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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Marzo 2013
 
   
  AOSTA: AL FORTE DI BARD LA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO

 
   
   Aosta, 4 marzo 2013 - I cambiamenti climatici e gli effetti sull’ambiente in cui viviamo rappresentano, oggi più che mai, una realtà in continua evoluzione che attira grande interesse. In particolare il climate change ha un forte impatto sulle zone di montagna, ambienti sensibili e fortemente condizionati da queste variazioni. Più di 200 tra scienziati, docenti universitari e ricercatori provenienti da tutto il mondo si sono ritrovati per discuterne il 20 e il 21 febbraio scorso, nelle sale del Forte di Bard, alla conferenza internazionale Mountain Under Watch 2013. L’evento, organizzato dall’Assessorato regionale del territorio e ambiente insieme all’Arpa e a Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, con la collaborazione della Cva Compagnie Valdôtaine des Eaux, del Forte di Bard e dell’Espace Mont-blanc, ha messo a confronto due comunità differenti in ambito scientifico. Da una parte coloro che si occupano di biosfera, cioè delle piante, dell’ecologia vegetale, della fenologia e delle distribuzione delle specie, e coloro che invece puntano l’attenzione sulla criosfera, vale a dire neve, ciclo idrologico, portate dei fiumi, ghiacciai e permafrost. Wilfried Haeberli, Docente all’Università di Zurigo - Il est tout à fait clair de cette réunion, que réunis des biologues et des spécialistes de la cryosphère, qu’on est en train d’observer les changements tout à fait radicaux qui vont amener à un paysage de haute montagne dans beaucoup de régions du monde, qui sera totalement différent de ce paysage qu’on a aujourd’hui et ce sera aussi un paysage avec des déséquilibres prononcés parce que les glaciers, par exemple, changent très rapidement, le permafrost change très très lentement, la neige change presque immédiatement et la réaction des écosystèmes des plantes, des animaux, c’est de nouveau très très différent donc on va voir des systèmes complètement différents, des systèmes qu’on observe aujourd’hui. Tra gli obiettivi dell’incontro c’era lo scambio di esperienze, la condivisione di metodi e di strategie legate all’osservazione di lungo periodo degli effetti del riscaldamento globale sul delicato sistema montano. In Valle d’Aosta, infatti, da più di quindici anni la Regione si occupa di realizzare attività di monitoraggio sugli effetti dei cambiamenti climatici con strutture che operano all’avanguardia, come l’Arpa e Fondazione Montagna Sicura, destinate a diventare un vero e proprio punto di riferimento a livello internazionale. Umberto Morra di Cella, Arpa Valle d’Aosta - La biosfera risponde come la criosfera alle variazioni climatiche, con meccanismi che sono resi più complicati proprio perché c’è l’aspetto dell’adattamento delle popolazioni animali e dei popolamenti vegetali: l’impatto è legato sia alla variazione di temperatura, sia alla disponibilità e variazione degli altri parametri climatici. Osserviamo ad esempio variazioni fenologiche importanti, la fenologia è la variazione dei cicli degli ecosistemi, quindi fioriture precoci, fogliazione, perdita delle foglie che cambiano, relazioni tra i popolamenti vegetali e gli animali che vivono quindi per esempio la disponibilità alimentare per gli animali selvatici che può cambiare in funzione del cambiamento climatico. L’attività di monitoraggio dei ghiacciai valdostani è affidata a Fondazione Montagna Sicura, ente strumentale della Regione, che si occupa di studiare i fenomeni e le problematiche concernenti la sicurezza, il soccorso e la vita in montagna. Michèle Curtaz, Fondazione Montagna Sicura - I ghiacciai valdostani mostrano la stessa tendenza che hanno i ghiacciai sulle Alpi e le misure che abbiamo condotto quest’anno, le misure dei bilanci di massa, ci dicono che hanno perso uno spessore che varia tra 1 metro e 1 metro e mezzo in termini di acqua equivalente, quindi di spessore di una lama di acqua che ricopre il ghiacciaio pari a più di 1 metro. Per quanto riguarda la superficie abbiamo ad esempio delle stime che ci derivano dal catasto dei ghiacciai della Regione Valle d’Aosta e tra il 1975 e il 2005, quindi in 20 anni avevano perso una superficie pari a 50 km quadrati. Dobbiamo vedere quest’anno con il nuovo aggiornamento del catasto ghiacciaio qual è stata la risposta negli ultimi anni. I modelli e gli scenari emersi nel corso della conferenza indicano per il futuro una tendenza negativa con un aumento ulteriore delle temperature che influiranno pesantemente sui ghiacciai. Wilfried Haeberli, Docente all’Università di Zurigo - Les montagnes vont être un des géosystèmes les plus sensibles du monde, ça veut dire que les changements sont très très remarquables et il faut se rendre compte que ce sont seulement les premiers signes d’un changement qui va affecter aussi d’autres systèmes, dans la plaine, par exemple, etc…On pourrait parler d’un Early Warning System qui nous indique un peu ce qui pourrait arriver, alors il est très important de noter précisément ce qui se passe dans l’haute montagne.  
   
 

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