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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Gennaio 2013
 
   
  COSTA CONCORDIA, SI FA IL PUNTO. ACQUE SOTTO CONTROLLO: A FINE MESE ESITO ANALISI NELLO SCAFO. ENTRO SETTEMBRE LA RIMOZIONE

 
   
  Isola Del Giglio (Gr), 14 gennaio 2013 – “L’esito della campionatura sulle 230 mila tonnellate di acqua racchiuse all’interno dello scavo della Costa Concordia arriverà alla fine del mese” spiega Maria Sargentini, presidente dell’osservatorio di monitoraggio sull’emergenza all’isola del Giglio. E piena e trasparente, come è stata finora, sarà l’informazione sui dati raccolti e le possibili evoluzioni: prima della rotazione della nave, dopo la sua rimessa in galleggiamento e durante il viaggio verso il porto in cui sarà smantellata. Porto che Costa Carnival e le assicurazioni indicheranno, hanno detto stamani, da qui ad un mese e mezzo. Nel giorno che è la vigilia della giornata della memoria per ricordare le trentadue persone che nel naufragio della nave da crociera hanno perso la vita, un anno esatto dopo il disastro, con due corpi ancora non riconsegnati alle famiglie, tutti comunque sottolineano come le condizioni delle acque del mare attorno al Giglio e l’impatto della carcassa sull’ambiente circostante, a parte la perdita di posidonia sotto la chiglia, siano soddisfacenti. “Sono le acque più controllate d’Italia” ripete Franco Gabrielli, capo della Protezione civile nazionale e commissario per l’emergenza in seguito al naufragio. Incarico che sarebbe scaduto a fine mese e che il consiglio dei ministri gli ha appena rinnovato. Solo l’Arpat, l’agenzia di protezione ambientale della Regione, ha compiuto tremila campionamenti in un anno. Gabrielli assieme alle altre autorità, Costa Carnival e il consorzio Titan Micoperi, incaricato della rimozione della nave, ha incontrato stamani a Giglio Castello la popolazione per fare il punto sulla situazione, come periodicamente avviene dallo scorso gennaio. Nell’isola vivono d’inverno in sei-ottocento. Poi la conferenza stampa al porto. Monitoraggio continuo e un piano per prevenire qualsiasi rischio “Il nostro impegno è affinché venga predisposto un piano di gestione delle acque per mitigare e prevenire eventuali effetti che potrebbero crearsi durante il raddrizzamento della nave, quando, come è naturale, un po’ di acqua ora all’interno dello scavo uscirà e altra dal mare entrerà” dice sempre la presidente dell’Osservatorio Maria Sargentini. Un piano “sufficientemente elastico per far fronte a qualsiasi evenienza”. “Altrettanta attenzione – prosegue – chiediamo a Costa e al consorzio per gestire in sicurezza il successivo trasferimento”. Le ditte che stanno lavorando attorno al relitto escludono comunque una possibile rottura: lo dicono calcoli su sofisticati modelli matematici di due diversi istituti. La rimozione tra luglio e settembre - Secondo l’ultimo cronoprogramma la nave, è stato confermato, potrebbe essere rimossa tra luglio e settembre. Se prima o dopo dipenderà anche dalle condizioni del mare. Per contenere al massimo i tempi arriverà una seconda nave cantiere. “Dopo il fissaggio – rassicura l’ingegner Porcellacchia di Carnival – non si sono più registrati movimenti dello scafo”. “Quel che è certo – ha ribadito il capo della Protezione civile – è che il trasferimento della nave non sarà in alcun modo condizionato dalla realizzazione di eventuali opere che si rendessero necessarie nel porto di destinazione. La nave sarà portata via immediatamente appena sarà nelle condizioni di farlo”. Confermato, tra le ipotesi, anche un suo possibile preventivo alleggerimento. Chiesti aiuti per il turismo - Il sindaco dell’isola chiede al governo e a Costa, oltre che a fare presto, anche un rinnovato aiuto per evitare ricadute troppo negative sul turismo: ad esempio con campagne di promozione mirate. I numeri - Il resto della cronaca della giornata sono i numeri, ciclopici, dell’operazione di rimozione in corso, spiegati dalla Titan e dalla Micoperi: 430 persone di 19 nazionalità diverse, compresi 110 sub professionisti, che lavorano 24 ore al giorno per sette giorni la settimana; un albergo a terra trasformato in quartier generale; costruzioni di servizio già realizzate per 30 mila tonnellate d’acciaio, pari a quattro volte il peso della torre Eiffel a Parigi; trenta galleggianti già pronti, alti quanto un palazzo tra 7 e 10 piani, che assieme alla gru dovranno riportare su la nave; i materassi in cemento armato costruiti sotto e su cui poggerà la nave una volta rimessa in piedi; i fori nel fondale di granito per i pali di sostegno, larghi due metri e profondi dodici: sette già fatti, ventuno in tutto. Le trivellazioni, confessano i tecnici, sono state la parte più difficile e sono procedute all’inizio più lentamente del previsto. E poi i diciassette cantieri coinvolti per i lavori in tutta Italia e i 150 fornitori, tra cui, per i servizi, la maggioranza è toscana. Ci vorranno dalle sei alle otto ore per sollevare la Costa Concordia e rimetterla sulla normale linea di galleggiamento. A questo servono i lavori preliminari di tutti questi mesi. Domenica il ricordo - Intanto ci si prepara domani al giorno della memoria: con la commemorazione, le onorificenze, la posa di una lapide al Molo Rosso e una targa alle Scole. Al Giglio ci sarà anche il presidente della Toscana. Già oggi si sono visti alcuni dei quattromila passeggeri che un anno fa erano a bordo della nave da crociera. Su un motoscafo a tre ponti che assieme ad altri traghetti fa la spola da Porto Santo Stefano all’isola si mescolavano accenti del nord e del sud. C’era anche una famiglia francese. Ricordano i momenti concitati di quella notte. Qualcuno è tornato per salutare chi l’ha ospitato. Era una bella e limpida giornata di sole stamani, anche se fresca. La carcassa della Costa Concordia, trecento metri di lamiere ingabbiati in una città galleggiante, dove svetta la piattaforma albergo in cui vivono e lavorano a centinaia, si scorge fin da lontano. Assomiglia ad una bestia spiaggiata e la stretta al cuore è inevitabile. “Dopo quella notte l’ho rivista tante volte in televisione – confessa una signora di Venezia – Ma dal vivo fa tutto un altro effetto”. Una smorfia le segna per un attimo il volto. E qualche ora dopo, verso sera, arrivano anche i parenti delle vittime.  
   
 

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