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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Febbraio 2013
 
   
  PREVENIRE LE MORTI IN CULLA E FETALI PRESENTATO LO STUDIO E LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE. IL 2 MARZO AL POLO TECNOLOGICO DI ROVERETO SI TERRÀ UN CONVEGNO

 
   
  Trento, 21 febbraio 2013 - Presentato oggi il progetto "Sorveglianza epidemiologica della morte inaspettata del feto e della morte improvvisa del lattante (Sids)", coordinato dalla Provincia autonoma di Trento con l´Azienda provinciale per i Servizi sanitari e il Centro di ricerca Lino Rossi dell´Università di Milano. Fra i presenti, accanto ai medici dell´Azienda sanitaria trentina e alla dirigente del Dipartimento lavoro e welfare Livia Ferrario, vi era anche il professor Luigi Matturri, presidente del Centro Lino Rossi, che ha spiegato come fra i fattori di rischio vi siano quelli ambientali tra cui, in particolare, il fumo di sigaretta, e che alcune delle malattie dell´adulto e dell´anziano abbiano inizio proprio nel periodo prenatale. Morte inaspettata fetale e morte improvvisa del lattante - La mortalità infantile rappresenta l’indice più accurato di valutazione della qualità della salute; in particolare il tasso di mortalità perinatale costituisce l’indicatore fondamentale dell’efficacia dell’assistenza materno-infantile. Secondo l’Oms la morte fetale nelle ultime settimane di gestazione (o durante il parto), nelle nazioni più sviluppate, ha l’incidenza di un caso ogni 120-150 gravidanze; Il 50-75% di tali morti risulta inspiegabile a causa principalmente della mancanza di un protocollo standard di indagine post-mortem, specie neuropatologico. E di una banca dati anatomo-clinica. L’incidenza della morte fetale inaspettata e inspiegabile (Siuds) è circa 10 volte superiore a quella della Sids (“morte in culla”), che colpisce un lattante apparentemente sano ogni 750-1000 nati e si pone come la più frequente causa naturale di decesso nel primo anno di vita. Recenti risultati della ricerca svolta nel Centro “Lino Rossi” hanno contribuito a identificare la natura e la localizzazione delle lesioni responsabili di tali patologie. Si tratta infatti di anomalie congenite di centri del tronco cerebrale, sede della regolazione reflessogena delle attività vitali (specie cardio-respiratorie) e/o del sistema di conduzione cardiaco. Nel 2008 il Ministero della Salute ha riconosciuto il Centro “Lino Rossi” quale Centro di riferimento nazionale per l’applicazione della Legge 31/2006 “Disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids) e di morte inaspettata del feto”. La legge rappresenta una pietra miliare di politica sanitaria, è infatti una novità rivoluzionaria che detta i provvedimenti fondamentali per ridurre sensibilmente queste morti bianche. Prevede campagne di sensibilizzazione e di informazione, programmi di formazione continua, promozione della ricerca anatomo-clinica, genetica ed epidemiologica e progetti di sostegno psicologico ai familiari delle vittime. In base alla Legge 31 tutte le Regioni devono individuare i Centri con funzione di centri di riferimento per il riscontro diagnostico dei lattanti deceduti improvvisamente, senza causa apparente, entro un anno di vita e dei feti deceduti senza causa apparente dopo la 25a settimana di gestazione. Dal luglio 2012 è attiva la convenzione tra la Provincia autonoma di Trento e il Centro di Ricerca "Lino Rossi" per l´attuazione di questa legge. La Provincia, prima in Italia, ha attivato un programma di ricerca, definito da un protocollo operativo che coinvolge il Dipartimento materno-infantile, l’Anatomia patologica, il Servizio epidemiologia clinica e valutativa, il 118 e, ovviamente, il Centro Lino Rossi. Il programma prevede: uno studio anatomo-clinico; uno studio epidemiologico per creare una banca dati provinciale che potrebbe essere un punto di riferimento anche a livello nazionale; uno studio sui fattori di rischio con schede anamnestiche e questionari appositi rivolti a genitori e familiari; una campagna di sensibilizzazione rivolta sia alla popolazione generale che agli operatori sanitari con i comportamenti preventivi da adottare diffusa attraverso pieghevoli. Questi i dati del fenomeno in provincia di Trento: •nati morti (per tutte le cause) negli ultimi 6 anni (2006-2011): 82 in tutto, pari a circa 14 casi/anno. Il dato si riferisce ai nati morti (feto morto dopo almeno 180 giorni di gestazione) per tutte le cause, ovvero sia quelli nei quali siano evidenti patologie/malformazioni, che quelli per i quali non vi siano cause apparenti; •decessi nel primo anno di vita (per tutte le cause) negli ultimi 6 anni (2006-2011): 78 in tutto, pari a circa 13 casi/anno. Il dato si riferisce ai neonati morti entro il primo anno di vita, per tutte le cause (patologie/malformazioni/ traumi) e quelli morti senza cause apparenti; •casi di morte improvvisa del lattante (Sids) accertati nell’arco temporale 1998-2006: 4 casi in totale. I dati si riferiscono ad una parte dei decessi nel primo anno di vita: quelli che, non presentando cause apparenti, sono stati sottoposti ad autopsia, quindi il dato è sottostimato. Il dato più realistico è di circa 1-2 casi /anno di Sids nella nostra provincia. Convegno “La morte improvvisa: una sfida alla medicina moderna. Lo stato dell’arte in Trentino” sabato 2 marzo, Sala Piave presso il Polo Tecnologico di Rovereto in via Zeni. La morte improvvisa è un evento inatteso e drammatico che frequentemente riconosce una causa cardiaca. Nel mondo occidentale rappresenta la prima causa di morte per cause cardiovascolari con un enorme danno in termini umani e sociali. Oltre 60.000 Italiani ne sono colpiti ogni anno e la sopravvivenza attualmente non supera il 2%. Per contrastare le gravi conseguenze di questi eventi esistono due strategie principali: da un lato riconoscere precocemente e curare i soggetti ad alto rischio e dall’altra soccorrere tempestivamente i soggetti colpiti da arresto cardiaco per evitare l’exitus o i danni anossici-ischemici. Per essere efficaci nella lotta alla morte improvvisa si rende quindi necessario non solo coinvolgere molte figure professionali dell’ambito sanitario ma è necessario sviluppare in Italia, a tutti i livelli, la cultura dell´emergenza, un "saper fare" che coinvolge quanto più possibile l’intera popolazione, attraverso l’insegnamento delle manovre di primo soccorso. Il convegno si pone l’obiettivo di inquadrare per la prima volta a 360° il problema della morte improvvisa nella realtà trentina ed identificare i principali aspetti di prevenzione, coinvolgendo cardiologi, medici dell’emergenza, pediatri, medici dello sport ed anatomopatologi. Si rivolte a dirigenti medici e personale infermieristico, cardiologi, medici dello sport, medici di medicina generale, pediatri, associazioni di volontariato per il soccorso e il trasporto di infermi.  
   
 

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