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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 12 Dicembre 2012 |
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NUOVI RISULTATI CONFERMANO LE EVIDENZE A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE BENDAMUSTINA-RITUXIMAB (B-R) COME TERAPIA DI PRIMA LINEA NEI PAZIENTI CON LINFOMA NON-HODGKIN INDOLENTE E MANTELLARE
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Cambridge, 12 dicembre 2012 – Cinque nuove serie di dati presentati questa settimana in occasione del 54esimo Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (Ash) ad Atlanta, Georgia (Usa), dimostrano che l’associazione bendamustina più rituximab (B-r) come terapia di prima linea determina risultati superiori rispetto all’attuale standard terapeutico Chop-r (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone più rituximab)/Cvp-r (ciclofosfamide vincristina, prednisone più rituximab) in pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare.[i],[ii],[iii],[iv],[v] Una sottoanalisi dello studio Stil Nhl 1-2003 ha dimostrato un aumento significativo della sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) e della sopravvivenza complessiva (Os) nei pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare che hanno ottenuto una risposta completa, rispetto a coloro che hanno ottenuto una risposta parziale, indipendentemente dall’aver ricevuto B-r o Chop-r1. Si è osservata risposta completa in una percentuale maggiore di pazienti trattati con B-r (39,8%) rispetto a quelli trattati con Chop-r (30%)1. Inoltre, nel confronto fra i due bracci di trattamento, la terapia di prima linea con B-r ha determinato una sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) superiore rispetto a Chop-r, indipendentemente dalla qualità della risposta1: · Nei pazienti con risposta completa, il valore mediano di Pfs ha superato il punto di valutazione a cinque anni con B-r, contro 53,7 mesi per i pazienti trattati con Chop-r (p=0,0204)1 · Nei pazienti con risposta parziale, la terapia con B-r ha determinato un valore mediano di Pfs di 57,2 mesi, contro 30,9 mesi per Chop-r (p=0,0002)1 Risultati dello studio Stil Nhl 1-2003 presentati in precedenza avevano dimostrato un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) oltre a una migliore tollerabilità con B-r rispetto a Chop-r[vi],1. In un ulteriore studio presentato al Congresso Ash, lo studio Bright, il trattamento con B-r ha determinato una percentuale di risposta completa non-inferiore a Chop-r/cvp-r in pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente avanzato e mantellare (Mcl) (31% con B-r contro 25% con Chop-r/cvp-r, p=0,0225), raggiungendo così l’obiettivo primario dello studio2. Lo studio inoltre ha dimostrato una percentuale di risposta completa significativamente più elevata nel sottogruppo dei pazienti con linfoma mantellare (51% contro 24%, p=0,018)2. Le valutazioni delle risposte sono state condotte da un comitato indipendente. Una terza nuova serie di dati, dallo studio Bright, ha fornito informazioni sulla qualità di vita dei pazienti con nuova diagnosi di linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare trattati con B-r, rispetto a quelli che ricevevano Chop-r/cvp-r. I risultati evidenziano che B-r ha migliorato i punteggi di qualità di vita per la maggior parte degli aspetti che attengono alla funzionalità e alla sintomatologia3. Inoltre, B-r ha comportato miglioramenti significativi dello stato di salute complessivo/qualità di vita rispetto allo standard terapeutico Chop-r/cvp-r (rispettivamente 3,6 contro -5,1 p=0,0005) in questi pazienti3. “Nell’ultimo anno abbiamo osservato un considerevole aumento del numero di evidenze presentate che dimostrano il potenziale di bendamustina come nuova chemioterapia di riferimento nel trattamento di prima linea di tutti i linfomi non-Hodgkin indolenti e mantellari”, ha affermato J.g. Gribben, Professore di Medicina Oncologica Sperimentale, St. Bartholomew´s Hospital, Queen Mary´s School of Medicine, Università di Londra. “Questi risultati dimostrano non solo percentuali di risposta completa simili agli attuali standard terapeutici ma anche che il regime semplificato bendamustina più rituximab comporta maggiore sopravvivenza libera da progressione della malattia e migliore qualità di vita per i pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin indolente”. Due ulteriori studi portano ulteriori evidenze a favore di B-r come terapia di prima linea del linfoma non-Hodgkin (Lnh) indolente: · L’analisi dei dati di 645 pazienti tedeschi che hanno ricevuto una terapia sistemica di prima linea per il Lnh indolente, tratti dal registro delle neoplasie linfoidi, suggerisce che B-r è già al primo posto come chemioterapia prescelta per il Lnh indolente in Germania4. B-r è stata la terapia di prima linea nel 66% dei casi, contro solo il 16% di Chop-r4. · I primi dati presentati dello studio Maintain dimostrano che B-r è una terapia efficace per la Macroglobulinemia di Waldenström, un sottotipo raro di Lnh indolente5,[vii]. Il trattamento con B-r ha permesso di ottenere una percentuale di risposta complessiva dell’86%, senza che si sia registrata alcuna tossicità inattesa durante la terapia di induzione con B-r.5 Lo studio Maintain è stato avviato per valutare l’effetto della terapia di mantenimento con rituximab dopo una terapia iniziale con B-r, una nuova soluzione che ha già dimostrato di migliorare la sopravvivenza libera da progressione della malattia in pazienti con nuova diagnosi di linfoma follicolare, la forma più comune di Lnh indolente.5,7,[viii] Al Congresso Ash, viene presentato in questi giorni un numero record di abstract, 40 in totale, che riportano i risultati di studi condotti su bendamustina: ulteriore dimostrazione del rinnovato interesse per questa molecola, come partner chemioterapico delle nuove terapie per diverse neoplasie a cellule B, fra cui il linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare. “I dati dello studio Stil Nhl 1-2003 sono stati sottoposti alle Autorità regolatorie per una variazione dell’indicazione terapeutica e sono attualmente in fase di valutazione”, ha dichiarato il professor Pier Luigi Zinzani dell’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica, Università di Bologna. “La quantità di abstract su bendamustina presentati quest’anno al Congresso Ash segnala altresì il ruolo potenziale di questo farmaco in associazione a nuove terapie contro diverse neoplasie. Fondamentalmente, bendamustina più rituximab offre un’alternativa ai regimi terapeutici esistenti che sono più tossici, e questo è qualcosa di cui la comunità onco-ematologica ha disperato bisogno”. Il linfoma non-Hodgkin (Lnh) è il decimo tumore più diffuso al mondo. Secondo le stime 2008, interessa 2 tumori ematologici su 5 e fa registrare 356.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno[ix]. Il 40% dei Lnh sono indolenti[x]. L’incidenza media stimata del Lnh nel 2008 nell’Unione Europea è di 10,8 ogni 100.0009,[xi]. |
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