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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Novembre 2012
 
   
  LEGGE DI STABILITÀ: IL DOCUMENTO APPROVATO DALLA CONFERENZA DELLE REGIONI

 
   
  Perugia, 26 novembre 2012 – Pubblichiamo il documento finale approvato, giovedì 22 novembre, a Roma, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla quale ha partecipato la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Conferenza Delle Regioni E Delle Province Autonome Legge Di Stabilità 2013 - Le Regioni ritengono che il testo della Legge di stabilità cosi come approvato dalla Camera dei Deputati non consenta di assicurare l’erogazione dei servizi per i cittadini e prefiguri per tutte le Regioni nel 2013 un concreto rischio in merito alla tenuta dei conti, che comporterà per lo Stato Italiano un problema serissimo e nuovo, in assenza del Patto per la Salute. Occorrerà una modifica reale del testo per consentire la stabilità minima del sistema ed assicurare servizi essenziali. Le Regioni pertanto coinvolgeranno il Senato e si convocheranno giovedì 29 prossimo in seduta straordinaria per verificare le modifiche occorse al testo e decidere sulle iniziative conseguenti da intraprendere in riferimento alle responsabilità a cui i governi regionali non sono in grado di far fronte e a cui dovrà rispondere lo Stato centrale. Le Regioni concorrono, da sempre, al risanamento dei conti pubblici in misura sproporzionata rispetto al peso percentuale che le stesse hanno sulla spesa pubblica. Anche questo disegno di legge di stabilità sacrifica gli enti territoriali e conseguentemente l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini e alle imprese. Da questo punto di vista occorre sottolineare che il sistema delle autonomie è fortemente integrato ciò nonostante non vi sono possibilità di sostituzione delle istituzioni per il finanziamento dei servizi essenziali. Gli enti territoriali sono già oltre la linea di guardia essendo stati destinatari di tagli lineari che nelle ultime manovre pesano, a regime, per oltre 38 miliardi di euro (di cui circa 27 alle sole Regioni). Le maggiori criticità, ovviamente, si concentrano sulla tutela della salute, sul trasporto pubblico locale e sul welfare. Tutela della salute - La manovra finanziaria ha ridotto il finanziamento del fondo sanitario riportandolo nel 2013 al di sotto del finanziamento previsto per il 2012, senza tener conto del tasso di inflazione ben al di sopra di quello programmato, dell’aumento delle aliquote Iva e dei risparmi di spesa dello Stato addossati ai cittadini con l’aumento dell’addizionale Irpef nel Dl Salvaitalia (Dl 201/2011- convertito in Legge 214/2011). È difficile pensare che possa aver senso un Nuovo Patto per la Salute, poiché il taglio lineare delle risorse, rende la spesa sanitaria non sostenibile dal sistema. Si disperde cosi il lavoro sui costi standard e si mette a rischio la tenuta reale dei bilanci di tutte le Regioni. Tali criticità sono acuite dalle recenti disposizioni del decreto legislativo 118/2011 in ordine alle quali occorre prevedere una graduale applicazione in materia di investimenti e di ammortamenti al fine di non bloccare l’ammodernamento infrastrutturale. Infine occorre garantire una più equilibrata gestione dei piani di rientro anche ai fini di migliorare la gestione dei flussi di cassa. Trasporto pubblico locale - La manovra stravolge completamente lo spirito dell’Accordo Governo - Regioni del 21/12/2011 in cui si concordava di sottoscrivere un Patto sul Trasporto pubblico locale dove fossero definite le modalità di fiscalizzazione delle risorse per il Tpl in attuazione del D.lgs. 68/2011 sul federalismo fiscale. Tale Accordo era la diretta conseguenza di un ulteriore Accordo Governo - Regioni del 16/12/2010 ove le Regioni e il Governo concordavano l’integrazione delle risorse e la loro fiscalizzazione al livello ante applicazione del Dl 78/2010 che ha completamente cancellato i trasferimenti per il Tpl (cd “Bassanini”) ormai cristallizati nell’importo dal 1999. È cancellato completamento il principio della responsabilità di entrata correlato alla responsabilità di spesa ritornando alla finanza derivata ante legge “finanziaria Giarda” (L.549/1995). Anche alla luce delle innovazioni contenute nella legge Costituzionale n.1/2012 sul pareggio di bilancio, l’autonomia finanziaria regionale costituisce un prerequisito fondamentale ai fini di consentire a ciascun ente di perseguire questo obiettivo. Le Regioni, conseguentemente, ritengono fondamentale e imprescindibile cancellare la ricentralizzazione delle risorse e sono pronte a costruire, gestire e farsi misurare nell’ambito di un impianto normativo in grado di garantire l’”efficientamento” del sistema e, più in generale, il miglioramento delle performance ai fini della “virtuosità”. Welfare - L’attuale situazione economica impone di non trascurare le fasce deboli della popolazione che vedono aggravare la propria condizione e non possono più sopportare il depauperamento delle risorse pubbliche destinate al welfare. I fondi nazionali, infatti, sono pressoché azzerati: dal fondo per la non autosufficienza a quello nazionale delle politiche sociali, per fare solo gli esempi più macroscopici anche se si riscontra un primo segnale in contro tendenza che non risulta però sufficiente ad assicurare i bisogni minimi e assistenziali. Di qui la necessità di riorientare le risorse pubbliche per l’integrazione, l’inclusione sociale e i servizi alla persona. Sono queste le chiavi di lettura degli emendamenti che le Regioni sottopongono all’attenzione del Parlamento perché il disegno di legge di stabilità possa contribuire alla crescita economica e sociale del Paese in un quadro di equilibrio della finanza pubblica nazionale ed europea.  
   
 

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