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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Novembre 2012
 
   
  CAMBIAMENTO CLIMATICO IN UMBRIA, PIÙ FREQUENTI PERIODI SICCITÀ E PRECIPITAZIONI INTENSE: COSTANTE MONITORAGGIO E PROGRAMMAZIONE PER TUTELA RISORSE IDRICHE E DIFESA IDRAULICA

 
   
  Perugia, 29 novembre 2012 – "Gli studi sui cambiamenti climatici indicano che nei prossimi decenni dovremo fare i conti con periodi sempre più lunghi caratterizzati da un aumento delle temperature e una diminuzione della piovosità, con una concentrazione delle precipitazioni in periodi più brevi, ed emergenze come quelle che si sono registrate quest´anno e che impongono l´urgenza di un piano organico nazionale per la manutenzione e la difesa idraulica del territorio". Lo ha sottolineato l´assessore regionale all´Ambiente, Silvano Rometti, intervenendo al convegno sul cambiamento climatico in Umbria e i suoi impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e sugli eventi alluvionali che si è svolto oggi a Palazzo Donini e in cui sono stati presentati e analizzati gli studi finanziati dalla Regione Umbria, a valere sui fondi comunitari Por Fesr 2007-2013 destinati alla prevenzione dei rischi naturali, svolti dagli esperti del Consiglio nazionale delle ricerche e dell´Università degli studi di Perugia. Al convegno hanno preso parte rappresentanti dell´Autorità di bacino del fiume Tevere e del Segretariato Wwap Unesco che, con sede a Villa Colombella di Perugia, cura il programma di valutazione delle risorse idriche mondiali. "Negli ultimi sette anni - ha rilevato Rometti - in Umbria si è verificato un inasprimento dei fenomeni estremi, con tre emergenze per la siccità, nel 2002, nel 2007 e nel 2012 per le quali è stato dichiarato dal Governo lo stato di ´emergenza idrica´, ed eventi alluvionali come quello che in questo mese ha interessato l´Orvietano-pievese e il Marscianese-tuderte e per il quale la Regione ha richiesto al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza. L´umbria - ha aggiunto - si è attrezzata per affrontare al meglio queste calamità, con un piano di monitoraggio e prevenzione e un´attenta programmazione per la tutela delle risorse idriche e la difesa idraulica del territorio". Per garantire l´approvvigionamento idrico e ridurre gli impatti dei prolungati periodi con scarse precipitazioni, "possiamo contare sui due invasi di Montedoglio e della diga sul Chiascio e su un sistema di interconnessione di condotte e acquedotti. Allo stesso tempo - ha detto Rometti -, ci siamo dotati di un Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico, che prevede interventi per circa 45 milioni di euro, cofinanziati dalla Regione e diversi dei quali sono già in fase di realizzazione. La gestione della risorsa idrica e la messa in sicurezza del territorio rappresentano una priorità e lo dimostra anche lo studio sui cambiamenti climatici che viene oggi presentato, un importante strumento di conoscenza scientifica che ci consente una ancora più precisa valutazione sulle criticità e gli interventi da attuare". "Tutto questo, comunque, non basta - ha affermato Rometti - ed è ancora più evidente dopo le eccezionali precipitazioni che dall´11 al 13 novembre hanno interessato gran parte dell´Umbria, con conseguenti frane ed esondazioni di fiumi e corsi d´acqua, ingentissimi danni a infrastrutture, attività produttive, abitazioni e che hanno compromesso gravemente l´efficienza del reticolo idrografico e delle opere idrauliche. Per evitare ulteriori danni al territorio, umbro e nazionale, non sono certo sufficienti i 250 milioni di euro stanziati dopo l´alluvione, ma occorre che il Governo vari al più presto un Piano organico di interventi di difesa idraulica, con risorse adeguate. In tempi di ´spending review´, è questo l´unico strumento in grado di assicurare veri risparmi, prevenendo i rischi delle calamità naturali e il loro impatto". Le proiezioni future degli andamenti climatici sull´area umbra, ma anche a livello nazionale, indicano un trend positivo per le temperature e negativo per le precipitazioni - ha sintetizzato Tommaso Moramarco, dell´Istituto ricerca protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle Ricerche - con una maggior propensione alle esondazioni dei corsi d´acqua ed un´eccezionalità del fenomeno come è accaduto a novembre per il fiume Paglia con picchi di piena che non si registravano da almeno cento anni. In Umbria, grazie al progetto finanziato dalla Regione - ha proseguito - la situazione viene costantemente monitorata e c´è una stretta collaborazione fra centri di ricerca, Università e istituzioni per la pianificazione degli interventi di prevenzione e messa in sicurezza". Nel corso del convegno sono stati illustrati in particolare gli scenari sulla risorsa acqua in Umbria, individuando le criticità del territorio regionale in presenza di trend climatici negli ultimi cinquanta anni e in quelli futuri, di tre aree di studio: l´invaso di Montedoglio, l´acquifero alluvionale del campo pozzi di Petrignano di Assisi e l´acquifero di Bagnara.  
   
 

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