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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Febbraio 2013
 
   
  MILANO: EDILIZIA, PODESTÀ: «IL COMPARTO RISPONDE RESPONSABILMENTE ALLA CRISI. IMU, BUROCRAZIA, PRESSIONE FISCALE E INADEGUATEZZA DEL CREDITO CONDUCONO AL COLLASSO IL PAESE»

 
   
  Milano, 14 febbraio 2013 - «I 45 anni di lavoro trascorsi nell’edilizia, mi inducono a ritenere che il comparto, anche attraverso la “Giornata della collera”, stia rispondendo responsabilmente e seriamente alla crisi del settore – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, nel corso della manifestazione promossa, a Palazzo Mezzanotte, da Assimpredil Ance -. Basti pensare al tentativo di trasporre questa rabbia in un documento condiviso, utile per stimolare una riflessione di ampio respiro sulle questioni irrisolte che attanagliano il Paese. In tal senso, mi auguro che le considerazioni scandite, oggi, siano accolte dai prossimi organi di governo nazionale e regionale. Evitando di sostenere un ramo cruciale della nostra economia, che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, rischiamo, infatti, di perdere l’appuntamento con lo sviluppo. Chi ci ha amministrato finora ha mostrato una distanza siderale con le esigenze del territorio. Mi riferisco, per esempio, all’introduzione dell’Imu. Una tassa che considero iniqua poiché non calcolata sul differenziale tra la valutazione della casa e il mutuo ma sul valore di stima dell’immobile. Inoltre, la sua applicazione è estesa anche all’invenduto: come se facessimo pagare il bollo alle auto sui piazzali di Mirafiori. Se da un lato, l’imposta sta penalizzando le famiglie che hanno deciso di investire sulla propria abitazione i sacrifici di tanti anni di lavoro, dall’altro il sistema creditizio, irrigidito da “Basilea 3”, impedisce alle giovani coppie che, ancora, non dispongono di un contratto a tempo indeterminato di acquistare una casa con un mutuo. Una circostanza che allontana le banche dal ruolo sociale loro assegnato, cioè quello di indirizzare i risparmi delle famiglie a beneficio delle attività economiche. Tale livello di “incrostazione” risulta, poi, aggravato non solo dalla pressione fiscale ma anche dal peso della burocrazia, che rende meno appetibile il nostro Paese agli investitori stranieri. Senza dimenticare, infine, gli effetti prodotti dal Patto di stabilità. La norma impone agli Enti locali una riduzione della discrezionalità di spesa, rendendoli incapaci di pagare i fornitori entro i 30 giorni stabiliti dalla legge, ma anche per periodi molto più lunghi, pur disponendo in cassa delle risorse necessarie. L’ultima considerazione riguarda la pubblica amministrazione. La “legge Fornero” non ha risolto alcuni nodi sostanziali. Da un lato, infatti, la Pa attribuisce ai funzionari responsabilità pure di natura penale, dall’altro, invece, impedisce non solo la mobilità di unità in esubero ma anche quella all’interno della stessa istituzione, salvo consenso da parte del lavoratore. Un privilegio rispetto al dramma dei 550.000 operatori dell’edilizia che hanno perso la possibilità di mantenere degnamente le loro famiglie».  
   
 

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