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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Novembre 2012
 
   
  VENETO: IVA AL 22 PER CENTO

 
   
  Venezia, 19 novembre 2012 - “Dal laboratorio d’alchimia del Parlamento sta uscendo una Legge di stabilità, ovvero una Finanziaria, che in estrema sintesi debilita ulteriormente la capacità di spesa delle famiglie, prevede di fatto nuove entrate fiscali e nulla tocca delle costose strutture statali e nemmeno di quelle parlamentari. Per dirla come un vecchio proverbio: l’unico vero risultato è che si spenderà più per vestire e la stessa somma per il cibo, salvo inflazione ormai irrecuperata e irrecuperabile”. Franco Manzato, assessore alla tutela del consumatore del Veneto, traccia un’analisi sommaria dei contenuti della proposta che andrà all’approvazione definitiva delle Camere, “ad un anno di governo Monti – aggiunge – i cui numeri sono un Pil al –2,3 per cento, una maggiore spesa per interessi di Bot su un debito Statale ormai ai 2 mila miliardi, un calo feroce di consumi e di domanda interna dell’ordine del 4 – 5 per cento effettivo, una diminuzione per ora inarrestabile dell’occupazione, una pressione fiscale senza eguali al mondo e nella storia in cambio di quasi nulla”. “Tutto questo è certo effetto anche di una crisi straordinaria – dice ancora Manzato – affrontata finora, però, solo dal punto di vista delle necessità finanziarie dello Stato, che al suo sembra il relitto di un realismo socialista fuori tempo massimo e si definisce all’esterno, purchè lo si paghi e non si pretenda. Per me il fatto più sconvolgente è la bussola che guida la mano predona di Roma, è cioè la convinzione che gli italiani abbiano vissuto e vivano al di sopra delle loro possibilità e non che sia lo Stato a vivere al di sopra delle possibilità dei suoi cittadini: testimonianza di un apparato, di una classe politica e di lobby economiche che ormai hanno ampiamente perso di vista la gente e vivono in un altro pianeta, dove atri e logge sembrano la stessa cosa”. “Il testardo aumento dell’Iva – secondo Manzato – non compenserà nemmeno il calo inevitabile dei consumi e impoverirà una volta di più i redditi fissi tutti, a partire ovviamente dai più bassi. Ma fanno sorridere anche gli scarsi benefit, come le sedicenti per il mantenimento dei figli, che sembrano calcolate da incalliti single sterili. A questi, su un’altra partita, si aggiunge il taglio delle indicizzazioni alle pensioni cosiddette “d’oro”, quelle cioè 6 volte il minimo, lordo, per riparare a errori pratici e concettuali di una riforma che ha privato i nostri figli e moltissimi anziani delle pensioni stesse, quasi fossero stati loro a deciderne le regole. Ma allora certi stipendi che cosa sono? Platino diamantato esentasse?”. “Di certo la faccenda Iva è la più becera: perché sostanzialmente dannosa, perché non punisce gli evasori ma i redditi da lavoro, perché rende ancora meno concorrenziali i nostri servizi (penso all’economia turistica), perché impoverirà ulteriormente la nostra economia. Il tutto senza che si vedano sacrifici predicati e di fatto irrealizzati da parte di coloro che li impongono agli altri”.  
   
 

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