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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Marzo 2013
 
   
  L’OSSERVATORIO CONGIUNTURALE II SEMESTRE 2012 DI CONFINDUSTRIA COMO E LECCO

 
   
  Lecco, 4 marzo 2013 - I Centro Studi di Confindustria Como e Lecco hanno concluso in questi giorni le rilevazioni dell’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2012. Oltre alla domanda, all’attività produttiva e al fatturato sono stati esaminati anche altri indicatori relativi all’approvvigionamento delle materie prime, ai rapporti con gli istituti di credito e all’andamento occupazionale. Per le imprese di Lecco e di Como la seconda parte del 2012 è stata caratterizzata da un andamento negativo e tale situazione era stata già ampiamente prevista dalle imprese nella precedente edizione dell’Osservatorio. I tre principali indicatori (domanda, attività produttiva e fatturato) registrano un calo medio intorno al 5,3% rispetto a giugno, dove lo stesso valore risultava invece positivo (+2,3%) nei confronti di dicembre 2011. Anche a livello tendenziale si evidenzia un rallentamento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (- 0,7% in media), dato in linea con quello rilevato nel precedente semestre. Per i prossimi mesi, tuttavia, si nota una certa fiducia da parte delle imprese del campione che dichiarano di attendersi un aumento medio intorno al 4% per la prima parte dell’anno. Evoluzione della domanda A livello congiunturale l’indicatore relativo agli ordini delle imprese dei due territori risulta quello maggiormente penalizzato, con un decremento pari al 6% rispetto a giugno 2012, quando lo stesso valore risultava positivo e pari al 3,5%. Anche nel confronto tendenziale si riscontra una diminuzione, seppur meno incisiva, rispetto a dicembre 2011 (- 0,5%). La contrazione nell’ultimo semestre 2012 può essere in parte giustificata dalla stagionalità dei prodotti realizzati, così come indicato dal 40% delle imprese del campione. Nel caso delle imprese con più di 50 addetti il fattore stagionalità incide maggiormente e viene segnalato nel 50% dei casi esaminati. Ci si attende tuttavia un’inversione di marcia durante i primi sei mesi del 2013 che dovrebbe tradursi in un incremento degli ordini pari al 2,9%. Attività produttiva Nel confronto tendenziale le performance peggiori per le imprese di Lecco e di Como si registrano a livello di attività produttiva. Le aziende del campione segnalano infatti una diminuzione pari al 2,2% nel corso del 2012, in parte preannunciata dalle aspettative comunicate dalle aziende nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale sul I semestre, attestatesi al -1,2%. Anche a livello congiunturale si segnala una marcata contrazione (-5,7%) rispetto a giugno 2012, a fronte di un valore positivo e pari all’1,8% che aveva caratterizzato i primi sei mesi dell’anno. Il dato sulla capacità produttiva utilizzata (71,6%) risulta invece in linea con quanto registrato nelle ultime due edizioni dell’Osservatorio. Si nota peraltro una differenza tra le aziende di maggiori dimensioni (69,5%) e quelle con meno di 50 addetti (73,8%). L’attività realizzata attraverso i subfornitori contribuisce alla produzione per circa il 6,4% del totale e risulta decisamente in calo rispetto al 19,5% della precedente rilevazione. Per la prima parte del 2013 le imprese del campione dichiarano di attendersi un miglioramento che dovrebbe portare ad un incremento dell’attività pari al 3,6%. Approvvigionamento materie prime Non si segnalano particolari variazioni sul versante materie prime per le imprese delle due province. Nella seconda parte dell’anno i prezzi delle commodities sono cresciuti dell’1,3%, mentre l’andamento tendenziale annuo raggiunge l’1,7%. Anche l’incidenza del costo delle materie prime sul totale dei costi aziendali (36,2%) risulta in linea con i livelli evidenziati nella passata edizione dell’indagine congiunturale. Evoluzione del fatturato L’unico indicatore a non aver registrato decrementi è quello relativo all’andamento tendenziale del fatturato. Le imprese di Lecco e di Como dichiarano infatti di aver assistito ad un incremento dello 0,7% nel confronto con dicembre 2011. Quanto evidenziato non trova conferma però nel dato congiunturale; le aziende segnalano infatti una diminuzione del 4,3% rispetto a giugno 2012, confermando le ipotesi di contrazione formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio. Nell’ultimo trimestre in particolare sono diminuite le vendite nel mercato interno, così come segnalato dal 40% del campione. Resiste invece il fatturato oltreconfine per il quale circa il 40% delle aziende segna incrementi. Nonostante la flessione delle vendite riscontrata nella seconda metà del 2012, le aspettative per i primi sei mesi del 2013 sono positive e rivelano una discreta dose di fiducia, attestandosi al 5,7%. Esaminando la composizione geografica del fatturato, si rileva che il 35% circa delle vendite è realizzato oltre i confini nazionali. Il dato risulta ampiamente differenziato in base alla dimensione aziendale: nel caso delle imprese sino a 50 occupati l’export contribuisce al 18% mentre considerando le realtà di dimensioni più grandi la percentuale supera il 51%. Per il campione complessivamente considerato, i paesi dell’Europa occidentale assorbono quasi i due terzi delle esportazioni e rappresentano il primo mercato estero di riferimento. Sono tuttavia importanti gli scambi con l’Est Europa (3,4%), gli Stati Uniti (2,5%) la Cina (1,2%) e l’America Centro Meridionale (1,6%). Andamento del credito Nei rapporti con gli istituti di credito le imprese di Lecco e di Como comunicano di aver vissuto rilevanti criticità. Oltre il 40% delle aziende del campione ha comunicato di aver visto praticati aumenti legati a spese e commissioni bancarie, tassi e richieste di garanzie. In aggiunta, per un’azienda su cinque sono peggiorate le disponibilità delle banche ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove. Solo nel 9% dei casi sono stati rilevati maggiori disponibilità alla modifica delle linee di credito. Lo scenario occupazionale Anche sullo scenario occupazionale si rilevano segnali di difficoltà per le due province nel secondo semestre 2012. Nonostante il giudizio prevalente sia stato quello della stabilità dei livelli, oltre un quarto delle aziende (il 27,3%) ha indicato una contrazione a fronte di una percentuale più contenuta (12,5%) di soggetti che hanno comunicato tendenze in aumento. Le previsioni per la prima metà del 2013 paiono confermare la situazione sopra descritta. I Dati Di Como Nel dettaglio, sul fronte della domanda per il secondo semestre del 2012, l’indagine evidenzia una variazione media, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al 5,8%; si è perso terreno per il 3,2% rispetto ai primi sei mesi 2012. Indipendentemente dai settori di appartenenza, si rileva che sono riscontrabili andamenti ben differenti tra imprese strutturate e con forte presenza all’estero e imprese di piccole dimensioni che risentono maggiormente del forte calo della domanda interna (o i cui prodotti sono legati direttamente o indirettamente all’attività residenziale). Se l’attività produttiva ricalca l’andamento degli ordini, segnali positivi giungono dalle previsioni sulle vendite nel periodo gennaio-giugno 2013. Mediamente le imprese segnalano un incremento su base semestrale del 5,4%, pertanto si aspetta un rallentamento dell’emorragia di vendite e si avverte un recupero dei volumi di alcuni punti. Un buon segnale che appare presagire un’uscita, seppur lenta, dalle secche della crisi. Segnali meno allarmanti rispetto al passato sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime. Gli incrementi medi registrati si attestano poco sopra il livello di inflazione media. Dopo gli incrementi a doppia cifra del 2011 e del 2012, si mantengono molto elevati i prezzi registrati per le fibre seriche; secondo gli operatori ciò è da ricercare non tanto in un eccesso di domanda bensì in una strutturale riduzione della quantità offerta, soprattutto cinese. Inoltre, l’indagine ha analizzato la scomposizione del fatturato rispetto ai mercati di sbocco, evidenziando una quota dei mercati esteri che mediamente si attesta sopra il 30% del totale delle vendite. In provincia di Como l’export di prodotti del manifatturiero nei primi nove mesi del 2012 è pari a 3,78 miliardi di €, il saldo commerciale è stato molto positivo e pari a 1,7 miliardi di € pari ad un incremento del 8,75% sullo stesso periodo del 2011. Su di un campione di circa 400 imprese manifatturiere, l’export si attesta attorno ai 2 miliardi di euro; i Paesi dell’Europa Occidentale seguono il mercato interno per importanza. Il peso di Francia, Germania e Spagna è quasi il 32% del totale, gli Stati Uniti si attestano al 6%, l’America Centro-meridionale poco sotto il 3%, l’Asia al 14% e il Medio-oriente 5,3%. La quota di tutti gli altri Paesi extra-Ue continua a crescere, sintomo di una sempre maggiore attenzione a diversificare le vendite, visto l’andamento strutturalmente calante del mercato italiano. “I dati che arrivano dalle nostre aziende confermano quanto già segnalato dai nostri Centri Studi – commenta Francesco Verga, presidente di Confindustria Como - cioè un ulteriore arresto della domanda nella seconda parte del 2012 rispetto ai primi sei mesi, in cui già si era mostrata qualche sofferenza. Come avvenuto anche nella prima parte del 2012, però, le imprese strutturate e con forte presenza all’estero hanno risentito molto meno il calo. Il dato positivo su cui però preferisco soffermarmi è la previsione sulle vendite nel primo semestre del 2013, che rivela la fiducia dei nostri imprenditori verso una ripresa che, anche se debole, è diventata oramai indispensabile”.  
   
 

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