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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Novembre 2012
 
   
  6,4 MILIARDI DI EURO IL VALORE GENERATO DAL SISTEMA CULTURALE PIEMONTESE: IL 5,8% DEL TOTALE REGIONALE TRA LE MANIFESTAZIONI PIÙ CONOSCIUTE IN ITALIA IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO E LA FIERA DEL TARTUFO BIANCO DI ALBA

 
   
  Torino, 15 novembre 2012 - Quanto pesa la cultura in Piemonte? A questa domanda risponde il 1° report sull’impatto economico della cultura in Piemonte “La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura” realizzato da Unioncamere Piemonte, Camera di commercio di Torino, Finpiemonte e Compagnia di San Paolo. Il rapporto ha valutato per il 2011 un ammontare del valore aggiunto di 6,4 miliardi di euro generato dal sistema produttivo culturale piemontese, pari al 5,8% del totale dell’economia. In Piemonte il sistema occupa circa 119mila unità, pari al 5,9% dell’occupazione locale e all’8,6% di quella assorbita dal complesso delle industrie culturali a livello nazionale. Il sistema culturale riveste in Piemonte un’importanza maggiore rispetto a quanto si osserva per l’intero Paese. “Tra le funzioni delle Camere di commercio, favorire l’imprenditorialità culturale e creativa rientra pienamente nella nostra missione: da anni siamo impegnati nella valorizzazione dei nostri prodotti di eccellenza e dei nostri marchi ‘Made in’ anche all’estero, nell’utilizzo dell’innovazione nei processi produttivi, nella creazione di percorsi di formazione e specializzazione professionale oltre che nel sostegno diretto ad iniziative culturali, tra cui ad esempio il Salone internazionale del Libro. Il settore culturale e creativo, in Piemonte e in Italia, ha un potenziale incredibile che deve essere analizzato e messo a sistema: anche questo può far ripartire la macchina economica e lo sviluppo dei nostri territori. La vera sfida è quella di individuare, tutti insieme, una strategia industriale d’intervento così da diventare davvero competitivi rispetto ad altri mercati sia domestici che internazionali” ha evidenziato Paolo Bertolino, Segretario generale di Unioncamere Piemonte. Guido Bolatto, Segretario generale della Camera di commercio di Torino, ha sottolineato: “Da tempo promuoviamo indagini sugli investimenti in ambito culturale: dal Salone del Libro a quello del Gusto, alle manifestazioni d’arte contemporanea. Questa ulteriore indagine, da noi fortemente voluta, evidenza che abbiamo avuto e abbiamo ragione ad investire in cultura: un settore in crescita anche in periodi di crisi, e in grado di innescare circuiti economici virtuosi. Proprio a Torino, poi, – secondo i risultati dell’indagine – la cultura riesce a creare ricchezza e occupazione più che in altre province. A questo si aggiunge un ritorno di immagine per il territorio sotto il profilo turistico e di attrattività più generale”. “Grazie all´azione sia congiunta sia autonoma degli attori pubblici e privati Torino e il Piemonte hanno sviluppato un concetto molto alto di ‘cittadinanza culturale’. I restauri, il recupero, i musei stanno lì a dimostrarlo. Il pubblico esiste, cresce e sta diventando sempre più preparato e intelligente – ha dichiarato Marco Demarie, responsabile dell’Ufficio Studi, Programmazione e Documentazione della Compagnia di San Paolo –. Anche i vari mondi della creatività mostrano una vitalità che ci sembra non effimera. Torino progetta, consuma, crea. Meno bravi siamo stati però, come sistema, a sviluppare forme di industria culturale che usino cultura e creatività come input di produzione economica e quindi di occupazione sostenibile. I dati di questa prima ricerca non sono sconfortanti: ma certo non possiamo limitarci a confrontarci con le medie nazionali italiane. Il mercato dei contenuti, la creatività comunicativa digitale sono ‘spazi economici’ in cui Torino e Piemonte possono mischiare e giocare bene le loro carte culturali da un lato e tecnologiche dall´altro. Senza parlare degli spazi ancora espandibili di un´offerta turistica che faccia dei beni culturali un ingrediente significativo. Certo, nell´uno e nell´altro campo, ci vogliono inventiva, qualità e comunicazione. Tutti terreni che possono diventare opportunità vere anche per una nuova generazione di imprese culturali create da giovani”. "I dati presentati da Unioncamere Piemonte confermano un principio, che da sempre ispira il nostro operato: la cultura come settore economico-produttivo capace di generare ricadute economiche tangibili sul nostro territorio. La misurabilità delle iniziative culturali è infatti sempre stata un criterio irrinunciabile, che passa attraverso indici quantificabili, come i livelli occupazionali – ha commentato Michele Coppola, Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte –. È importante sottolineare come i dati sulla percezione della realtà culturale del Piemonte siano molto confortanti, sia a livello regionale, sia, soprattutto a livello nazionale. Confermano infatti una buona conoscenza del nostro patrimonio e dei principali eventi che in Piemonte si svolgono". La valutazione economica della cultura in Piemonte è stata condotta utilizzando la metodologia già sperimentata con successo da Unioncamere e Fondazione Symbola (L’italia che verrà. Industria culturale, made in Italy e territori. Rapporto 2012). Il report, che costituisce l’abstract di un rapporto più ampio e articolato presto disponibile, è arricchito da un’introduzione sul tema a cura di Walter Santagata, Professore Ordinario di Economia dei beni e delle attività culturali presso l’Università degli Studi di Torino, una breve anticipazione sui consumi culturali in Piemonte nel 2011 a cura dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, e un duplice sondaggio di opinione volto a indagare la percezione del sistema culturale piemontese da parte dei cittadini piemontesi e italiani. La valutazione economica della cultura in Piemonte Nel 2011 il valore aggiunto generato dal sistema produttivo culturale piemontese ammonta a 6,4 miliardi di euro, pari al 5,8% del totale dell’economia. Si tratta di un contributo rilevante, quattro volte superiore a quello fornito dall’agricoltura, il doppio di quello determinato sia dalle industrie alimentari e delle bevande, che da quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto. La ricchezza prodotta dall’insieme delle industrie culturali della regione rappresenta, inoltre, l’8,4% di quella generata dallo stesso aggregato a livello complessivo nazionale. In Piemonte il sistema occupa circa 119mila unità, pari al 5,9% dell’occupazione locale e all’8,6% di quella assorbita dal complesso delle industrie culturali a livello nazionale. Il sistema culturale riveste in Piemonte un’importanza maggiore rispetto a quanto si osserva per il Paese complessivamente considerato, dove questo crea il 5,4% della ricchezza prodotta, pari a quasi 76 miliardi di euro, e impiega il 5,6% degli occupati, equivalenti a 1,4 milioni di unità. Valore aggiunto e occupazione del sistema produttivo culturale in Italia per regione Anno 2011
Regione Valore aggiunto Occupazione
milioni di euro % su Italia % su totale economia migliaia % su Italia % su totale economia
Piemonte 6.402,3 8,4 5,8 119,2 8,6 5,9
Valle d´Aosta 144,9 0,2 3,9 3,3 0,2 5,5
Lombardia 18.671,6 24,6 6,3 288,3 20,7 6,3
Trentino-alto Adige 1.528,1 2,0 4,9 26,2 1,9 5,3
Veneto 8.471,2 11,2 6,3 160,6 11,6 7,0
Friuli Venezia Giulia 1.866,3 2,5 5,7 36,5 2,6 6,4
Liguria 1.323,8 1,7 3,3 27,6 2,0 4,1
Emilia-romagna 5.753,7 7,6 4,6 106,8 7,7 5,0
Toscana 5.165,9 6,8 5,3 107,1 7,7 6,3
Umbria 908,5 1,2 4,7 19,7 1,4 5,1
Marche 2.339,6 3,1 6,3 50,0 3,6 6,9
Lazio 10.615,2 14,0 6,8 160,7 11,6 6,3
Abruzzo 1.180,1 1,6 4,6 24,5 1,8 5,0
Molise 239,0 0,3 4,0 5,8 0,4 4,8
Campania 3.751,0 4,9 4,3 74,0 5,3 4,3
Puglia 2.425,7 3,2 3,9 57,0 4,1 4,5
Basilicata 417,6 0,6 4,3 10,6 0,8 5,2
Calabria 1.050,8 1,4 3,5 25,3 1,8 4,1
Sicilia 2.495,1 3,3 3,2 60,6 4,4 4,0
Sardegna 1.055,5 1,4 3,6 26,2 1,9 4,3
Italia 75.805,8 100,0 5,4 1.390,0 100,0 5,6
Fonte: Unioncamere, Fondazione Symbola, 2012 Esaminando la capacità del sistema culturale di incidere sull’economia delle singole regioni, il Piemonte occupa la quinta posizione, dopo Lazio, Marche, Veneto e Lombardia, che spiccano per un’incidenza del valore aggiunto superiore ai 6 punti percentuale. Con riferimento agli occupati all’industria culturale il Piemonte è settimo, preceduto da Veneto (7,0%), Marche (6,9%), Friuli-venezia Giulia (6,4%), Lazio (6,3%), Toscana (6,3%) e Lombardia (6,3%). Scendendo nel dettaglio dei quattro macro-settori di attività in cui si articola il sistema produttivo culturale (industrie creative, industrie culturali, performing arts e arti visive e patrimonio storico-artistico), sono le industrie creative e quelle culturali a contribuire in misura più rilevante alla creazione del prodotto e dell’occupazione del sistema culturale piemontese. Le quote si attestano rispettivamente al 46,3% e 49,0% per il valore aggiunto e al 49,4% e 44,8% per l’occupazione. L’inversione di gerarchia tra i due aggregati è sinonimo della maggiore produttività delle industrie culturali rispetto a quelle creative. Appare, invece, decisamente più contenuto l’apporto fornito dalle performing arts e arti visive (3,7% del valore aggiunto e 4,6% di occupazione) e soprattutto dalle attività legate al patrimonio storico-artistico (1,0% e 1,2%). L’importanza del sistema produttivo culturale per l’economia piemontese è sancita, inoltre, dall’ottima tendenza esibita tra il 2007 e il 2011. In questo periodo il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto è stato del 2,3%, a fronte di un tasso medio annuo di crescita negativo della ricchezza complessivamente prodotta dal sistema economico regionale (-0,4%). Il dato sul valore aggiunto si riflette anche sul fronte occupazionale: gli occupati del settore culturale sono cresciuti del 3,8% medio annuo, a fronte di un tasso di crescita dello 0,1% realizzato a livello complessivo. Tra le province è Torino a contribuire in maggior misura alla creazione di ricchezza ed occupazione del sistema produttivo culturale locale (56,1% di valore aggiunto; 58,6% di occupazione). Seguono Cuneo (14,4%; 13,3%), Alessandria (9,1%; 8,7%) e Novara (8,2%; 7,4%). Analizzando la capacità dei sistemi culturali di incidere sull’economia complessiva su scala provinciale si segnala il posizionamento della provincia di Torino, che si colloca in quindicesima posizione nella graduatoria delle province italiane, sia in termini di valore aggiunto, sia per quanto concerne gli occupati (rispettivamente 6,2% e 6,6% sul totale valore aggiunto e occupazione), seguita da Cuneo per quanto riguarda il valore aggiunto, e da Novara sul fronte dell’occupazione. Ampliando il campo di osservazione, sin qui limitato alla sola componente privata del sistema culturale piemontese, alle sfere della pubblica amministrazione e del non profit, il contributo fornito alla creazione della ricchezza e dell’occupazione dell’intero sistema economico sale al 6,1% in termini di valore aggiunto e al 6,3% in termini di occupazione. Allargando, infine, lo sguardo all’intera filiera della cultura piemontese, costituita non solo dal sistema produttivo culturale, ma anche da tutti quei settori attivati direttamente o indirettamente dalla cultura, si scopre come il valore aggiunto prodotto nel 2011 salga a 16,1 miliardi di euro, e l’incidenza sulla ricchezza complessivamente generata dalle attività economiche regionali addirittura al 14,5%. La filiera assorbe complessivamente quasi 346mila occupati, per un incidenza che sale al 17,2%. A partire dalle elaborazioni relative al valore aggiunto è, dunque, possibile stimare l’impatto della filiera della cultura in termini economici: per un euro generato dal sistema produttivo culturale piemontese (considerando anche il contributo della Pubblica Amministrazione e delle attività non profit), ne vengono creati 1,4 all’interno della filiera complessiva. La filiera della cultura in Piemonte - Anno 2011 (valori in milioni di euro e migliaia di unità)
Valore assoluto Incidenza % sul totale economia
Valore aggiunto "settore privato" 6.402,3 5,8
Occupati settore privato 119,2 5,9
Valore "Pa e non profit" 371,0 0,3
Occupati "Pa e non profit" 7,0 0,3
Valore aggiunto settori attivati dalla cultura 9.315,1 8,4
Occupati settori attivati dalla cultura 219,4 10,9
Valore aggiunto filiera della cultura 16.088,3 14,5
Occupati filiera della cultura 345,6 17,2
Fonte: elaborazione Unioncamere Piemonte su dati Unioncamere, Fondazione Symbola, 2012 I consumi culturali tra crisi e crescita Nel 2011 poco meno di 5 milioni di persone hanno visitato i musei e le mostre dell’area metropolitana di Torino, quasi 6 milioni se si considera l’intero territorio regionale. I festeggiamenti del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia hanno attratto molti visitatori da fuori regione, tuttavia sono stati i musei più noti a catalizzarne l’attenzione ancor più dei beni e delle manifestazioni focalizzate sull’Unità d’Italia. La ricaduta per la città è stata comunque importante. Ciò nonostante il 2011 può essere letto come l’apice di una dinamica di divaricazione e contraddizione: dalle soglie più alte di visite e consumi relativi a musei e beni culturali che hanno sfruttato l’onda positiva degli investimenti passati, alla decrescita delle risorse da investire in cultura, da parte degli Enti Pubblici e privati. La percezione del sistema culturale piemontese Tra le numerose manifestazioni e iniziative a carattere culturale condotte in Piemonte sono il Salone Internazionale del Libro di Torino e la Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba le più conosciute al di fuori dei confini regionali. Elevato anche il grado di notorietà del Salone Internazionale del Gusto, del Torino Film Festival e di Cioccolatò. Quali tra le seguenti manifestazioni e iniziative che hanno caratterizzato l’attività culturale del Piemonte Lei conosce, anche solo per sentito dire?
Totale Italia
Salone Internazionale del Libro di Torino 51,5
Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba 47,9
Salone Internazionale del Gusto 34,2
Torino Film Festival 29,9
Cioccolatò 27,1
Mtv Days 18,9
Torino Jazz Festival 18,0
Mito Settembre Musica 10,9
Douja d’Or – Salone Nazionale dei vini D.o.c. E D.o.c.g. 8,0
Luci d’Artista 7,5
Artissima 3,6
Nessuno di questi 11,4
 
   
 

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