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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Febbraio 2007
 
   
  DAL ‘LAST MINUTE’ AL ‘FIRST MINUTE’, SINTESI DELLE RICERCHE DEMOSCOPICHE REALIZZATE IN ITALIA, FRANCIA, GERMANIA E SPAGNA

 
   
  Astra Ricerche ha recentemente presentato a Milano una sintesi delle ricerche demoscopiche (“Dal Last al First Minute. La nuova era dei viaggi organizzati” commissionata da Costa Crociere ad Astra Ricerche). Volta ad indagare il comportamento degli abitanti di quattro paesi europei (Italia, Francia, Germania, e Spagna), nei confronti della “programmazione in anticipo" delle decisioni importanti dell’anno in generale e, nello specifico, nei confronti della prenotazione della vacanza, la ricerca mette immediatamente in luce un dato: in tutti e 4 i paesi il numero di individui che preferisce prendere le decisioni importanti dell’anno con maggiore anticipo rispetto agli ultimi 4 o 5 anni, risulta sensibilmente superiore rispetto al numero di chi preferisce rimandare le decisioni importanti all’ultimo momento. L’Europa si allontana così rapidamente dagli acquisti importanti dell’anno fatti all’ultimo momento e d’impulso: rispetto al 2002/2003 l’81% dei tedeschi, dei francesi, degli spagnoli e degli italiani preferisce prendere le decisioni rilevanti dell’anno con maggior anticipo che in passato: nel 53% dei casi sempre e nel 28% a volte, almeno per quel che riguarda le vacanze, gli elettrodomestici, l’auto. Se ci limitiamo a quelli - appunto la maggioranza assoluta degli europei - che privilegiano interamente la programmazione anticipata, notiamo la leadership della Spagna (64%) e della Francia (63%), con la Germania al 44% e l’Italia ultima col 39% (ma anche in questi due ultimi Paesi i fautori del largo anticipo prevalgono su quelli dell’ultimo momento: 44% versus 11% in Germania e 39% vs 28% in Italia). In Italia la cultura della decisione assunta molto tempo prima dell’inizio del godimento del bene o del servizio riguarda 19. 8 milioni di adulti ed è più forte della media al sud, tra i 45-54enni, nei comuni tra i 30mila e i 250mila abitanti, tra gli studenti oltre la scuola dell’obbligo e tra le casalinghe, nelle famiglie che hanno bambini piccoli. All’opposto coloro che – in minor numero (14. 1 milioni) – si sono spostati verso il ‘last minute’ sono più della media anziani, con la sola licenza elementare o nessun titolo di studio, salariati e lavoratori autonomi con alcuni imprenditori/dirigenti/professionisti, residenti in Piemonte o in Lombardia, membri di nuclei familiari con pre-adolescenti. Infine i pianificatori saltuari risultano in particolare 15-34enni, residenti nelle città maggiori oltre che tra Trieste e la linea Ascoli Piceno-Grosseto, i laureati, gli studenti non della scuola dell’obbligo, i ceti superiori e gli internauti (la correlazione tra il Web e il ‘last minute’ appare ormai debolissima). Viene da chiedersi: quali sono le ragioni alla base di questo impressionante spostamento verso la pianificazione anticipata delle grandi scelte dell’anno? Sulla base di altre indagini se ne possono indicare quattro. Prima ragione: la crescente incertezza, che spesso è anche insicurezza e ansia, della gente: nasce da qui la spinta a esaminare con cura le alternative, a scegliere senza fretta, a ricercare ancoraggi fermi (ad un tempo ben ponderati e senza rischi). Secondo motivo: il desiderio di spender bene i propri soldi, non solo godendo degli sconti che a volte la prenotazione anticipata garantisce ma anche e specialmente avendo l’opportunità di scegliere il meglio, di non esser costretti ad accontentarsi degli scarti, di riuscire a trovare con calma la massima qualità (e quindi il miglior rapporto qualità/prezzo). Terzo punto: il desiderio di disporre della più ampia gamma possibile di opzioni diverse: in sostanza il perseguimento della massima libertà, senza le restrizioni connesse alla ristrettezza dell’offerta all’ultimo minuto, quando risulta più difficile trovare la vacanza o l’elettrodomestico o la variante del modello d’auto ritenuta più valida per sé e spesso per il proprio partner o l’intera famiglia o il gruppo di amici. Quarto motivo: in un contesto di crescente ‘deprivazione edonistica’ (“oggi la vita è divenuta più difficile, complicata, faticosa e senza tanti piaceri”), la ricerca del lungo godimento dell’attesa, dei mesi di pregustamento della felicità: spesso – in particolare per la vacanza – aiutanti a viver meglio il tran tran dell’esistenza di tutti i giorni. Passiamo ora allo specifico delle vacanze organizzate, quelle con prenotazione e pagamento di almeno cinque pernottamenti e sei giorni di vacanza (una settimana considerando i tempi minimi di trasferimento all’andata e al ritorno). Ebbene, il 56% degli europei le fa regolarmente (una o più volte all’anno) o saltuariamente (ossia meno di una volta all’anno): si va dal 68% dei tedeschi al 59% dei francesi sino al 52% degli spagnoli e al minimo 43% degli italiani (ma in quest’ultimo Paese è massima la crescita nell’ultimo decennio: +50% dal 1997 a oggi). I 21. 8 milioni di ultra14enni che in Italia fanno vacanze organizzate sono al di sopra della media i 15-34enni, i diplomati e i laureati, gli accedenti a Internet (gli internauti fanno vacanze organizzate in quasi sei casi su dieci), i membri di famiglie ampie (specialmente con bambini e ragazzini), i soggetti di classe media o superiore: ossia gli imprenditori/dirigenti/pro-fessionisti, gli studenti universitari o delle scuole medie superiori, i lavoratori autonomi (commercianti, esercenti, artigiani, ecc. ) e gli impiegati/quadri/tecnici/insegnanti. Le motivazioni che stanno alla base della prenotazione con forte anticipo delle vacanze organizzate di almeno sei giorni sono numerose. In generale l’Italia non è leader in Europa per le varie motivazioni, ma è comunque interessante notare che la maggioranza cita un gran numero di ragioni per programmare in anticipo la vacanza organizzata (53%: soprammedia i 25-34enni, la classe media, il sud); mentre solo un quinto indica al massimo due motivi, che allora di solito hanno a che fare col desiderio (o bisogno) di risparmiare e col desiderio di garantirsi sicurezza e assenza d’ogni rischio (specie anziani, poveri o ignoranti). Infine, quali sono le caratteristiche alle quali gli intervistati danno la massima importanza quando scelgono oppure influenzano la scelta d’una vacanza organizzata? Gli italiani citano anzitutto il mare (77%: la montagna non supera il 40%), il buon rapporto qualità/prezzo (75%: più che la mera convenienza che arriva al 60%), i luoghi/la destinazione (70%), il divertimento (69%) e la cucina (60%), la natura (68%) ma anche le città d’arte (58%), la cultura e la storia (55%), il popolo o l’etnìa (45%) più che coloro che fanno la vacanza con te (la clientela, il target è reputato assai rilevante per il 32%), naturalmente la qualità del tour operator (65%) che quasi la metà pretende noto e famoso. Con un’aggiunta: lo sport vale molto solo per il 38% (anche se tra i giovanissimi si sfiora il 50%). Tra i quattro Paesi l’Italia risulta leader o co-leader per la passione per le vacanze organizzate al mare o per mare, per il ‘leisure’ e anche per le città d’arte. .  
   
 

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