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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Novembre 2012
 
   
  LEGGE ANTICEMENTO, VENETO: SPARITE DAL TESTO DEL GOVERNO LE NORME DI SALVAGUARDIA

 
   
  Venezia, 26 novembre 2012 - “Quello che preoccupa non è il menefreghismo statale nei confronti delle Istituzioni locali, ma l’incapacità di accettarne i contributi, specie se positivi, in nome di un centralismo di ritorno che non ha mai, dico mai, dato segni di efficienza, se non quando si è trattato di esigere”. La butta in “politica” l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato che, dopo aver plaudito alla presentazione formale da parte del governo della proposta di legge anticemento, si è accorto assieme ai colleghi delle altre Regioni che il vero contributo dato dalle regioni non era neppure stato preso in considerazione ed era sparito dal testo licenziato dal Consiglio dei Ministri. “Sto parlando della clausola di salvaguardia, che prevedeva un blocco immediato di tre anni dall’approvazione della Legge per ogni modificazione dell’uso del suolo, per evitare assalti alla diligenza dell’ultima ora in attesa che venga portato a termine tutto il complesso iter burocratico – amministrativo – istituzionale previsto dal testo governativo. Il quale prevede sì la salvaguardia del territorio agricolo, ma di fatto ci vorranno anni perché questa sia effettiva, mentre noi volevamo che invece lo fosse da subito”. Le Regioni hanno formalmente obiettato che “il testo così come approvato dal Consiglio dei Ministri presenta numerose lacune, probabilmente generate da un approccio parziale ad una problematica complessa e multidisciplinare, e risulta essere di difficile applicazione concreta, portando al paradosso di esporre, nella prima fase di applicazione, ad una corsa alla cementificazione”. “Fa rilevare, altresì, le criticità relative alla ripartizione costituzionale delle competenze tra Stato e Regioni nei diversi ambiti in cui interviene il provvedimento”. “Io aggiungo che a pensar male si rischia di indovinare – ha concluso Manzato – e così com’è questa sembra una proposta di legge elettorale alla ricerca di un facile consenso ma, nel migliore dei casi, di una difficile e posticipata applicazione che oltretutto non agisce sui motivi della cementificazione, che riguardano il continuo impoverimento delle casse comunali da parte dello Stato. Nel peggiore dei casi è solo l’ennesima vittoria di lobby cementiere”.  
   
 

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