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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Febbraio 2013
 
   
  PADOVA: IL PRIMARIO VOLANO DI SVILUPPO. SALVARE IL TERRITORIO RURALE

 
   
  L’agricoltura ha come fondamento la terra, senza la quale non c’è produzione: dobbiamo agire per tutelare il territorio agricolo e contrastarne la continua, eccessiva erosione. Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura del Veneto, intervenendo 31 gennaio a Padova all’Assemblea regionale della Confederazione Italiana Agricoltori Cia, che ha eletto come nuovo presidente Flavio Furlani, presenti il presidente uscente Daniele Toniolo e il presidente nazionale Giuseppe Politi. L’assemblea ha inoltre dibattuto sulle strategie per il rafforzamento delle aziende agricole e per lo sviluppo del settore primario e delle filiere, i rapporti tra agricoltura e ambiente e tra consumo e qualità. L’assessore regionale ha colto questa occasione per richiamare l’impegno alla salvaguardia del terreno e dello spazio rurale, “materia prima” di un settore che crea reddito, lavoro export e immagine. Parlando poi dello scenario prossimo venturo del settore, ha ricordato che mancano ancora certezze definitive in ambito europeo, dove l’unica cosa sicura sembra essere il taglio delle risorse e una maggiore rigidità sugli obiettivi di spesa. Sul versante interno la Regione proseguirà sulla strada della sburocratizzazione del riordino delle strutture operative, a partire da Veneto Agricoltura, mentre nel rapporto con le imprese punterà a creare la massima sinergia con gli altri Fondi Strutturali. Rimane in ogni caso obiettivo politico prioritario il ricambio generazionale, e dunque l’attenzione ai giovani agricoltori e al loro inserimento come titolari di azienda. Un ulteriore obiettivo è quello di mettere a disposizione credito di esercizio. In questo contesto, le maggiori difficoltà riguardano la struttura della nuova Pac e le sue risorse, ma soprattutto – ha concluso l’assessore – il tentativo dello Stato di caricare su programmazione e fondi regionali attività da sempre oggetto di programmazione nazionale, cosa che dimezzerebbe le disponibilità finanziarie da qui al 2020 rispetto al periodo di programmazione comunitaria che si conclude quest’anno.  
   
 

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