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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Febbraio 2013
 
   
  RIATTIVAZIONE DEL CARCERE SPERIMENTALE DI LAUREANA DI BORRELLO

 
   
  Catanzaro, 12 febbraio 2013 - L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi coglie positivamente la notizia della prossima riattivazione del carcere sperimentale di Laureana di Borrello, ritenendo “che si tratti di un risultato importante colto dal territorio, grazie alla mobilitazione ed all’impegno della popolazione locale supportata dalle istituzioni e dagli attori sociali e politici della provincia reggina”. “La riapertura dell’istituto penitenziario Luigi Daga – sottolinea Caridi - pone riparo ad una evidente ingiustizia che era stata perpetrata ai danni di una struttura che si è rivelata un´esperienza dall´altissimo valore umano e sociale, un patrimonio per l´intera Calabria, un modello positivo, unico nel suo genere in tutta Italia, capace di restituire umanità e speranza ai detenuti e alle loro famiglie. Analogo impegno – secondo l’esponente regionale - dovrà ora essere speso per mantenere alto il livello di attenzione rispetto al reale utilizzo del Daga che rappresenta uno dei pochi istituti carcerari italiani all’avanguardia e di livello europeo, grazie alla sperimentazione di innovativi progetti di rieducazione e reinserimento. La struttura di Laureana di Borrello – evidenzia ancora Caridi - costituisce un esempio di buona amministrazione penitenziaria che garantisce il diritto costituzionale all’umanizzazione della pena e riesce a promuovere, in un’ottica di prevenzione e di inclusione sociale, percorsi di recupero e riabilitazione. Sono tutte ragioni che inducono a recepire con soddisfazione la vittoria di questa autentica battaglia di civiltà che la Calabria ha saputo portare avanti per non interrompere un circuito virtuoso per un’esperienza di assoluta eccellenza nel panorama italiano che permette allo Stato di mostrare solo gli aspetti repressivi della sua presenza sul territorio. Il Luigi Daga – ribadisce in fine l’assessore Caridi - ha infatti dimostrato di riuscire a valorizzare l’attività di custodia dei detenuti attraverso percorsi rieducativi e di recupero che hanno riflessi importanti anche sul reinserimento dei detenuti nell’ambito della società civile”.  
   
 

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