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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Febbraio 2013
 
   
  FEDERMACCHINE PRESENTA AI CANDIDATI ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE UN PROGRAMMA DI INTERVENTI PER IL RILANCIO DEL MANIFATTURIERO: RIDUZIONE IRAP SUL PERSONALE, AMMORTAMENTI LIBERI RIPRISTINO LEGGE SABATINI CINISELLO

 
   
   Balsamo, 18 febbraio 2013. Riunitosi questa mattina, il Consiglio Direttivo di Federmacchine, la federazione che rappresenta i costruttori italiani di beni strumentali, ha ufficializzato il documento: “Suggerimenti per il nuovo governo. Linee essenziali di azione a supporto dell’industria italiana”. Il rapporto, che presenta un articolato programma di interventi volti a favorire e incentivare l’attività di sviluppo delle imprese manifatturiere italiane, è stato inviato al presidente di Confindustria e ai candidati alle prossime elezioni politiche. All’interno sono presentate misure e proposte concrete studiate dalla federazione che rappresenta un settore, quelle del bene strumentale, che conta 3.300 imprese, 141.000 addetti per un fatturato complessivo risultato pari a 28 miliardi di euro. Tra le misure suggerite da Federmacchine vi sono: l’introduzione del provvedimento che permette la riduzione del pagamento dell’Irap sul personale per una percentuale pari alla quota di produzione destinata ai mercati stranieri; la liberalizzazione delle quote di ammortamento, le cui aliquote vanno comunque attualizzate, misura che non inciderebbe, nel medio termine, sulle casse dello Stato, poiché il implicherebbe soltanto la traslazione degli incassi per l’erario; e un rinnovato provvedimento sul modello della legge 1329/65 (legge Sabatini) che molto ha concorso all’industrializzazione del paese. Il Consiglio direttivo della Federazione, cui aderiscono dodici associazioni di categoria in rappresentanza dei principali comparti del bene strumentale, ha inoltre sottolineato all’attenzione di coloro i quali si apprestano a governare la necessità di operare sempre più intensamente con i colleghi dell’Unione per sensibilizzare la Bce verso una politica monetaria più favorevole al made in Europe, attualmente penalizzato dal cambio sfavorevole con le principali monete, prima fra tutte il dollaro.  
   
 

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