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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Febbraio 2013
 
   
  NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE VARESINE NEL 2012

 
   
  Varese, 14 febbraio 2013 - Nuove imprese? Poche. Incertezza? Tanta. L’analisi dei dati sulla natimortalità imprenditoriale in provincia di Varese nel corso del 2012, condotta dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, fa emergere quel clima di preoccupazione che il sistema economico vive ormai da troppo tempo. Lo scorso anno, infatti, il Registro Imprese tenuto nello stesso ente camerale ha accolto 4.443 nuove iscrizioni, valore mai così basso almeno nell’ultimo decennio, nemmeno in quel 2009 anno peggiore della crisi finanziaria, quando furono 4.739. Sul fronte opposto si registrano 4.509 cessazioni, dato, in questo caso migliore dello stesso “anno nero” 2009: allora furono ben 5.531. Entrando nell’analisi 2012, si scopre che quasi il 30% del totale delle cessazioni è avvenuto a dicembre, periodo in cui gli imprenditori in difficoltà scelgono di chiudere la propria attività prima dell’avvio del nuovo anno quando si rinnovano gli obblighi amministrativo-fiscali. Solo nell’ultimo mese dello scorso anno hanno chiuso 1.281 imprese. Quanto ai settori, particolarmente in difficoltà il manifatturiero, che lascia sul campo 550 imprese (pari al 12,2% del totale) e le costruzioni con 982 cessazioni (21,8%). In particolare, oltre ad essere la naturale conseguenza di una perdurante congiuntura negativa dell’edilizia, quest’ultimo dato fa da contraltare a una dinamica di crescita registrata negli anni precedenti quando vi era una diffusa tendenza alla frammentazione: nuove imprese create da lavoratori fuoriusciti da quelle più grandi. Pesanti anche le ripercussioni sul commercio: sul territorio nel 2012 si sono registrate 1.159 chiusure, il che corrisponde al 25,7% delle cancellazioni complessive. Nuove aperture, invece, nei servizi di alloggio e ristorazione con 234 iscrizioni, in quelli alle imprese, in cui le nate sono state 192, e nelle attività professionali, dove le nuove sono state 158. Stabile il numero di imprese femminili, che rappresentano una fetta pari al 22,3% del tessuto economico con 14.238 aziende “rosa”. Commercio e servizi alle imprese i comparti dove l’imprenditorialità femminile trova maggiori sbocchi con rispettivamente 3.705 e 3.319 attività. Sono poco più di 7.000 e calano del 2,7% le imprese giovanili, al cui vertice ci sono persone con meno di 35 anni. Segnale preoccupante anche considerando i dati sulla disoccupazione sempre in crescita: è del 34% il tasso relativo ai soggetti tra i 15 e i 24 anni. Quanto alla dimensione, le imprese maggiormente in difficoltà appaiono quelle piccole a gestione “famigliare” che risultano più vulnerabili di fronte alle difficoltà della crisi: oltre la metà di quelle che chiudono sono ditte individuali. Non bisogna dimenticare tuttavia che, prima di arrivare alla chiusura, molte imprese anche di medio-grandi dimensioni perdono addetti a causa di ristrutturazioni e riorganizzazioni dettate dalla crisi. Nel 2012 sono state oltre una ventina le imprese con più di 50 dipendenti che hanno chiuso i battenti, con un impatto consistente sull’occupazione locale. Infine, ben il 70% delle aziende varesine uscite dal mercato nel 2012 sono imprese con una vita breve, nate dal 2000 in avanti. Difficoltà anche per le aziende in start-up: su 100 imprese nate nel 2009, 87 erano ancora attive nel 2010 per scendere a 78 nel 2011 e 69 nel 2012. Questo vuol dire che ben 31 imprese su cento hanno chiuso i battenti entro i primi 3 anni di attività.  
   
 

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