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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Febbraio 2007
 
   
  METODI E CRITERI DI CAMPIONAMENTO OPERATORI BIOLOGICI. LIVIANTONI: “ANCHE CON NUOVO ‘PSR’ GRANDE SOSTEGNO AD GRICOLTURA ECO-COMPATIBILE”. I DATI DELL’UMBRIA.

 
   
  Perugia – Per un mercato dei prodotti biologici sempre più trasparente e consumatori ancora più garantiti, la Giunta regionale ha approvato i criteri e le modalità di campionamento per il controllo degli operatori biologici, ovvero le imprese agricole e zootecniche che praticano metodi di agricoltura eco-compatibile e che in Umbria (tra produttori, preparatori e raccoglitori di prodotti spontanei, aziende biologiche, in conversione e miste) hanno ormai superato le 1500 unità e gli oltre 30mila ettari di superfici coltivate. Due sono i soggetti coinvolti nella procedura di campionamento e controllo: il “Servizio produzioni vegetali e politiche per l’innovazione” della Regione Umbria, che annualmente approva, pubblica l’Albo regionale e, con l’utilizzo di un ‘software’ per la raccolta ed elaborazione dati, estrae a campione un numero non inferiore al 5 percento delle aziende in elenco; le Comunità montane che operativamente eseguono le ispezioni vere e proprie. “La procedura - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Carlo Liviantoni – renderà il controllo ancora più mirato e coerente, in un settore, peraltro, che è il solo ad avere una certificazione di filiera, dal seme alla tavola del consumatore. L’agricoltura biologica, settore di grande vitalità e interesse per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio – ha ricordato Liviantoni – in questi anni ha avuto una crescita esponenziale, anche grazie all’attività di tutoraggio, agli incentivi e a contributi economici della Regione e dell’Unione europea per oltre 40milioni di euro”. “Lo stesso ‘Psr’ 2007-2013 – ha sottolineato l’assessore – pone grande attenzione al consolidamento del comparto. Una regione, la nostra, che si colloca a livello nazionale in una posizione di tutto rispetto, e che per caratteristiche pedologiche, orografiche, di intensità produttiva, per biodiversità e per l’immagine che detiene - ha concluso Liviantoni - ha una sorta di vocazione naturale per l’agricoltura biologica”. Il biologico umbro è prevalentemente rivolto al settore zootecnico (foraggi, pascoli e prati), ma importanti sono anche la coltivazione di cereali (come il caratteristico farro) e di legumi come lenticchie, fave, ceci e cicerchie. Di un certo rilievo, con oltre 1000 ettari coltivati, è la produzione di olio extra vergine di oliva, mentre sono contenute le superfici investite a vigneti, frutteti ed ortive a pieno campo. Da ricordare che nella nostra regione operano anche molte aziende (mangimifici, molini, frantoi, oleifici, panifici, caseifici) autorizzate alla lavorazione di prodotti biologici. Il ‘trend’ positivo dell’Umbria in bio-agricoltura fa tutt’uno con il dato nazionale, senza precedenti e soprattutto senza paragoni con il resto del mondo. Il nostro Paese, infatti, è primo produttore europeo e il terzo mondiale per estensione delle superfici investite. .  
   
 

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