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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Dicembre 2012
 
   
  OPEN DATA. IL COMUNE DI MILANO, ON LINE PER LA PRIMA VOLTA I PREZZI AL CONSUMO DEI MILANESI: SPESA FAMILIARE - 0,9%

 
   
  Milano, 17 dicembre 2012 - Per la prima volta i consumi dei milanesi sono consultabili in data set sul sito Open Data del Comune di Milano. I dati, relativi al 2011, evidenziano ancora una frenata nei consumi dei milanesi (-0,9%), inferiori a quelli regionali: la spesa media mensile totale delle famiglie di Milano nel 2011 è stata di 2.951€ (-26€ rispetto al 2010), ovvero, con l’esclusione della rata per il mutuo, il 6% in meno rispetto alla Lombardia (-170€), ma il 15% in più, pari a 375€, rispetto all’Italia. In leggera ripresa la spesa per i beni alimentari, che passa dai 403€ del 2010 ai 410€ attuali: il 13,9% della spesa delle famiglie milanesi è riservata al mangiare. Scendono, anche se di poco, le spese per i consumi non alimentari: -1,3% (da 2.574€ a 2.541€). I dati emergono dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi delle famiglie milanesi, rilevazione consumi effettuati nel 2011 su 900 famiglie milanesi. I dati sono consultabilionline agli indirizzi http://dati.comune.milano.it/  e http://www.mi.camcom.it/   . “La pubblicazione di questi dati è rilevante per il Comune di Milano – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il lavoro con delegata a Open Data Cristina Tajani - perché ci indica quali sono le tendenze dei milanesi relative ai consumi, che possono subire variazioni anche su base mensile. Pensiamo sia importante monitorare questi dati in modo da orientare nel modo migliore le politiche per la città. Per la prima volta il Comune, tramite il sito di Open Data, rende pubblici questi dati. Sono ormai oltre 100 i data set disponibili sul sito http://dati.comune.milano.it/ ". “L’indagine che Camera di Commercio di Milano e Comune realizzano - ha dichiarato Dario Bossi Migliavacca, consigliere della Camera di commercio di Milano - e che è ormai giunta alla sesta edizione, offre non solo una fotografia dettagliata dell’andamento e della composizione dei consumi delle famiglie milanesi, ma costituisce anche uno strumento conoscitivo, utile per programmare interventi condivisi tra istituzioni, associazioni di categoria e consumatori. Uno strumento importante soprattutto in questo momento di difficoltà, per le famiglie e per le imprese, che potrà incidere sulle abitudini di consumo dei prossimi mesi, anche in vista del Natale”. Le principali spese dei milanesi. Con una quota pari al 25%, la voce casa è quella che incide maggiormente sul bilancio delle famiglie milanesi (tra costi per l’abitazione, 14%, mobili ed elettrodomestici, 6%, mutuo, 3% e spese per luce e gas, 2%, senza però includere il fitto figurativo pari al 21%). Nell’area milanese, le spese dell’affitto sono cresciute in media del 12,8% (l’aumento è del 3,7% se si considerano le sole famiglie che hanno sostenuto la spesa), arrivando a pesare per il 40,2% sul totale delle spese relative all’abitazione. Tra le spese dei milanesi, la voce casa è seguita da quella degli alimentari (14%), dei trasporti (9%) e della sanità, che registra la stessa quota di spesa destinata a cultura e tempo libero (5%). Tra le voci di spesa del tempo libero. Con un importo medio di 164€ mensili a famiglia, le spese che i milanesi dedicano a cultura e tempo libero registrano nel 2011 un aumento dell’1%: in crescita le voci di spesa per hardware e software (da 6 a 16,1 euro mensili), abbonamento a Tv e Internet (+32%) e giocattoli (+12%); in calo l’acquisto di libri (-15,4%) e apparecchi televisivi e hi fi (-47,3%). All’abbigliamento è riservato invece il 4% delle spese totali, mentre l’istruzione è la voce di spesa più bassa (1%). Tra le voci di spesa per i generi alimentari, rispetto allo scorso anno aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). A fronte di un calo della voce generica pane e cereali (-4,9%), si registra una crescita del consumo di pasta e riso (2,9%). Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si rileva un netto aumento delle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%). Aumenta sensibilmente la spesa per i pasti e le consumazioni fuori casa (+27,2%). Tra le spese per i beni non alimentari. Nell’area milanese, in linea con il trend nazionale, si contrae la spesa per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (-11,2%, a fronte di un calo del 10% a livello nazionale). Cali importanti anche per le spese sanitarie (-14,1%) e per l’istruzione (-17,6%). In controtendenza rispetto al trend regionale (+22%) e nazionale (+11%), a Milano le spese per luce e gas registrano una forte contrazione (-8,3%), forse da imputare a una maggiore attenzione al risparmio degli utenti dovuta all’aumento delle tariffe. All’interno della spesa per la categoria dei trasporti, che nel complesso registra un calo dell’8,7%, aumentano le spese legate all’acquisto di carburante (+5,3%), ai trasporti pubblici (+13%) e alla manutenzione dei veicoli (+9,5%). Crollano invece le spese per l’acquisto di automobili (-28,2%). Diminuiscono anche, all’interno della voce “Abbigliamento e calzature”, le spese per il vestiario (-8,6%), a fronte di un’impennata di quelle per la riparazione di capi d’abbigliamento e calzature (+35,7%). Permangono le differenze sociali. Com’è regola, all’aumentare del reddito, la relazione tra spese per consumi alimentari e non alimentari si sbilancia a favore della seconda. Così, un dirigente spende quasi 2.700€ in più di un operaio, e le sue spese sono maggiormente indirizzate verso la cultura e il tempo libero. Le famiglie che hanno un reddito superiore ai 70 mila euro annui spendono quasi 6.900€ al mese; mentre le famiglie il cui reddito è inferiore ai 15 mila euro annui non hanno possibilità di risparmiare: anzi, il reddito complessivo dichiarato da queste famiglie non è sufficiente a coprire i consumi necessari. Le spese per tipologia di famiglia. Avere figli a casa, poi, costa: se una coppia senza figli consuma 3.397€ al mese, per le coppie con figli il consumo medio sale di oltre 800€. La presenza della prole, però, fa crescere le spese familiari in modo non proporzionale all’aumentare del numero dei figli: si passa da un incremento di 495€ mensili di spesa per il primo figlio, ai 245€ per il secondo e dal terzo figlio in su la spesa aumenta di 200€ per ogni figlio. Vivere da single è una condizione sempre più diffusa (vive da solo il 50,6% dei milanesi), ma sempre meno conveniente: dividere le spese con un´altra persona, soprattutto quelle per la casa, fa infatti risparmiare quasi il 28%. La spesa dei milanesi in base alla loro età. Rispetto al 2010, sono aumentate del 3,3% le spese della fascia intermedia in età lavorativa compresa tra i 50 e i 64 anni (da 3.384€ a 3.498€ mensili), mentre sono nettamente calate (-11,4%, da 3.005€ a 2.661€ mensili) le spese dei giovani under 34. Centro e periferia. Aumenta il divario quantitativo tra i consumi dei residenti del centro e delle periferie: in centro si spendono 1.237€ in più che in periferia (3.926€ rispetto a 2.689€; nel 2010 il gap era di 1.200€) e la maggior parte della spesa è assorbita dall’abitazione (42,1%). In periferia invece, a fronte di una spesa per la casa del 33,9%, si spende di più per mangiare (16% contro l’11,3% del centro) e per la mobilità (10,2% contro il 6,7% del centro). Tutti i dati della ricerca Alimentari. Nell’ambito delle spese destinate ai beni alimentari, anche per il 2011 le voci più importanti sono la carne (22,4%, oltre 90€ al mese) assieme alla frutta e verdura (19,2%, quasi 80€). Seguono latte, formaggi e uova (12,9%), pane e cereali (11%), le bevande (10,5%), zucchero, caffè e drogheria (10,4%) e infine il pesce (6,7%). Rispetto al 2010, i consumi alimentari delle famiglie milanesi sono cresciuti dell’1,8%, arrivando a rappresentare il 13,9% del totale. Tra le singole voci, aumenta la spesa per zucchero e caffè (+7,2%), per latte, formaggi e uova (+6,7%) e per frutta e ortaggi (3,9%). Se i consumi della macrocategoria pane e cereali cala del 4,9%, quelli specifici di pasta e riso aumentano del 2,9%. Per quanto riguarda il consumo di proteine animali, si registra un netto aumento nelle carni bianche (+46,4%), mentre il consumo di pesce rimane invariato (-0,3%). Non alimentari. I consumi non alimentari delle famiglie milanesi scendono a quota 2.541€ mensili (-1,3% rispetto al 2010, pari all’86,1% del totale dei consumi). La composizione per quote di spesa vede al primo posto l’abitazione (14%), seguito da altri beni e servizi (13%), e dai trasporti (9%). Crollo delle spese per istruzione (-17,6%), sanità (-14,1%); in calo anche la spesa per mobili ed elettrodomestici (-11,2%) e per gas e luce (-8,3%), mentre un aumento del 27% si registra per i pasti fuori casa. La spesa per abitare. Fitto figurativo a parte (ovvero l’ammontare del canone mensile ottenibile in caso di affitto ipotetico della casa di proprietà o in uso gratuito), le maggiori quote di spesa per la casa sono assorbite dalle bollette dell’acqua e dalle spese condominiali (16,6%, +2,1% rispetto al 2010). Seguono quelle per l’affitto (16,3%) e per la manutenzione straordinaria (3%). La rata media d’affitto mensile dei milanesi, considerando solo i cittadini che hanno effettivamente sostenuto tale spesa, è lievitata nel 2011: +3,7% rispetto al 2010 (da 514€ a 533), superiore sia al dato del Nord Italia (in media 400€) che del resto della penisola (sotto i 400€). Per zona. Se consideriamo la spesa media per famiglia milanese sulla base della zona di residenza, il consumo più elevato si registra nel centro città con una spesa media di 3.926€, seguito dal semicentro con 3.210€ e dalla periferia con 2.689€. Un gap che è da ricondurre alla differenza di reddito delle famiglie: in centro, infatti, il 16,6% degli intervistati dichiara di avere un reddito familiare di oltre 70 mila euro, rispetto al 9,3% del semicentro e al 4,6% della periferia. E la forbice tra centro e periferia non sembra destinata a ridursi, se si considera che i consumi della periferia sono scesi di 106€ rispetto all’anno precedente (in centro sono rimasti stabili e in semicentro sono cresciuti di 100€). Chi vive in centro spende di più per l’abitazione (42,1% rispetto al 33,9% della periferia), mentre chi vive in periferia spende di più per i trasporti (10,2% rispetto al 6,7% del centro). Per età. I giovani under 34 hanno visto la propria capacità di spesa ridursi di oltre l’11% (344€ in meno) rispetto al 2010: nel 2011 spendono 2.661€ mensili a fronte dei 3.005€ dell’anno precedente. Anche la fascia tra i 35 e i 49 anni ha dovuto ridurre la propria spesa di quasi 200€ al mese (da 3.484€ a 3.288€), mentre l’inversione di tendenza si riscontra tra gli over 50, che hanno aumentato le spese di oltre 100€, arrivando a 3489€ mensili e tra gli over 65, che sono arrivati a spendere nel 2011 2.531€ al mese. A seconda delle fasce d’età cambiano anche le tipologie dei consumi: i giovani sono quelli che spendono di più in abbigliamento e tempo libero, gli anziani hanno maggiori spese sanitarie. Per professione. Tra le professioni, chi consuma di più sono i dirigenti (4.940€ al mese), con gli imprenditori e i liberi professionisti (4.801€). I consumi medi dei lavoratori in proprio crollano rispetto al 2010 dell’11% (corrispondente a 380€), ma rimangono sopra i 3.000€. Scendono di oltre 200€ mensili anche le spese degli impiegati (da 3.105€ a 2.886€), mentre aumentano quelle dei pensionati (da 2.347e a 2.445€), che comunque consumano più degli operai (2.279€). Per reddito. Per le famiglie che registrano un reddito annuo fino a 15 mila euro, la spesa media mensile è di 1.514€ (+2,8% rispetto allo scorso anno). Questo implica per le famiglie più povere un consumo annuo superiore al proprio reddito. Tale consumo sale a 2.564€ (+6%) per la fascia di reddito tra 15.000 e 30.000, e a 3.648€ (-0,5%) per le famiglie con redditi da 30.000 a 50.000€. I nuclei familiari con redditi da 50.000 a 70.000€, invece, registrano un calo delle spese dell’8,2% (da 5.139€ a 4.719€). Infine, le famiglie con redditi superiori a 70.000 dichiarano una spesa media mensile di 6.864€ (-6% rispetto al 2010). La categoria di reddito familiare più bassa risulta essere quella in cui la spesa per abitazione incide maggiormente (42,3%). Per dimensione del nucleo familiare. Vivere da single non conviene, poiché comporta una spesa proporzionalmente superiore: dividere la casa e le spese con un´altra persona fa risparmiare quasi il 28%. Chi vive da solo spende in media al mese 2.230€, un dato che passa a quasi 3.000€ nel caso di madri o padri single con figli a carico. La stessa differenza si riscontra tra le coppie senza figli (consumi medi mensili: 3.397€) e le coppie con figli (consumi medi: 4.215€). Avere almeno un figlio in casa produce quindi mediamente una spesa di 800€ in più al mese, spesa che tocca il massimo per le famiglie con 5 componenti o più (spesa media mensile: 4.416€, calata del 18% rispetto ai 5.374€ del 2010).  
   
 

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