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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Febbraio 2013
 
   
  DAL 19 FEBBRAIO AL 3 MARZO 2013 AL PICCOLO TEATRO GRASSI “LA SERATA A COLONO” DI CECCHI E MARTONE IL TESTO DI ELSA MORANTE IN SCENA PER LA PRIMA VOLTA A QUARANTACINQUE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE

 
   
  Carlo Cecchi e Mario Martone, a quarantacinque anni dalla pubblicazione, portano in scena per la prima volta La serata a Colono, unica opera teatrale scritta da Elsa Morante, che arriva al Piccolo Teatro Grassi dal 19 febbraio al 3 marzo 2013, dopo il debutto al Teatro Stabile di Torino. Il testo, uno dei poemi che compongono Il mondo salvato dai ragazzini, si ispira liberamente all’Edipo a Colono di Sofocle. Lo spettacolo, una coproduzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino/teatro di Roma/teatro Stabile delle Marche, è diretto da Mario Martone, accompagnato dalle musiche di Nicola Piovani e interpretato nei panni di Edipo da Carlo Cecchi, che alla Morante era legato da un’antica amicizia. Accanto a lui, sulla scena Antonia Truppo (Antigone), Angelica Ippolito (Suora) e un Coro di sette attori. “Verso sera, in un dolce tiepido novembre, intorno all’anno 1960; nell’interno del Policlinico di una città Sud europea, in un corridoio attiguo al reparto neurodeliri. Così comincia La serata a Colono. Di lì a poco arriva una barella, dove, legato dalle cinghie di contenzione e con la fronte e gli occhi avvolti in garze, è disteso un vecchio, piccolo proprietario benestante dell’Italia meridionale, affetto da sindrome paranoide. Dal risveglio, il suo delirio si struttura nell’identificazione con Re Edipo: i personaggi della ‘realtà’ ospedaliera (guardiani, dottore, suora), perdono le loro individualità e funzioni proprie per trasformarsi nelle figure delle visioni allucinate di Edipo. Da questo momento in poi, seguendo erraticamente l’andamento narrativo e drammatico della tragedia di riferimento, Edipo a Colono, il testo e la rappresentazione di esso sarà un viaggio precipitato in una dimensione allucinata, dove, oltre al mito di Edipo e alla tragedia sofoclea, risuonano altri echi e richiami culturali: la filosofia indiana, Hölderlin, la mistica Sufi, i poeti della Beat Generation. Quando giravamo Morte di un matematico napoletano, con Mario Martone, c’eravamo promessi di metterlo in scena insieme, un giorno o l’altro. Così, vent’anni dopo, quel giorno è arrivato. E oggi, in questo tempo plumbeo dove sulle nostre vite e sulle nostre scene regna sovrana l’apatia, non posso che ripensare con disperata nostalgia al tempo in cui Elsa Morante scrisse il suo grande ‘poema in forma di dramma’”. Carlo Cecchi “Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ´900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare ad occhi chiusi. Allo stesso tempo c´è qualcosa di semplice e diretto nel modo in cui dal testo sgorga il teatro. Affrontarlo con Carlo Cecchi è una esperienza unica. Il suo rapporto con le parole di Elsa Morante conduce tutti noi a una esperienza di grande intensità. Per molti anni La serata a Colono ha rappresentato nel teatro italiano una sorta di stella lontana ma luminosa, di quelle che ai naviganti danno l´orientamento nella notte. Trovarsi sulla scialuppa a cui è dato in sorte di avvicinarla per la prima volta abbaglia. Mario Martone www.Piccoloteatro.org  
   
 

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