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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Dicembre 2012 |
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TORINO: IL NUOVO CENTRO GRANDI USTIONATI DEL CTO
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Torino, 11 dicembre 2012 - Nuovi locali, incremento dei posti letto e collegamento alla rete regionale, per il nuovo Centro Grandi Ustionati dell´ospedale Cto, inaugurato il 7 dicembre dopo una ristrutturazione durata quattro anni e sostenuta dalla Regione e dalla Compagnia di San Paolo per 4,5 milioni di euro. “Una struttura di assoluta eccellenza, di cui Torino e il Piemonte avevano bisogno - ha detto il presidente della Regione, Roberto Cota, intervenendo alla cerimonia - Lo si è capito dopo il disastro della Thyssen, cinque anni fa; un sistema sanitario deve essere in grado di far fronte anche a situazioni particolarmente acute e ad ogni tipo di emergenza”. Il Centro, chiuso alla fine del 2008 per essere completamente ristrutturato e trasferito temporaneamente in altri settore dell’ospedale, può contare dopo i lavori su 8 posti di terapia semi-intensiva, 4 di terapia intensiva in camere singole dotate di apparecchiature di monitoraggio, un reparto chirurgico e un blocco di studi medici. Come ha precisato il direttore dell’azienda Città della Salute, Angelo Del Favero, “permetterà una migliore qualità dell’assistenza al paziente grazie a tecnologie innovative ed ambienti adeguati, perfettamente in linea con gli standard europei. Ogni anno vengono ricoverate 80-100 persone per ustioni che nel 60% dei casi sono causate da incidenti domestici e riguardano in modo crescente la popolazione anziana. Durante l’inaugurazione, il presidente Cota ha voluto ancora una volta precisare che “stiamo realizzando una riforma del sistema sanitario secondo un concetto moderno di sanità, perché agiamo nell´interesse generale, un principio che si contrappone a quello di alcuni che, per loro interessi, vogliono lasciare le cose come sono. La nostra politica è di avere ospedali integrati, che possano affrontare qualsiasi tipo di emergenza o di complicazione del quadro clinico si verifichino. Ospedali, quindi, che abbiano tutto e siano più sicuri. Purtroppo, i continui tagli dei trasferimenti da Roma ci impongono di agire con sempre meno risorse. E la stessa edilizia sanitaria rischia di bloccarsi”. |
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