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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Febbraio 2007
 
   
  INNOVAZIONE: STATI UNITI MENO DISTANTI PUBBLICATO IL QUADRO DI VALUTAZIONE DELL’INNOVAZIONE IN EUROPA 2006

 
   
   Bruxelles, 26 febbraio 2007 - Per il quarto anno consecutivo, il divario tra Unione europea e Stati Uniti in termini di innovazione si è ridotto; i paesi nordici e la Svizzera continuano ad essere leader mondiali nell’innovazione, mentre molti dei nuovi Stati membri stanno recuperando terreno rispetto alla media Ue: sono questi alcuni dei principali risultati dell’edizione 2006 del quadro di valutazione dell’innovazione in Europa 2006, pubblicata oggi. Il rapporto contiene un’analisi comparativa dei risultati ottenuti in materia di innovazione dai paesi europei, dagli Stati Uniti e dal Giappone. Il quadro di valutazione dell’innovazione in Europa è realizzato dall’Istituto di ricerca economica sull’innovazione e la tecnologia dell´Università di Maastricht (Maastricht Economic Research Institute on Innovation and Technology – Merit), con l’assistenza del Centro comune di ricerca, su incarico della Direzione generale Imprese e industria della Commissione europea. Oggetto di valutazione sono cinque dimensioni chiave dell’innovazione: “Motori dell’innovazione”, “Creazione di nuove conoscenze”, “Innovazione e imprenditorialità”, “Applicazioni”, “Diritti di proprietà intellettuale”. Il quadro misura i risultati conseguiti dalle economie nazionali in relazione a una serie di indicatori, che vanno dall’istruzione alla spesa per le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, dagli investimenti in ricerca e sviluppo al numero di brevetti. Così come nelle edizioni precedenti, il quadro di valutazione 2006 evidenzia notevoli differenze da un paese all’altro. In base ai risultati ottenuti e alle tendenze in atto, i paesi sono suddivisi in quattro categorie: paesi leader: Svezia, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Germania e Giappone; paesi inseguitori: Regno Unito, Islanda, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Austria, Irlanda, Stati Uniti; paesi in fase di recupero: Slovenia, Repubblica ceca, Lituania, Portogallo, Polonia, Lettonia, Grecia, Bulgaria, Cipro e Romania; paesi che perdono terreno: Estonia, Spagna, Italia, Malta, Ungheria, Croazia e Slovacchia. Lussemburgo, Norvegia e Turchia non rientrano in nessuna di queste categorie. I paesi che presentano un comportamento più omogeneo in tutte le dimensioni dell’innovazione tendono ad ottenere il risultato complessivo migliore. Praticamente tutti gli Stati membri dell’Ue raggiungono l’eccellenza in almeno una dimensione, ma solo alcuni paesi (i leader dell’innovazione) ottengono un risultato complessivo che li pone ai vertici del panorama mondiale dell’innovazione. Cresce la convergenza Secondo il rapporto, è in atto un processo di convergenza fra i risultati ottenuti dagli Stati membri: i paesi in fase di recupero stanno riducendo lo scarto rispetto alla media Ue-25, mentre è in leggera flessione il primato dei paesi leader e degli immediati inseguitori. Le ragioni del ritardo rispetto agli Stati Uniti. Anche se negli ultimi quattro anni lo scarto si è ridotto, l’Europa è ancora in ritardo rispetto agli Stati Uniti, circostanza che può essere sostanzialmente spiegata con tre indicatori per i quali gli Usa ottengono risultati nettamente migliori: disponibilità di capitale di rischio per l’avviamento delle imprese, quota di popolazione con istruzione post-secondaria e numero di brevetti. Anche la distanza tra Ue e Giappone si sta riducendo, e il ritardo ancora esistente è dovuto a fattori analoghi a quelli riscontrati per il divario con gli Stati Uniti. Italia: risultati e tendenze. Complessivamente, i risultati dell´Italia in materia di innovazione sono leggermente inferiori alla media Ue. Mancano, tuttavia, alcuni indicatori recenti, soprattutto nelle categorie “Creazione di conoscenze” e “Innovazione e imprenditorialità”. Nella categoria “Motori dell’innovazione” gli indicatori sono inferiori alla media Ue. In particolare, l’indicatore “popolazione con istruzione post-secondaria” (12% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni) è nettamente inferiore alla media europea (23%). Tra gli indicatori di input, l’Italia ottiene un risultato significativo per quanto riguarda la quota di imprese che ricevono finanziamenti pubblici per l’innovazione (14% delle imprese). Con riferimento agli indicatori di output, risultati particolarmente buoni sono stati ottenuti per i nuovi disegni e modelli industriali comunitari, mentre sono relativamente modesti i risultati conseguiti per le domande di brevetto e i brevetti rilasciati. Due sono i fronti sui quali è più urgente intervenire: il capitale di rischio per l’avviamento delle imprese e la cooperazione tra Pmi innovative. In generale, nel periodo 1998-2005 l’Italia ha registrato una tendenza positiva. Il principale progresso riguarda il numero di nuovi laureati in discipline tecnico-scientifiche, quasi raddoppiato nel periodo 2000-2004. Nessun miglioramento si è verificato, invece, per il numero di brevetti registrati negli Usa nel periodo 1998-2003, anche se questo è un dato comune a tutta l’Ue. Nel periodo 2000-2005, la spesa dell’Italia in tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni è cresciuta, mentre è rimasta costante a livello europeo. Non c’è invece convergenza con l’Ue-25 per quanto riguarda i nuovi marchi comunitari, il capitale di rischio per l’avviamento delle imprese, i brevetti richiesti contemporaneamente presso gli uffici europeo, giapponese e statunitense e il tasso di occupazione nei settori ad alta tecnologia (che è addirittura diminuito, passando dal 3,1 al 2,9%). Tra il 2004 e il 2005, gli indicatori per i quali l´Italia ha registrato l’evoluzione più positiva sono i nuovi disegni e modelli industriali comunitari, il tasso di penetrazione della banda larga (+3,4%) e la spesa delle imprese per ricerca e sviluppo (+0,02%), tutti però inferiori all’evoluzione della media Ue. .  
   
 

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