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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Novembre 2012
 
   
  AVVERTIMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA AI PAESI TERZI: LE MISURE PER COMBATTERE LA PESCA ILLEGALE NON SONO SUFFICIENTI

 
   
  La Commissione europea ha rafforzato la sua azione per combattere la pesca illegale a livello mondiale comunicando a otto paesi terzi che essi rischiano di essere considerati come paesi non cooperativi nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn). I paesi in questione sono il Belize, la Cambogia, le Figi, la Guinea, Panama, lo Sri Lanka, il Togo e Vanuatu. La decisione odierna, la prima nel suo genere, evidenzia il fatto che questi paesi non stanno facendo abbastanza per combattere la pesca illegale. Essa individua problemi concreti quali l’assenza di dialogo o di azioni volte ad affrontare le carenze nel monitoraggio, controllo e sorveglianza delle attività di pesca, e propone azioni correttive per porvi rimedio. La decisione non inciderà in questa prima fase su alcuna misura relativa al commercio. Gli otto paesi hanno ricevuto l’avviso ed è stato loro concesso un periodo di tempo ragionevole per reagire e prendere provvedimenti per rimediare alla situazione. La Commissione ha inoltre proposto un piano d’azione per ciascun paese. Se la situazione non dovesse migliorare, l’Ue potrebbe intraprendere altre azioni, incluse misure commerciali quali il divieto di vendita dei prodotti della pesca all’Unione europea. Maria Damanaki, Commissaria europea responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “Non si tratta di una lista nera, ma di un cartellino giallo. Desideriamo che questi paesi siano nostri partner nella lotta contro la pesca illegale. Vogliamo che migliorino i loro sistemi legali e di controllo in linea con le norme internazionali. Ma vogliamo anche dare al mondo un chiaro segnale che l’Ue non tollererà oltre la pesca Inn, un’attività criminale che pregiudica la sopravvivenza delle comunità di pescatori e impoverisce gli stock ittici. Essa va eliminata con ogni mezzo.” La lotta contro la pesca illegale rientra nel quadro più vasto della volontà manifestata dall’Ue di garantire lo sfruttamento sostenibile del mare e delle sue risorse. Come principale paese importatore del mondo l’Ue si propone di chiudere i suoi mercati ai prodotti della pesca catturati illegalmente. La Commissione ritiene che gli otto paesi individuati non abbiano fino ad ora rispettato i doveri ad essi incombenti nella loro veste di Stati di bandiera, Stati di approdo, Stati costieri o Stati di commercializzazione, in linea con il diritto internazionale, in particolare con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e l’Accordo delle Nazioni Unite sugli stock ittici. È necessario, ad esempio, che tali paesi modifichino il loro quadro giuridico per la lotta contro la pesca Inn, migliorino il controllo e le azioni di monitoraggio o assumano un ruolo proattivo in conformità alle norme del diritto internazionale. La decisione odierna della Commissione costituisce il risultato di un’analisi approfondita che tiene inoltre conto del livello di sviluppo di ciascun paese e fa seguito ad un lungo periodo di discussioni informali con i paesi in questione. Da oggi potrà dunque essere avviata una procedura formale di dialogo e cooperazione con questi ultimi al fine di risolvere i problemi individuati.  
   
 

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