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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Dicembre 2012
 
   
  DIALISI: NO ALLA GESTIONE DELLA CURA AI PRIVATI

 
   
  Milano, 10 dicembre 2012 - Il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione Italiana, non può essere messo a rischio dall’applicazione della spending review e dall’erogazione dei servizi da parte di soggetti privati esterni agli ospedali pubblici, in particolare di quelli legati alla dialisi. Nefrologi, Amministratori, Costituzionalisti, Esponenti del mondo aziendale e Rappresentati dei pazienti si sono confrontati sul rapporto tra il diritto alla salute ed i risvolti organizzativi relativi all’erogazione dei servizi nefro-dialitici nel corso della tavola rotonda, che si è tenuta nei giorni scorsi, organizzata dalla Società Italiana di Nefrologia. L’economia italiana a fronte di una riduzione del prodotto interno lordo nel 2008 e nel 2009 ha registrato un incremento della spesa sanitaria pubblica che si ritiene non più compatibile con i vincoli economici. Nel decennio 2002-2011 la spesa sanitaria pubblica è risultata sistematicamente superiore alle risorse disponibili, contravvenendo al principio del vincolo di bilancio. Il crescente peso della sanità quale voce della spesa pubblica ha comportato il ricorso crescente a misure come il taglio dei posti letto, aumento dei ticket sanitari, provvedimenti sul prezzo dei farmaci e sui dispositivi, e, appunto, l’esternalizzazione dei servizi. A questo proposito il professor Giovambattista Capasso, Presidente della Società Italiana di Nefrologia, ha affermato: “l’outsourcing dei servizi di diagnosi e cura da parte di enti pubblici ha senso solo quando interviene per garantire efficienza e appropriatezza a strutture pubbliche, che per qualsiasi motivo non siano in grado di assicurare questi requisiti ai cittadini. Questo non sembra applicarsi nel nostro Paese al settore della dialisi, che vanta risultati clinici di assoluta eccellenza (il tasso di mortalità dei dializzati italiani è uno dei più bassi del mondo) a costi contenuti. In un contesto già virtuoso nei costi ed eccellente nei risultati clinici, non è verosimile che l’outsourcing consenta di ottenere alcun beneficio, neanche in termini di costi”. L’esternalizzazione dell’intera filiera dei servizi nefro-dialitici potrebbe avere implicazioni potenzialmente negative per l’azienda pubblica e per i cittadini, in quanto con l’esternalizzazione dei servizi il Sistema Sanitario Nazionale perde definitivamente delle competenze cruciali. “Con l’invecchiamento della popolazione si è verificato un aumento della spesa per i malati cronici”- dichiara il dottor Giorgio Battaglia, Direttore di Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Acireale, Catania - “ed è proprio la gestione delle cronicità la più grande sfida per i sistemi sanitari pubblici. A tale proposito bisogna chiedersi se intraprendendo la strada delle esternalizzazioni si ottiene realmente efficienza e buone cure e se è nell’interesse degli ammalati, nel nostro caso dei dializzati. Meglio sarebbe perseguire la strada della razionalizzazione e della riorganizzazione delle risorse del sistema sanitario pubblico”. Ad oggi i pazienti dializzati in Italia sono circa 40.000 ed il costo annuo di un paziente in trattamento sostitutivo dialitico è di circa 35.000 Euro all’anno.  
   
 

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