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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Febbraio 2013 |
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AGRICOLTURA. NUOVA PROGRAMMAZIONE REGIONALE VENETA A RISCHIO FAGOCITAMENTO STATALE
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Venezia - Come ridurre il proprio debito? Semplice: facendolo pagare da altri. Dev’essere questo il ragionamento fatto al ministero delle politiche agricole in vista della prossima programmazione comunitaria. Le risorse europee saranno certamente ridotte, ma la capacità di azione dei Programmi di Sviluppo Rurale rischia di essere definitivamente compromessa dallo Stato, che è intenzionato a imporre a carico della programmazione regionale anche costi che sono prettamente statali. Per la prossima programmazione ci attendiamo un taglio netto dei finanziamenti europei – fa sapere l’assessore regionale all’agricoltura – che, sulla base delle proposte all’esame della Commissione, valutiamo al momento in oltre 200 milioni. Se così fosse, la capacità di investimento nel periodo 2014 – 2020 passerebbe dai 150 milioni ai 115 milioni l’anno. Ma si tratterebbe almeno di una previsione attesa, anche se dolorosa. Farà invece più male la rigidità nella programmazione della spesa, per il passaggio di alcune misure dal primo al secondo pilastro (ad esempio le assicurazioni) e per la previsione di nuove misure prima non presenti (fondi di mutualizzazione, associazioni dei produttori). Ma anche questo lo mettiamo nel conto. Quello che invece sarebbe un vero e proprio intervento a gamba tesa da cartellino rosso è il tentativo nazionale di trasformare la dotazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) in una specie di “bancomat agricolo” onnicomprensivo, dirottando sullo sviluppo rurale una serie di interventi in precedenza finanziati dallo Stato, per esempio il miglioramento genetico e il piano irriguo nazionale. Non solo, si aggiungerebbero inoltre nuovi interventi nazionali prima non previsti, come i piani di settore e piano nazionale d’azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Tradotto in risorse spendibili, questo significa che la effettiva disponibilità per il settore primario del Veneto rischia di ridursi a 71 milioni l’anno – conclude l’assessore – cioè a meno della metà del budget annuo del periodo che si sta chiudendo. Di più: le risorse effettivamente programmabili a livello regionale, quelle cioè che potremmo utilizzare per azioni strategiche (giovani, innovazione, ammodernamento) potrebbero ridursi a circa 25-30 milioni di euro l’anno. Così non va proprio bene. Non si sostengono né lo sviluppo né le autonomie caricandoli di oneri altrui. |
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