziaria dei piccoli enti, e presentate oggi lunedì 12 novembre in una conferenza stampa da Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano e coordinatore della Consulta dei piccoli comuni di Anci Toscana e Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente di Uncem Toscana, destano grande preoccupazione all’interno dell’Associazione dei Comuni e di Uncem. Preoccupazione condivisa a livello nazionale, tanto che Anci sta organizzando una grande manifestazione nazionale per mercoledì 21 novembre a Milano, indetta dai primi cittadini dei piccoli comuni, per chiedere a gran voce al Governo di rivedere la norma e non vessare con ulteriori blocchi e tagli i loro bilanci, già duramente provati dalla crisi e dai complessi processi di riorganizzazione istituzionale in corso. Dai dati di Anci Toscana emerge come ai comuni vengano chiesti continuamente maggiori sforzi, disattendendo in maniera preoccupante la ratio di quell’invarianza finanziaria che avrebbe dovuto mettere in condizione gli enti locali di governare in maniera sostenibile il momento di passaggio dalla finanza derivata al federalismo municipale. “Le autonomie locali sono praticamente al capolinea”, denuncia Vanni, che spiega: “Siamo passati nel giro di poco tempo da un federalismo municipale, magari più usato come slogan che costruito con scelte razionali, ad un centralismo statale che, nelle forme con il quale si sta attuando, non è giustificato né dalla gravissima crisi economica e finanziaria, né da errori, abusi e sperperi che sono stati commessi in alcuni casi”. Secondo Pierandrea Vanni e Oreste Giurlani, se nel passato si era cercato di tutelare questa fascia di enti, in considerazione delle loro peculiarità, del loro ruolo, e della loro collocazione, spesso nelle zone disagiate, oggi si può parlare di “vero e proprio accanimento nei confronti dei piccoli comuni, prima sottoposti a tagli spropositati e ora incredibilmente inseriti nel patto di stabilità dal 2013. Una scelta ancora piu´ incomprensibile e irrazionale” continua il sindaco di Sorano, “se si considera che proprio dal 2013 i comuni da mille a cinquemila abitanti trasferiranno le funzioni fondamentali e obbligatorie, personale e fondi direttamente dai bilanci alle Unioni dei Comuni”. Da un lato, infatti, con l’introduzione dell’Imu, i comuni sono costretti ad aumentare la pressione fiscale sui cittadini – senza veder un corrispettivo aumento delle proprie finanze – e, al contempo, vengono anche tagliate risorse da parte dell’Erario, rischiando di creare un vero e proprio cortocircuito. Con i provvedimenti contenuti nel Salva Italia, infatti, i comuni toscani con meno di 5000 abitanti si sono visti decurtare, per il 2012, i trasferimenti di ben 10.276.372 euro, a cui si devono sommare gli ulteriori tagli dovuti alla Spending Review, pari a 3.387.200 euro. Un totale, quindi di 13.663.573 euro, cifra di per sé insostenibile per i bilanci comunali degli enti minori. “Sono gravissime – commenta Giurlani – le ripercussioni che le misure previste nella spending review stanno avendo sui piccoli comuni e il quadro si preannuncia ancor più drammatico per il 2013. La nostra preoccupazione sul futuro dei piccoli enti locali è enorme, in quanto sono a serio repentaglio i servizi essenziali di prossimità per i cittadini e la gestione delle funzioni fondamentali per la tutela e la salvaguardia del territorio. In una situazione già così critica per i comuni sotto i cinque mila abitanti, se andiamo a sommarci anche l’applicazione del patto di stabilità a partire dal prossimo anno, non osiamo immaginare quali altre conseguenze andranno a ripercuotersi sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sicurezza dei territori rurali e montani”. “Il governo ha dimostrato miopia e insensibilità”, critica Vanni, “salvo poi invitare ad atteggiamenti istituzionali più ‘consoni’ chi, tra noi, protesta e annuncia di essere costretto a interrompere servizi. In realtà dovrebbe essere il Governo a tenere un atteggiamento istituzionale più ‘consono’ nei confronti delle autonomie locali e dei piccoli comuni in particolare. Non si può tagliare in modo pesantissimo e sconsiderato i trasferimenti a comuni e province e poi fingersi sorpresi se molti comuni sono costretti a ritoccare in alto l´aliquota dell´Imu o corrono il rischio concreto di diminuire i servizi ai cittadini”.  
   
 

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