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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Febbraio 2007
 
   
  PROTESTA BENZINAI: GAVA (REGIONE VENETO); “SIAMO CON LORO” LIBERALIZZAZIONE FINTA SOSTIENE MONOPOLIO DI ENI E STATO POCHI O NULLI I BENEFICI ALLA POMPA PER IL CONSUMATORE

 
   
   Venezia, 22 febbraio 2007 - “I benzinai che protestano hanno ottimi motivi per farlo, e possono contare sulla solidarietà della Regione del Veneto, che porteremo anche in Conferenza Stato-regioni con una posizione nettamente contraria ad un processo di liberalizzazione del settore che non è tale, e che al massimo si traduce in un aiuto al monopolio di fatto dell’Eni e in un favoritismo alle Coop. Al cittadino consumatore vantaggi reali non ne andranno”. Con queste parole, l’Assessore regionale alle Politiche Economiche con delega al Commercio Fabio Gava schiera la Regione del Veneto contro il Piano di Liberalizzazioni del Ministro Bersani per quanto riguarda la rete di distribuzione dei carburanti. Gava elenca una serie di motivi che stanno alla base della contrarietà: “prima di tutto – dice – l’inevitabile concentrazione di impianti nelle aree coperte dalla grande distribuzione, porterà allo svuotamento dei punti vendita nelle zone periferiche, con un evidente danno ai cittadini che dovranno percorrere molta strada in più per andarsi a rifornire. E quand’anche lo facessero in un centro commerciale, il risparmio che ne deriverebbe sarebbe assolutamente irrisorio, per l’assoluta insufficienza del margine sui cui operare”. “La vera liberalizzazione – attacca Gava – sarebbe dare la possibilità ai gestori di approvvigionarsi dove credono e dove possono spuntare prezzi migliori da trasferire al consumatore, e non invece obbligarli ad un regime pressochè monopolistico dove in realtà è l’Eni a fare il prezzo!”. “In realtà – aggiunge Gava – lo Stato, attraverso la golden share sull’Eni, con il marchio Agip, controlla oltre il 30% del mercato della rete stradale. Eni, a sua volta, controlla inoltre il settore della raffinazione in Italia, sia direttamente (circa il 45%), sia indirettamente con partecipazioni e/o conto lavorazioni (il 25-30%). Il vero cuore del problema è che lo Stato, sia con le accise che con il controllo dell’Eni (30%), non vuole rinunciare ai margini che incassa. Una sorta di monopolio che le cosiddette liberalizzazioni non faranno altro che rafforzare, colpendo quelle piccole attività di aziende famigliari che hanno reso famoso il modo di lavorare del Nordest italiano”. Gava annuncia da parte del Veneto una dura posizione in Conferenza Stato-regioni, “che mi risulta non sarà l’unica perché anche la Lombardia è su queste posizioni”. .  
   
 

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