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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Novembre 2012
 
   
  FERROVIE SUD EST: NESSUN TRASFERIMENTO ALLA REGIONE PUGLIA SENZA VEDERE CONTI

 
   
  Bari, 14 novembre 2012 - “Non vogliamo fare un salto nel buio. Non abbiamo predisposto l’accordo per il trasferimento delle Ferrovie del Sud Est alla Regione perché non siamo stati messi in condizione, come previsto dal Decreto sviluppo, di effettuare una dettagliata ricognizione della situazione debitoria e creditoria della società”. L’assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione Puglia, Gugliemo Minervini, lo ha spiegato ieri mattina alla stampa facendo il punto sul processo di regionalizzazione della società ferroviaria, che il Governo aveva avviato il 22 giugno con l’art. 16 del Decreto Sviluppo. Secondo la norma, entro il 9 novembre si sarebbe dovuto sottoscrivere un accordo per il trasferimento della proprietà sociale ma ciò non è stato possibile perché come evidenzia l’assessore, “i documenti richiesti dalla società di revisione, che avevamo individuato con evidenza pubblica, non sono stati trasmessi dalle Fse, nonostante le sollecitazioni scritte del Ministero dell’economia, azionista unico della società”. L’assessore Minervini ha ricostruito le tappe della vicenda: “Il 19 luglio abbiamo manifestato e ottenuto dal Ministero la possibilità di effettuare una due-diligence, un accertamento fondamentale per avere conoscenza e certezza dello stato economico, finanziario, gestionale e patrimoniale delle Fse. La società si è dimostrata formalmente disponibile a svolgere l’attività ma di fatto ha corrisposto un atteggiamento ostruzionistico che ha impedito l´accesso agli atti, se non in modo parziale e incompleto”. Il ministero nel decreto sviluppo aveva, infatti, offerto la disponibilità alla Puglia e alla Calabria, altra regione interessata alla regionalizzazione delle ferrovie, di ricapitalizzare le società prima del passaggio con 20 milioni di euro ciascuna, più l’autorizzazione dell’utilizzo fino a 100 milioni dei fondi Fas. “Dall’inizio – ha spiegato l’assessore – abbiamo respinto questa seconda opzione perché non abbiamo intenzione di pagare i debiti prodotti da altri con i fondi previsti per gli investimenti infrastrutturali destinati allo sviluppo della nostra regione”. La Regione Calabria, per la cronaca, ha sottoscritto l’accordo e impiegato i fondi Fas per rimettere in equilibrio con 120 milioni i conti delle Ferrovie della Calabria. Ma la situazione della Puglia è diversa e più grave. Tanto che il 29 ottobre Minervini con una lettera formale ha manifestato alla direzione generale trasporto pubblico locale del ministero delle infrastrutture e trasporti che: “Dai dati in possesso della società di revisione emergerebbero elementi e motivi di preoccupante criticità che profilerebbero una esposizione finanziaria superiore alla dotazione finanziaria prevista (120 milioni, ndr)”. Sollecitando ancora una volta i documenti richiesti per verificare con chiarezza lo stato economico e patrimoniale delle Fse. Alle rassicurazioni pervenute non ha fatto seguito ancora una volta la disponibilità dei documenti e allora l’assessore Minervini ha inviato una nuova diffida al ministero l’8 novembre. “Le perduranti condizioni di mancata collaborazione – si legge nel testo – confermano che a oggi la due diligence non può essere completata in tempo utile per consentire il perfezionamento dell´accordo previsto dalla norma...L’attuale carenza documentale ed informativa renda assolutamente impossibili, ancor prima del trasferimento di Fse alla Regione Puglia, la verifica della effettiva congruità della copertura finanziaria prevista dalla norma in oggetto e di scongiurare i rischi connessi all´eventuale esistenza dei presupposti per la obbligatoria sottoposizione della Società a procedure di liquidazione o concorsuali o fallimentari”. “Nell´ultima lettera – ha spiegato Minervini – ho evidenziato al ministero tutti i nostri timori e la catena degli effetti collaterali che potrebbero verificarsi se non si mettono in campo terapie d´urto. Occorre garantire: treni e autobus per i 58 mila pendolari che ogni giorno si muovono sulla più estesa rete ferroviaria regionale; i livelli occupazionali dei circa 1500 dipendenti e il completamento degli interventi infrastrutturali per 400 milioni di euro che le Fse stanno gestendo sulla rete”. Non c’è ancora una chiusura da parte della Regione. “Ci stiamo muovendo – conclude Minervini – su un filo delicatissimo con un senso di grande responsabilità istituzionale. Crediamo davvero che le Ferrovie del Sud Est possano diventare un pilastro del sistema regionale. Ma le condizioni di risanamento non possono essere scontate sulla pelle dei pugliesi. È già avvenuto per casi analoghi in altre regioni, penso alla Circumvesuviana il cui debito oggi grava per 500 milioni sul bilancio regionale della Campania che sta mettendo in campo un costoso piano di risanamento per il quale chiede il contributo dello Stato. C´è da parte nostra la disponibilità a continuare il dialogo con il Ministero, che ha la titolarità per indicare la strada per uscire da questa situazione, e siamo disposti a farlo con un atteggiamento costruttivo. Ma deve essere chiaro a tutti che non possiamo caricare sui pugliesi una situazione che i pugliesi non hanno determinato”.  
   
 

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