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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Febbraio 2007
 
   
  ADRIANO BOZZOLO NEL SEGNO DELLA FRATERNITA’ A VARESE - CIVICO MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CASTELLO DI MASNAGO

 
   
   Milano, 26 febbraio 2007 - Apre il 31 marzo nelle antiche sale del Castello di Masnago, la grande mostra antologica dedicata allo scultore Adriano Bozzolo (Varese, 1927 - ). L’artista, le cui opere sono state esposte in più di cento esposizioni in Italia e in Europa, rimane profondamente legato al territorio di Varese e della Svizzera, in cui ha vissuto e intensamente lavorato, lasciando segnali molto interessanti nel cammino della scultura del secolo scorso. Promossa dal Comune di Varese e dal Circolo degli Artisti di Varese, la mostra si avvale del Patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Varese, della Comunità Montana della Valganna e Valmarchirolo ed è curata da Fabrizia Buzio Negri, che ha attuato uno studio approfondito anche negli aspetti meno conosciuti dell’operatività dello scultore. Proveniente da un’antica famiglia di pittori, scultori, decoratori che dalla Val Marchirolo andava a decorare palazzi di Lucerna, Strasburgo, Vienna, Adriano Bozzolo, che nel 2007 compie ottant’anni, si è diplomato a Milano presso il Liceo Artistico di Brera. Ben presto incomincia a scolpire, creando subito una vasta produzione di statue a soggetto sacro, iniziata con la posa di un S. Gerolamo in marmo di Candoglia su una delle guglie del Duomo di Milano. Da quel momento ha allestito più di cento esposizioni personali, in Italia, in Svizzera, in Germania: molte le committenze private e pubbliche di prestigio, tra cui il Monumento “Per la fraternità dei popoli” alla dogana italo-svizzera di Ponte Tresa inaugurata nel 1987 dal presidente del Consiglio degli Stati Svizzeri e dall’allora presidente del Senato italiano Giovanni Spadolini. Bisogna considerare che l’arte di Bozzolo, pur riferendosi ad alcune motivazioni di fondo dei grandi movimenti artistici del Xx secolo, presenta anche oggi soluzioni inconfondibilmente personalizzate. La differenziazione di varie sequenze di sculture, realizzate in tempi diversi, porta comunque sempre a un comune denominatore, quello della stilizzazione lirico-simbolica come nelle iniziali opere spesso dedicate alla musica, o in quelle della serie “Grande Sole”, o nella sequenza “Raggi di Sole”, mentre ricorrenti sono le “Maternità”. La monumentalità delle statue è alleggerita da un movimento costante che sfida le leggi della gravità in una tensione plastica che sembra inseguire una musicalità universale. Nel percorso dell’esposizione sono presentate più di trenta sculture anche di grande dimensione, in un repertorio che prende avvio dalle opere storiche, “Danza della Fraternità”,“sete di luce”,“Voce d’eterno”, per continuare con le importanti serie “Raggi di Sole”, “Grande sole” e le figure femminili ricorrenti nella creatività dello scultore, culminanti nella “Maternità”. Alle pareti un paio di bassorilievi “Coro”, “Sette note”, disegni preparatori e alcuni dipinti a olio. Nel catalogo, che riporta le immagini di tutte le opere esposte, nonché un’antologia critica e gli apparati biografici, Fabrizia Buzio Negri scrive in un testo dal titolo: “Il canto della luce nella trascendenza scultorea di Adriano Bozzolo”: “…Per capire a fondo quali siano state le urgenze nelle scelte fondanti della scultura di Adriano Bozzolo, bisogna “leggere” le fenomenologie confluite nella sua ricerca. Bozzolo si avvia al lavoro scultoreo utilizzando regole e tecniche tradizionali, necessario fondamento per prendere poi le distanze dalle valenze più classiche, da mettere in discussione, da disconoscere, per conseguire un’elaborazione formale soggettiva e psicologicamente intrigante……Per Bozzolo la soluzione dei problemi formali appare sempre in funzione di una lucida coscienza espressiva ed introspettiva. Lo spazio rimane ‘attorno’ alla scultura dando la sensazione di uno spazio ambientale, direi, trasparente, aria, vento e nella lontananza un paesaggio immaginato… …Lo slancio utopistico si genera dal "Tema della Fraternità", sogno che appartiene alla storia dello spirito umano e in cui l’artista crede strenuamente, pur conoscendo il lungo tormentato itinere dell´uomo. La "Danza della Fraternità", 1978, una prova iniziale che gli serve per misurarsi subito sul tema, si concentra in tre figure di adolescenti, pudiche e leggiadre, convincenti nella plastica nitida, a innescare un simbolismo assolutamente non banale. Una narrazione acuta e vibrata segue nel procedere artistico successivo, ricco di intuizioni preziose, come nell’altra versione datata 1990 della “Danza della Fraternità”, siglata da un’ardita verticalità. Sarà il monumento del 1987 “Per la Fraternità dei Popoli”, tuttora visibile alla frontiera italo-svizzera, a rimanere fondamentale per l´essenzialità emblematica convergente nelle due figure agganciate nello spazio, in una precisa vocazione all´antimonumentalità, nel tocco scultoreo sensibile alla luce e, soprattutto, nei caratteristici passaggi di matericità tra levigature e superfici scabre… Nella tanto agognata immaterialità, l´arte di Adriano Bozzolo si svela messaggio rivolto al sentimento sacro della vita, alla fratellanza universale, a quella religiosità intrinseca all´animo dell´Uomo. La corporeità non si articola in orientamenti spaziali, liberata com’è quasi totalmente del suo peso, nella dimensione straordinaria dell’elemento luce e nelle possibilità offerte dalle direzioni compositive dominanti, verticale, orizzontale, ortogonale, privilegio in più per ricondurre le sculture a orchestrazioni di pensiero assoluto. …"Grande Sole" s’inventa, più volte, una sfida aperta alle leggi della gravità terrestre nell’evoluzione di un cerchio frantumato a definirsi perimetro e superficie. Si accentua una sorta di rigenerazione spirituale universale, nell´ossessiva presenza della luce solare folgorante da cui uscire o a cui tendere. “ .  
   
 

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